L’ipotesi di vedere Max Verstappen in Mercedes è tramontata nel breve termine. Il campione olandese ha scelto di non esercitare la clausola rescissoria presente nel contratto con Red Bull, blindando così almeno per ora la sua permanenza a Milton Keynes. Una decisione dettata dalla prospettiva di riprendere il discorso vittoria interrotto in un 2025 avaro di soddisfazioni.
Eppure, dietro l’apparente stabilità si cela una variabile destinata a pesare sul medio periodo: il progetto Red Bull Powertrains-Ford. È qui che si gioca la vera partita del futuro di Verstappen.

L’incognita 2026: il debutto del nuovo motore Red Bull
Dal 2026 la Formula 1 entrerà in una nuova era tecnica, con regolamenti rivoluzionati che ridisegneranno le vetture sul fronte telaistico e aerodinamico e rimoduleranno il concetto stesso di power unit. Per la prima volta, Red Bull abbandonerà l’appoggio diretto di un costruttore esterno e scenderà in pista con un motore sviluppato internamente, in collaborazione con Ford.
Sulla carta, il progetto appare ambizioso e strutturato. A Milton Keynes è stato allestito un reparto dedicato, con investimenti enormi e l’assunzione di tecnici provenienti da realtà di primo piano, a partire proprio dal Mercedes A High Performance Powertrains di Brixworth. Ma il salto resta colossale: passare da semplice utilizzatore a costruttore di unità propulsive rappresenta una sfida che storicamente ha messo in difficoltà anche marchi blasonati.
Il rischio che il pacchetto Red Bull Powertrains non sia competitivo fin dal debutto è concreto. I tempi di sviluppo sono stretti, l’affidabilità tutta da verificare e il livello della concorrenza, guidata da Mercedes, Ferrari e Honda, si annuncia altissimo.
In questo scenario si inserisce il futuro di Verstappen. Oggi l’olandese non ha motivi per lasciare la Red Bull: il team continua a garantire vittorie, stabilità tecnica e centralità assoluta nel progetto sportivo. Ma se nel 2026 il nuovo motore dovesse rivelarsi fragile, poco performante o lontano dai riferimenti dei rivali, il quattro volte campione del mondo si troverebbe davanti a un bivio.
Restare fedele a un progetto incerto, sacrificando anni preziosi della propria carriera, oppure guardare altrove, scegliendo una squadra in grado di garantirgli la continuità di successi. Ed è qui che entra in gioco la Mercedes.

Mercedes, la porta che resta socchiusa
Il chiarimento offerto da George Russell nel media day di Zandvoort – “Non ero a rischio in Mercedes, la questione era chi sarebbe stato il mio compagno di squadra”. Così ha chiuso le speculazioni immediate su un suo possibile addio per far posto a Verstappen. Ma non ha spento del tutto le prospettive future.
Mercedes, con la sua tradizione motoristica, rappresenta un porto sicuro in vista della rivoluzione del 2026. Il reparto di Brixworth è da anni il riferimento tecnologico della Formula 1 e, sebbene la squadra abbia attraversato stagioni difficili dopo il dominio dell’era turbo-ibrida, la base tecnica resta di assoluto valore.
Per Verstappen, osservare da vicino lo sviluppo delle nuove power unit sarà fondamentale. Se Red Bull Powertrains-Ford non dovesse mantenere le promesse, il richiamo di Brackley diventerebbe fortissimo.
Il 2026 come anno chiave per Verstappen e Antonelli
Guardando al breve termine, il 2026 appare come l’anno fondamentale per gli equilibri futuri. Dopo una prima stagione di rodaggio del nuovo regolamento, sarà chiaro chi avrà interpretato meglio la transizione. In quel momento Verstappen potrà valutare concretamente se restare legato a un progetto Red Bull che rischia di trasformarsi in un azzardo, oppure affidarsi alla solidità di un costruttore come Mercedes che continua ad “amoreggiare” con l’olandese.
Per la Stella a Tre Punte, l’idea di portare in casa il pilota più forte della generazione contemporanea resta una suggestione viva. Non un obiettivo immediato, ma una possibilità che dipenderà interamente dal rendimento del motore Red Bull-Ford. A pagarne il conto potrebbe essere Antonelli che ha un’anno e dieci gran premi e una stagione intera – la prossima – per dimostrare di meritare la massima serie e un sedile d’élite come quello della Mercedes.
Se le parole di Russell hanno radici nei fatti – e non intendiamo dubitarne – è chiaro che Toto Wolff e gli altri dirigenti abbiano fatto profonde cogitazioni nelle quali si è valutata la stagione del talento bolognese che ha effettivamente pagato lo scotto del noviziato in una scuderia così strutturata e ambiziosa. Le voci che volevano Kimi in Alpine, dove avrebbe ritrovato la power unit Mercedes, ritrovano oggi nuova credibilità. Forse il bolognese è stato “salvato” dalla marcia indietro di Max che ha ri-giurato (parziale) fedeltà a Milton Keynes. Una svolta che potrebbe essere solo temporanea.
Antonelli è sotto esame e contestualmente Verstappen esamina la Red Bull. Il presente racconta di un pilota fedele alla causa austriaca, ma il futuro è tutt’altro che scritto. Il debutto del motore Red Bull Powertrains-Ford nel 2026 rappresenta un salto nel buio che potrebbe cambiare gli equilibri della Formula 1.
Se il progetto si rivelerà solido, Verstappen resterà l’uomo simbolo della Red Bull. Ma se al contrario emergessero lacune tecniche e di prestazione, l’olandese potrebbe aprire gli occhi verso nuove opportunità. E tra queste, la Mercedes che potrebbe sacrificare Antonelli creando una coppia da urlo formata da Russell e Verstappen.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Oracle Red Bull Racing
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