Al termine del Gran Premio d’Ungheria, George Russell ha festeggiato con legittima soddisfazione il suo terzo posto conquistato al termine di un acceso duello con Charles Leclerc nelle fasi finali della gara. Il pilota inglese della Mercedes, autore di un fine settimana sorprendente sia in qualifica che in gara dopo Gp difficili in cui il team anglotedesco aveva lottato con la nuova sospensione posteriore (smontata per l’occasione, ndr), ha voluto però fare chiarezza su un dettaglio tecnico che rischia di alimentare nuove discussioni a Maranello.
Nei commenti successivi al GP, infatti, il team principal della Ferrari, Frédéric Vasseur, aveva attribuito il crollo di prestazione accusato da Leclerc nel finale a un presunto danno al telaio, insinuando che fosse questa la causa delle difficoltà riscontrate dal monegasco nel contenere il ritorno della Mercedes n. 63: leggi qui. Dichiarazione che George Russell, però, ha di fatto smentito, offrendo una lettura ben diversa della situazione.

“Credo che in Ferrari fossero molto al limite con l’usura del fondo”, ha spiegato Russell nel post-gara. “Hanno cambiato mappatura motore e forse sono stati costretti a utilizzare pressioni più alte per le gomme, così da alzare un po’ la macchina. Credo sia l’unica spiegazione plausibile per la loro perdita di performance”.
Parole che, pur nella prudenza con cui sono state espresse, suonano come una replica indiretta alla narrativa offerta da Vasseur che, diciamolo, non ha convinto e ha lasciato perplesso lo stesso Leclerc che durante la gara si è aperto in un team radio che sembrava escludere danni che poi gli sono stati comunicati a bocce ferme.

Ferrari, Leclerc: il telaio non c’entra? tornano i problemi di altezza?
Secondo Russell, insomma, il comportamento anomalo della SF-25 non sarebbe imputabile a un problema strutturale come un telaio danneggiato, ma a una gestione forzata dell’altezza da terra, evidentemente dovuta a un degrado eccessivo del fondo vettura. Un’ipotesi che, se confermata, aprirebbe un fronte interno ancora più critico per la Scuderia: non un guasto accidentale, ma un problema strutturale di progettazione o d’assetto. Qualcosa di serio se consideriamo l’introduzione della nuova sospensione che certe cose le doveva far superare una volta e per tutte.
Dal punto di vista sportivo, Russell si è detto molto soddisfatto della sua corsa: “Già le qualifiche erano state una sorpresa per noi, anzi, penso tutto il fine settimana. Nel finale ho avuto la meglio di Leclerc per il terzo posto al termine di un duello forse un po’ troppo al limite”, ha ammesso.
L’inglese ha anche descritto le dinamiche del sorpasso che gli è valso il podio: “Quando ti trovi in quella situazione, ovvero ad attaccare, speri che succeda tutto tranne che chi ti precede cambi direzione in frenata. In quell’istante hai poco grip ed è difficile evitare il contatto. Non avevo spazio. Ad ogni modo meno male che non è successo niente e ho centrato il podio”.

Infine, una nota tecnica sul miglioramento mostrato dalla W16: “L’assetto diverso rispetto al solito ci ha dato una mano. Abbiamo cambiato alcune cose che ci hanno fatto trovare un bilanciamento più solido, anche se non era affatto scontato che funzionassero su questa pista”.
Il confronto tra le dichiarazioni di Russell e Vasseur sembra più di un semplice gioco di parole. È la dimostrazione di come, anche nei paddock più affollati di informazioni, la verità tecnica resti spesso materia di interpretazione. E in questo caso, Russell ha scelto di mettere in discussione la versione ufficiale Ferrari, rilanciando il tema – ben più preoccupante – della gestione aerodinamica e meccanica della SF-25 nelle fasi più delicate della gara. Per il Cavallino Rampante una sorta di smentita tecnica che rischia di pesare come un macigno.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari HP
Seguici sul nostro canale YouTube: clicca qui