Faccio outing: la cioccolata non mi piace. So che probabilmente non ve ne fregherà nulla, ma dovevo dirlo perché un’altra cosa che non mi va a genio è la presenza di Sergio Perez in Formula 1. Direte: quale diavolo di nesso c’è tra le due cose? Il punto è che Nestlé, colosso svizzero del settore alimentare, ha puntato molto sul pilota di Guadalajara per promuovere la famosa barretta KitKat nel mercato messicano.
Questa storia nasce male per me, perché il nome del prodotto mi fa pensare al cibo per gatti. Sommato al fatto che la cioccolata non mi piace, il risultato è che apprezzo ancora meno tutta l’operazione che coinvolge il “prode” Sergio.
Chi di voi pensa che il messicano possa mantenere il suo posto in Red Bull dopo un 2024 letteralmente disastroso alzi la mano. Una stagione nella quale, a differenza delle precedenti, non ha salvato l’onore con nemmeno una vittoria, rimanendo relegato spesso nella parte mediana della classifica e venendo surclassato da Max Verstappen.

F1 – KitKat: ancora di salvezza per Sergio Perez
Ieri la Formula 1 ha annunciato un accordo con Nestlé, che renderà la croccante barretta ricoperta di cioccolato – il cui solo odore fa salire un picco glicemico – uno sponsor per la stagione 2025. KitKat festeggerà così i 90 anni dalla sua prima commercializzazione nell’anno in cui il Circus celebrerà i suoi 75. Un romantico legame? In realtà si tratta dell’ennesimo contratto munifico per una categoria che sa bene come fare soldi.
Tutto ciò potrebbe avere ripercussioni sul futuro di Sergio Perez, poiché questi è un testimonial importante in un mercato fiorente per Nestlé. L’accordo con la Formula 1 può quindi essere un indizio sulla sua permanenza nell’ecosistema Red Bull. Tuttavia, le voci di un possibile avvicendamento tra lui e Liam Lawson continuano a circolare. Helmut Marko sta spingendo affinché il giovane neozelandese venga promosso nel team di Milton Keynes, mentre le prestazioni scadenti di Perez pesano sempre di più.
Con Franco Colapinto sullo sfondo, un altro pilota con sponsor generosi a rimorchio, il destino di Perez sembrava segnato. Tuttavia, questo nuovo accordo tra i colossi Nestlé e F1 rimette in gioco il messicano, testimonial troppo importante per un’area geografica molto redditizia per prodotti di questo tipo. I gusti son gusti…

Chiaramente non si possono trarre conclusioni definitive, ma è possibile fare delle ipotesi. Red Bull potrebbe continuare a operare col suo modello “a una punta”, mettendo Verstappen al centro, e Perez potrebbe essere utile per proseguire con questo paradigma. D’altra parte, però, c’è anche la necessità di migliorare le prestazioni, e l’opzione Lawson resta appetibile.
Un possibile scenario è che Perez possa fare un passaggio da Milton Keynes a Faenza, sostituendo proprio Lawson. In questo modo, gli equilibri non verrebbero stravolti e la Formula 1, insieme a Nestlé, avrebbe il suo testimonial ancora operativo, anche se in una scuderia diversa.
Fantamercato? Assolutamente sì, ma basato su fatti concreti che in Formula 1 hanno sempre avuto peso nella definizione delle line-up. La figura del “pilota con la valigia” – colui che porta sponsor e capitali – è ancora viva e funzionante. È proprio questa Formula 1, alla continua ricerca di fondi, che si sposta dal Vecchio Continente verso Paesi con poca tradizione sportiva ma molti capitali, a dimostrazione di come le scelte commerciali prevalgano su quelle tecnico-sportive.
Lo sa bene Andretti, che si è visto osteggiato in tutti i modi poiché le scuderie e Liberty Media vogliono tutelare il meccanismo delle dieci squadre, evitando l’ingresso di un altro team, anche se porterebbe con sé un nuovo costruttore pronto a sostituire la fuggiasca Renault.
Insomma, Sergio Perez potrebbe mantenere il suo posto in Red Bull o reinventarsi in Visa Cash App Racing Bulls (tanto per fare un esempio di nomi assurdi creati per gli sponsor), grazie al mercato di casa sua, dove si vendono milioni di queste barrette dal gusto discutibile. Lo ammetto: non sono pronto a continuare a vedere Perez in Formula 1, per di più con una barretta di cioccolato in bocca. Che amarezza, altro che dolcezza.
Crediti foto: Sergio Perez, Oracle Red Bull Racing, F1