Solo gli stupidi non cambiano idea. Visto che tale non mi reputo sento la necessità di fare pubblica ammenda su Sergio Perez Mendoza, pilota che negli ultimi anni ho sovente criticato per prestazioni che non ritenevo in linea con la sua esperienza e con la caratura tecnica e mentale che servono per competere a livelli alti in Formula 1 e in un team ambizioso come la Red Bull.
Reputavo inaccettabili le topiche reiterate e i distacchi bulgari buscati da Max Verstappen. Ancora, quella “mollezza” nell’approccio alle gare faceva ritenere che il messicano fosse ormai a fine corsa, mentalmente svuotato e sportivamente incapace di vedersela col compagno di squadra ma anche con gli altri 19 famelici squali che affollavano l’acquario della F1.
E invece è necessario rivedere la sua esperienza in base ad altri fattori. Si credeva – io tra questi – che un altro pilota potesse almeno trovare prestazioni più decenti, degne di uno dei top 20 del driving mondiale. Beninteso, non ho mai scommesso un soldo bucato su Liam Lawson che non reputavo nè reputo un granché di esecutore, ma ero convinto che Yuki Tsunoda potesse fare meglio. E invece anche il campionato 2025 sta dimostrando che vedersela con Max il duro è opera titanica.
Verstappen ne ha masticati e sputati altri due, ormai è un fatto. E a questa tremenda dinamica ha contribuito anche una Red Bull che ha costruito team e auto a immagine e somiglianza dl dio pagano di Hasselt. Non li condanno per questo: se hai un fuoriclasse totale lo coccoli e lo fai divinità da adorare. Tuttavia, questo modo di agire presenta un salatissimo conto: determina un team monco, totalmente sbilanciato, incapace di lottare per il costruttori. Un paradigma che funziona finché si porta in pista un modello dominante come la RB19 ma che paga un salatissimo dazio quando l’auto non è al top, vedasi RB20 e RB21.

Red Bull: il problema non era Sergio Perez
Alla luce di quanto si è apprezzato nelle prime nove gare del 2025 – siamo a oltre un terzo del calendario ormai – si può tracciare un bilancio attendibile che suona più o meno così: Sergio Perez non era la causa dei mali della seconda vettura schierata da Milton Keynes. Le prestazioni di Checo riflettevano semplicemente lo specchio di una modalità operativa che non tutela il secondo.
Ho una sensazione e tale è perché non confermabile dalla prassi: chiunque si sieda accanto a Max, per ragioni organizzative e tecniche, soffrirà come una bestia braccata e senza via di fuga. Carlos Sainz è stato fortunato a non vedersi aperte le porte della Red Bull perché avrebbe capitolato dinanzi all’olandese, diventando un’altra vittima sacrificata sull’altare del monocefalismo voluto da Christian Horner e dai suoi.
È quindi d’obbligo domandare scusa a Sergio Perez a cui non credevo – e non ero il solo – quando asseriva che fosse impossibile guidare macchine capite dal solo Verstappen. Aveva ragione, c’è poco da filosofeggiare.
Forse, nel chiudere questo scritto, è il caso di ammettere che Checo è un un pilota ancora spendibile. Fa bene Cadillac, come ebbe a confermare Paul Hembery in esclusiva ai nostri microfoni, a puntare sul messicano per il suo imminente sbarco in Formula 1. Ha le spalle larghe, Perez, e può davvero dare qualcosa al team yankee perché la sua vera versione non è quella vista accanto a Max che “uccide” tutto quello che gli sta intorno.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
Seguici sul nostro canale YouTube: clicca qui
Sergio Perez, è un pilota nella media, ma che a modo suo ha ottenuto ottimi risultati. Io non ho mai dubitato di ciò. Va aggiunto anche che Redbull è tornata ai mondiali con il suo arrivo e, si può ora dire, ha smesso di stravincere con la sua partenza. Non è solo un pilota Perez. Si occupava anche di preparare l’assetto delle monoposto. Spesso Verstappen ha corso sulle indicazioni del messicano. E Perez ha portato sponsor e tifo di un intero paese. Sono entrate economiche in ogni senso, che contribuiscono indirettamente ai risultati in pista. Redbull lavora esclusivamente su Max. La monoposto è costruita attorno a Max. Hai fatto bene a scusarti. Perez non è Max, ma lo sa pure lui di non esserlo. Però è un pilota, e che ha fatto cose migliori della maggior parte dei piloti nella media visti nella storia della Formula 1. Ed è sempre stato molto competitivo su piste per gente che sa guidare. Posso aggiungere, quando non combinava guai per rimediare al trattamento in scuderia, è stato pure un pilota divertente da vedere in gara. Complimenti per il post…
Sono d’ accordo ci ha fatto divertire . Vedi Baku dove o gli street s circuits, sempre competitivo e a volte a jeddah o Baku ha veramente battuto Max altroché. Quindi miglior seconda guida RedBull niente da dire è così