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Home Editoriali

È giunto il tempo di chiedere scusa a Sergio Perez

Alla luce di quanto si è visto finora in Red Bull è necessario valutare le prestazioni del messicano analizzandole sotto una luce diversa. Max fa terra bruciata intorno a sé e per questo i compagni non possono essere biasimati

Diego Catalano by Diego Catalano
4 Giugno 2025
in Editoriali, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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Sergio Perez

Sergio Perez festeggia con gli uomini della Red Bull dopo una vittoria

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Solo gli stupidi non cambiano idea. Visto che tale non mi reputo sento la necessità di fare pubblica ammenda su Sergio Perez Mendoza, pilota che negli ultimi anni ho sovente criticato per prestazioni che non ritenevo in linea con la sua esperienza e con la caratura tecnica e mentale che servono per competere a livelli alti in Formula 1 e in un team ambizioso come la Red Bull.

Reputavo inaccettabili le topiche reiterate e i distacchi bulgari buscati da Max Verstappen. Ancora, quella “mollezza” nell’approccio alle gare faceva ritenere che il messicano fosse ormai a fine corsa, mentalmente svuotato e sportivamente incapace di vedersela col compagno di squadra ma anche con gli altri 19 famelici squali che affollavano l’acquario della F1.

E invece è necessario rivedere la sua esperienza in base ad altri fattori. Si credeva – io tra questi – che un altro pilota potesse almeno trovare prestazioni più decenti, degne di uno dei top 20 del driving mondiale. Beninteso, non ho mai scommesso un soldo bucato su Liam Lawson che non reputavo nè reputo un granché di esecutore, ma ero convinto che Yuki Tsunoda potesse fare meglio. E invece anche il campionato 2025 sta dimostrando che vedersela con Max il duro è opera titanica.

Verstappen ne ha masticati e sputati altri due, ormai è un fatto. E a questa tremenda dinamica ha contribuito anche una Red Bull che ha costruito team e auto a immagine e somiglianza dl dio pagano di Hasselt. Non li condanno per questo: se hai un fuoriclasse totale lo coccoli e lo fai divinità da adorare. Tuttavia, questo modo di agire presenta un salatissimo conto: determina un team monco, totalmente sbilanciato, incapace di lottare per il costruttori. Un paradigma che funziona finché si porta in pista un modello dominante come la RB19 ma che paga un salatissimo dazio quando l’auto non è al top, vedasi RB20 e RB21.

Sergio Perez al Gp del Messico 2024
Sergio Perez al Gp del Messico 2024

Red Bull: il problema non era Sergio Perez

Alla luce di quanto si è apprezzato nelle prime nove gare del 2025 – siamo a oltre un terzo del calendario ormai – si può tracciare un bilancio attendibile che suona più o meno così: Sergio Perez non era la causa dei mali della seconda vettura schierata da Milton Keynes. Le prestazioni di Checo riflettevano semplicemente lo specchio di una modalità operativa che non tutela il secondo.

Ho una sensazione e tale è perché non confermabile dalla prassi: chiunque si sieda accanto a Max, per ragioni organizzative e tecniche, soffrirà come una bestia braccata e senza via di fuga. Carlos Sainz è stato fortunato a non vedersi aperte le porte della Red Bull perché avrebbe capitolato dinanzi all’olandese, diventando un’altra vittima sacrificata sull’altare del monocefalismo voluto da Christian Horner e dai suoi.

È quindi d’obbligo domandare scusa a Sergio Perez a cui non credevo – e non ero il solo – quando asseriva che fosse impossibile guidare macchine capite dal solo Verstappen. Aveva ragione, c’è poco da filosofeggiare.

Forse, nel chiudere questo scritto, è il caso di ammettere che Checo è un un pilota ancora spendibile. Fa bene Cadillac, come ebbe a confermare Paul Hembery in esclusiva ai nostri microfoni, a puntare sul messicano per il suo imminente sbarco in Formula 1. Ha le spalle larghe, Perez, e può davvero dare qualcosa al team yankee perché la sua vera versione non è quella vista accanto a Max che “uccide” tutto quello che gli sta intorno.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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Tags: EditorialeF1Max VerstappenNewsRed BullSergio Perez
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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Comments 2

  1. Claudio says:
    4 mesi ago

    Sergio Perez, è un pilota nella media, ma che a modo suo ha ottenuto ottimi risultati. Io non ho mai dubitato di ciò. Va aggiunto anche che Redbull è tornata ai mondiali con il suo arrivo e, si può ora dire, ha smesso di stravincere con la sua partenza. Non è solo un pilota Perez. Si occupava anche di preparare l’assetto delle monoposto. Spesso Verstappen ha corso sulle indicazioni del messicano. E Perez ha portato sponsor e tifo di un intero paese. Sono entrate economiche in ogni senso, che contribuiscono indirettamente ai risultati in pista. Redbull lavora esclusivamente su Max. La monoposto è costruita attorno a Max. Hai fatto bene a scusarti. Perez non è Max, ma lo sa pure lui di non esserlo. Però è un pilota, e che ha fatto cose migliori della maggior parte dei piloti nella media visti nella storia della Formula 1. Ed è sempre stato molto competitivo su piste per gente che sa guidare. Posso aggiungere, quando non combinava guai per rimediare al trattamento in scuderia, è stato pure un pilota divertente da vedere in gara. Complimenti per il post…

    Rispondi
    • Daniele Pistolesi says:
      3 settimane ago

      Sono d’ accordo ci ha fatto divertire . Vedi Baku dove o gli street s circuits, sempre competitivo e a volte a jeddah o Baku ha veramente battuto Max altroché. Quindi miglior seconda guida RedBull niente da dire è così

      Rispondi

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