Tra i momenti salienti del 2025 spicca il passaggio di Carlos Sainz in Williams. L’ormai ex ferrarista era stato l’oggetto del desiderio di diverse squadre, almeno così raccontano le cronache. Red Bull lo aveva valutato per il dopo Perez; Mercedes lo aveva preso in considerazione in sostituzione di Lewis Hamilton. Audi lo aveva messo in cima alla sua lista dei desideri, facendogli addirittura firmare un pre-contratto non vincolante sul finire del 2023. Qualche interesse lo aveva maifestato Aston Martin per formare un’ipotetica coppia tutta spagnola, e di certo Alpine si era fatta avanti con offerte concrete che però non hanno stuzzicato il madrileno.
Alla fine ne è nata un’intesa con la Williams, una soluzione apparentemente al ribasso poiché la scuderia di Grove è lontanissima dai fasti degli anni Novanta. Un team in fase di ristrutturazione, che sta cercando di ritrovare se stesso e soprattutto di adeguarsi a un livello competitivo degno della sua gloriosa storia.
La scelta di Sainz, a un certo punto, è sembrata quasi obbligata, visto che il suo ventaglio di opzioni si era ridotto drasticamente. Due le strade: Alpine, che attraversava una fase turbolenta con la dismissione del comparto motore di Viry-Châtillon e il continuo avvicendarsi di figure apicali a Enstone, e appunto la nobile decaduta Williams, che almeno dava una parvenza di stabilità avendo già in cassaforte un accordo con Mercedes per la fornitura dei motori e potendo contare su una campagna acquisti diretta da James Vowles. Quest’ultimo infondeva un minimo di sicurezza in un pilota che cercava un programma che, nel tempo, lo portasse a poter competere per la vittoria.

Carlos Sainz – Williams: accordo con exit strategy?
Nonostante ciò, non molti sono convinti che la scuderia che fu di patron Frank possa, nel medio periodo, anche sfruttando il nuovo contesto regolamentare del 2026, tornare a primeggiare. Ecco perché si ritiene che Carlos abbia ottenuto, nel proprio contratto, la possibilità di svincolarsi in presenza di determinate condizioni. Una clausola che il team principal ex Mercedes ha smentito più volte, ma che forse è stata confermata dalle parole di Flavio Briatore rilasciate in questi giorni. Vediamole.
“Ho parlato con Sainz. Era interessante per noi, ma solo per quattro anni. Non ha senso prendere un pilota come Carlos per uno o due anni. O crede nel nostro programma o non ci crede. Non ho bisogno di un pilota che mi costa un sacco di soldi e che cerca di andare in un’altra squadra quando se ne presenta l’occasione”.
Nelle dichiarazioni offerte ad AMUS, il manager che ha fatto grande la Benetton e la Renault con Fernando Alonso, ha lasciato intendere che Sainz ha una smania non sopita di abbracciare un team più strutturato qualora si presenti l’opportunità. In effetti, anche se ribadiamo non esserci conferme, è verosimile che il figlio d’arte possa aver strappato un tipo di accordo che consente di abbracciare un altro team più ambizioso.

Sainz: nuove piste per il 2026?
Se nel 2025 tutte le tessere del puzzle si sono incastrate, ad eccezione della Red Bull in cui si attende ancora il defenestramento di Sergio Perez con relativa promozione di Liam Lawson (o di Yuki Tsunoda), diverso è il discorso per il 2026, quando si potrebbero aprire opportunità succulente. In Mercedes, una squadra che Carlos ha corteggiato fortemente, potrebbe liberarsi il posto a causa del contratto scaduto di George Russell. Ma si potrebbe anche aprire qualche scenario interessante se Andrea Kimi Antonelli non centrasse la prima.
Ancora, Red Bull potrebbe ritornare un’opzione se il compagno di Verstappen venisse nuovamente sportivamente randellato. Poi c’è sempre quell’Aston Martin che ha una coppia piloti non proprio assortita al meglio, visto che per Alonso passano gli anni e Lance Stroll non è mai stato in grado di sciorinare prestazioni all’altezza di un team che vuole dominare nel prossimo futuro.
Insomma, ci sono tutte le condizioni per ritenere che quello tra Williams e Sainz sia una sorta di accordo ponte, che potrebbe portare a una rescissione prematura ma che potrebbe anche essere la base per un’intesa più lunga se il team riuscisse davvero a compiere quei passi verso la vetta.

Carlos Sainz – Alpine: quando la volpe non arriva all’uva…
In chiusura, però, va sottolineato anche un altro aspetto. Flavio Briatore non ha mai fatto mistero di aver voluto fortemente Carlos tra le sue fila. Lo ha raccontato in ogni situazione, addirittura in un’intervista al TG1 in serale. Tuttavia, le parole sopra riportate potrebbero essere semplicemente lo sfogo di un dirigente ferito, incapace di portare a termine una trattativa che pensava poter andare a buon fine.
In effetti, per Briatore e per Alpine è stato un bello smacco vedersi le porte sbattute in faccia. Perché in fondo non è stata una questione di soldi – Briatore ha ammesso che avrebbero provato in ogni modo ad accaparrarsi le prestazioni sportive dell’ex ferrarista – ma si è trattato della mancanza di fiducia verso un progetto che, nella fase in cui i due soggetti trattavano, non offriva stabilità poiché dalle sedi operative scaturiva solo un grande caos.
Probabilmente le negoziazioni sono avvenute in un periodo storico infausto, sicuramente prima che la compagine francese si legasse con Mercedes e iniziasse, nel finale di campionato, a mostrare prestazioni solide frutto di un pacchetto di aggiornamenti che ha fatto svoltare la A524, come abbiamo raccontato in questo focus tecnico: leggi qui.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Alpine, Formulacritica, Williams