La Russia è stata messa ai margini del motorsport in seguito l’aggressione all’Ucraina. L’esclusione dal Campionato del Mondo di F1 del Gp di Sochi rientra nel programma di sanzioni che l’occidente ha definito come rappresaglia a una guerra che, dopo tre anni, non accenna a trovare un punto di svolta. Il ban, che ha riguardato anche piloti e sponsor legati al governo Putin, aveva portato all’esclusione di Nikita Mazepin e del gruppo Uralkali di proprietà del padre.
Oggi che qualche negoziato si inizia a delineare c’è chi torna a parlare del reintegro del paese euroasiatico nelle cose del motorsport. L’ex presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile, Jean Todt, ha espresso la sua opinione in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa russa Tass, sottolineando l’importanza che il Gran Premio aveva all’interno del campionato prima della sua cancellazione, avvenuta nel 2022.

Il progetto di Ecclestone e l’addio forzato
L’ingresso della Russia in Formula 1 risale al 2014, con l’inaugurazione del Gran Premio di Sochi. Il tracciato, situato all’interno del parco olimpico che aveva ospitato i Giochi Invernali nello stesso anno, rappresentava uno degli ultimi progetti sponsorizzati da Bernie Ecclestone che era persuaso a portare il Circus iridato in nuove aree geografiche, in quei paesi con una capacità di spesa più elevata rispetto a quelli tradizionali.
La pista, al di là dell’hype iniziale, non ha mai conquistato il favore del pubblico, complici gare spesso prive di spettacolo. Nonostante ciò, il Gran Premio è rimasto in calendario per otto edizioni, fino all’ultima corsa disputatasi nel 2021. Quando è scattato il regime sanzionatorio si parlava di un trasferimento all’Igora Drive, un impianto più moderno situato nei pressi di San Pietroburgo, ma il conflitto scoppiato nel febbraio 2022 ha posto fine alla collaborazione tra la FIA e la Federazione Russa.

F1 in Russia: un ritorno è possibile?
A distanza di tre anni, la possibilità di rivedere la Russia in Formula 1 appare comunque remota. Nel 2022, Nikita Mazepin si era offerto di mediare tra il suo paese natale e la FIA, ma senza successo. Nonostante le difficoltà politiche e sportive, Todt spera però in un riavvicinamento:
“Spero che la pace prevalga e che la Formula 1 possa tornare in Russia. Era una gara importante nel calendario”, ha dichiarato l’ex n°1 di Place de la Concorde.
Negli anni, la Russia ha cercato di affermarsi come una delle grandi sedi del motorsport. Oltre alla Formula 1, il Paese ha ospitato un E-Prix di Formula E, a Mosca, e una tappa della Formula 3 europea, con protagonisti futuri talenti come Max Verstappen ed Esteban Ocon. Ancora, per il 2020 era in programma anche un doppio evento con il DTM e le W Series all’Igora Drive, ma la pandemia di Covid-19 aveva interrotto i piani.
L’obiettivo della federazione russa è quello di ritornare in piena attività ma, al momento, il ritorno della Russia in Formula 1 resta un’ipotesi lontana poiché strettamente legata all’evoluzione dello scenario geopolitico. Col conflitto ancora in corso e senza sapere quali saranno le risultanze dei flebili sforzi di pace che si stanno compiendo in questi giorni è impossibile fare previsioni e tracciare una road map. Fatto sta che l’endorsement di un personaggio importante come Todt potrebbe pesare nelle valutazioni future.