George Russell è reduce da una delle sue migliori stagioni in Formula 1, specie da quando è alla guida della Mercedes. La considerazione che si trae al termine del 2025 è che è lui l’uomo su cui la squadra può fare affidamento. E a sostenere la tesi ci sono i risultati ottenuti.
I punti ottenuti sono 319, che lo posizionano al quarto posto in classifica generale. Il tutto, accompagnato da ben nove podi e due vittorie: in Canada e Singapore, due weekend rivelatisi cruciali per il team.
Russell tra pista e mercato: le ombre sul futuro Mercedes
L’annata di George Russell può essere analizzata da due punti di vista: sportivo e personale. Sul primo, ha mostrato una maggiore solidità, sia fisica che mentale, frutto anche dell’esperienza maturata, che ha messo in risalto una sua qualità: non lasciarsi abbattere dalle circostanze esterne.
Sul lato personale, la stagione di Russell è stata – se così possiamo dire – un po’ travagliata. Il tutto, dovuto alle trattative contrattuali con la squadra, che si sono estese per un bel po’ in seguito alle voci dell’interessamento di Toto Wolff nei confronti di Max Verstappen.
Situazione che non sembra aver distratto il talento di King’s Lynn che, come afferma in un’intervista rilasciata ai media e riportata da PlanetF1, è un qualcosa che lo ha toccato solo in parte. E la pista conferma quanto detto.
“È molto semplice”, racconta Russell. “A volte ti senti apprezzato se pensi di ottenere ciò che meriti e ti senti poco apprezzato se non è così, indipendentemente dalle conversazioni in corso”. E poco dopo aggiunge: “Non si è trattato di una distrazione, perché mi sono concentrato solo sulle corse”.
E a proposito di maturità, la sua viene fuori in questo passaggio: “Credo ci siano anche delle lezioni per me. Qualunque siano le voci provenienti dall’esterno, non c’è davvero bisogno di preoccuparsene troppo. Puoi essere la persona più simpatica o la più odiata, ma se sali in macchina e fai il tuo lavoro, nessuno ricorda o pensa al resto. Conta solo il tempo sul giro”.

Costanza e lucidità: il vero salto di qualità di Russell
Nel corso delle ventiquattro gare, è emersa un’altra qualità di George Russell, ossia saper cogliere le opportunità lasciate dagli avversari. Prima della fase europea, Mercedes ha permesso al driver inglese di poter essere in lotta con McLaren e Max Verstappen.
Una costanza in termini di prestazioni, anche quando le voci lo davano lontano da Brackley. E alla domanda se si sentisse orgoglioso di quanto è riuscito a fare, risponde: “Credo di non averne mai dubitato, almeno per quanto riguarda il modo in cui avrei performato sotto una certa pressione”.
Da quanto rilasciato in seguito emerge un altro suo punto di forza: “Singapore è stato probabilmente il weekend in cui la tensione nelle trattative era più alta, ed è stato proprio il fine settimana in cui ho disputato la mia miglior gara dell’anno”. Gara in cui ha saputo gestire e tenere a bada Max Verstappen.
“Quindi sì”, aggiunge, “penso di poter essere orgoglioso di come ho gestito tutto, ma non ne ho mai dubitato. Non pensavo che avrebbe migliorato le mie prestazioni, né che le avrebbe peggiorate”.
Ovviamente, non sono mancati i giorni no e quelle sensazioni di non sentirsi al massimo. George conclude: “Ho imparato che, per me, indipendentemente dalle emozioni, queste non hanno mai davvero influito sulle mie prestazioni. Quindi sapevo che tutto quel rumore non avrebbe avuto alcun impatto su di me”.
Il futuro passa dal 2026: conferme e nuove pressioni
Sebbene l’anno prossimo Russell sia alla guida di Mercedes, potrebbe non essere sufficiente affinché dorma sonni tranquilli. Il pilota #63 è chiamato a confermare quanto visto durante l’anno, in modo da far avvenire in maniera automatica il suo rinnovo.
Infatti, se nella prossima annata riesce a raggiungere un determinato obiettivo (probabilmente si tratta del duello interno con Antonelli), automaticamente sarà alla guida della monoposto silver anche nel 2027. Una riconferma per evitare che si formi il dream team di Toto Wolff – Verstappen e Antonelli – e per non farsi battere dal suo team mate.
Kimi, è il suo primo rivale e, anch’egli, ha dimostrato di poter essere il futuro della squadra. Ha imparato tanto e la sprint pole a Miami, il podio in Canada o l’aver tenuto alle sue spalle Max in Brasile, ne sono un esempio. Il 2026, quindi, non sarà soltanto un banco di prova tecnico, ma anche identitario: Russell è chiamato a dimostrare che quanto visto quest’anno non è stato un picco, bensì la base su cui costruire il futuro della squadra di Brackley.
Crediti foto: Mercedes-AMG PETRONAS F1 Team, Formula 1
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