La metamorfosi della McLaren rappresenta uno dei capovolgimenti più clamorosi nella storia recente della Formula 1. La Red Bull, la monoposto che Max Verstappen aveva guidato verso quattro titoli consecutivi, langue ora al quarto posto nella gerarchia prestazionale, superata da Mercedes, Ferrari e soprattutto da una MCL39 che sembra aver trovato la chiave per sbloccare performance fino a ieri impensabili.
La teoria dell’ingegnere dietro le vittorie McLaren
Nick Wirth, veterano dello sviluppo aerodinamico e pioniere dell’utilizzo della fluidodinamica computazionale durante la sua esperienza in Virgin Racing, ha avanzato un’ipotesi affascinante durante il podcast The Race F1 Tech Show. Secondo l’ingegnere britannico fondatore della Simtek, il salto prestazionale di Woking nascerebbe da un breakthrough tecnologico nelle simulazioni CFD, un vantaggio che i competitor stentano ancora a decifrare.
“La limitazione fondamentale delle gallerie del vento è l’impossibilità di replicare i flussi in curva”, spiega Wirth. “Non mi stupirebbe scoprire che McLaren abbia compiuto un salto proprio in questo ambito, generando un carico aerodinamico superiore di 15 punti rispetto alla concorrenza“.

McLaren: non è solo questione di gestione gomme
L’ex progettista dismette le teorie che attribuiscono il successo della MCL39 al raffreddamento pneumatici o ai condotti freno, puntando invece su un vantaggio aerodinamico più sostanziale. “Quando disponi di tanto carico aerodinamico aggiuntivo, risolvi automaticamente problemi come la gestione termica“, aggiunge.
La rivoluzione tecnica si intreccia con una strategia di mercato chirurgica. L’arrivo di Rob Marshall dalla Red Bull e l’integrazione di Peter Prodromou nel reparto aerodinamico hanno catalizzato una trasformazione che va oltre i semplici aggiornamenti. La ristrutturazione partita nel 2023 ha posto le basi per un progetto a lungo termine, culminato nella supremazia attuale.

Prodromou, esperto di aerodinamica digitale, ha recentemente rinnovato il proprio contratto con un accordo pluriennale, segnale della fiducia riposta dal management nelle sue competenze. Un investimento che potrebbe rivelarsi cruciale anche in vista del 2026, quando l’introduzione dei nuovi regolamenti su telai e propulsori ridisegnerà completamente gli equilibri.
Wirth lancia un monito agli avversari della scuderia di Woking: “Se hanno davvero scoperto qualcosa di fondamentale, i rivali farebbero bene a preoccuparsi. Questo vantaggio si protrarrà fino al 2026 e oltre“.
La convergenza tra innovazione tecnologica e talento umano ha creato una sinergia che trascende la singola stagione. Mentre Red Bull arranca nel tentativo di ritrovare la propria identità tecnica, Mercedes arranca e Ferrari è alle prese con una rimodellazione del suo gruppo che appare infinite, McLaren sembra aver imboccato una strada che promette di ridefinire i rapporti di forza nel Circus per gli anni a venire.
Crediti foto: McLaren, F1
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