Mentre il mondo della F1 era concentrato sui test in Bahrain, fan e appassionati si divertivano a prendere in giro il circuito del Sakhir per un black-out elettrico, la rottura di un vetro della cabina riservata al direttore di gara e un pulmino partito in ritardo ai bordi della pista. Nel frattempo, il circuito storico di Jerez de la Frontera, che ospitò il Gran Premio di Spagna e d’Europa di F1 tra gli anni ’80 e ’90 e attualmente è sede del Campionato Mondiale di Motociclismo, veniva colpito da una violenta alluvione.
Nonostante i danni ingenti, gli organizzatori hanno rassicurato Dorna e Liberty Media che il Gran Premio di Spagna del Motomondiale, in programma nel weekend del 25-27 aprile, non è a rischio.
Non è il primo circuito spagnolo a subire danni da alluvione: basti pensare alla catastrofe che pochi mesi fa ha colpito la città e la regione di Valencia. Il circuito valenciano non si è salvato dalla furia della natura, tanto da costringere Dorna a cancellare l’ultimo Gran Premio della stagione 2024 e sostituirlo con il “Gran Premio della Solidarietà”, organizzando una seconda gara a Barcellona.

Per quanto riguarda la Formula 1, due circuiti sono particolarmente a rischio alluvioni: Spa in Belgio e Imola in Italia. Il circuito delle Ardenne, spesso vittima di allagamenti a causa del fiume che dà il nome alla celebre curva “Eau Rouge”, è noto per i problemi legati alle piogge e alla neve. Ricordiamo il disastroso Gran Premio del 2021, corso interamente dietro la safety car, con enormi disagi per gli spettatori.
Poco meno di due anni fa, l’Emilia-Romagna fu messa in ginocchio dal maltempo. L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola fu sommerso dal vicino fiume Santerno, rendendolo inagibile e costringendo alla cancellazione del Gran Premio di F1 previsto in quei giorni. Per evitare futuri allagamenti, sono in corso lavori di messa in sicurezza, di cui vi abbiamo già parlato in precedenza: leggi qui.
Liberty Media tiene molto alla sicurezza e alla manutenzione dei circuiti, ma la combinazione tra la furia della natura e la mancanza di risorse economiche da parte degli organizzatori europei, strozzati dalle esose richieste di Englewood e dalla scarsa volontà politica di alcuni governi, sta spingendo la detentrice dei diritti commerciali della F1 verso nuove mete. Americhe, Medio Oriente e Asia, con budget ben più consistenti, stanno diventando sempre più attraenti.

Persino il Ruanda, sostenuto dal Qatar, ha un budget superiore a quello di molti Paesi europei. Il primo circuito europeo a farne le spese è stato Spa, che ha ottenuto un rinnovo quinquennale ma è stato costretto ad accettare la logica della “rotazione tra Gran Premi europei”. Per Imola, al momento non ci sono speranze di rinnovo del contratto, ma si sta lavorando per rientrare almeno nella rotazione degli eventi europei.
Non sono solo le ricchezze degli Stati esotici a minacciare i circuiti europei, ma anche Madre Natura. Sta agli organizzatori e ai governi proteggere i propri beni dalla sua furia, preservando un patrimonio motoristico unico al mondo.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1