Nel paddock del FIA WEC aleggia un’aria particolare quando si parla di Robert Kubica. Non è solo una questione di risultati, nonostante quelli parlino chiaro: la vittoria a Le Mans nel 2025 e attuale secondo posto a 12 punti dal vertice della classifica. È qualcosa di più profondo, qualcosa che affonda le radici nell’essenza stessa della competizione e della resilienza umana.
Intervistato dal portale ufficiale del WEC, Kubica ha rilasciato parole che risuonano come un inno al potenziale umano: “Penso che il nostro cervello sia molto più potente di quanto ci rendiamo conto, e che noi come esseri umani siamo in grado di fare cose incredibili. Questo è un settore in cui sento di poter aiutare“.
La tenacia di Kubica
Non sono frasi gettate al vento. Per chi conosce la storia di Kubica, queste parole assumono un significato ancora più potente. L’ex pilota di Formula 1, che nel 2011 fu protagonista di un terribile incidente durante un rally in Italia che compromise gravemente il suo braccio destro, è da anni un simbolo vivente di tenacia, rinascita e determinazione. È tornato alle corse ad altissimo livello, e oggi, nel mondo dell’Endurance, non solo compete: vince.
Il ritorno al COTA
Il Circuit of the Americas (COTA), ad Austin, non è semplicemente una delle tappe più affascinanti del calendario FIA WEC. Per Kubica è molto di più. È il teatro di una vittoria fondamentale nel settembre 2024, la prima vera dimostrazione che un altro importante successo come quello di Le Mans poteva diventare realtà. Quella vittoria fu un messaggio chiaro: Kubica era tornato ai vertici. E lo aveva fatto non solo con la sua guida precisa e aggressiva, ma con una preparazione mentale e fisica fuori dal comune.
Tornare quest’anno su quel tracciato, dopo il trionfo assoluto alla 24 Ore di Le Mans, significa chiudere un cerchio. O forse aprirne un altro. La stagione 2025 del WEC sta vivendo un momento di straordinaria competitività, ma Kubica, insieme al suo team, si presenta al COTA come uno dei favoriti. Il motivo? Oltre alla conoscenza della pista e all’eccellente lavoro tecnico svolto sulla vettura, c’è quella consapevolezza mentale che traspare in ogni sua parola.

La mente come strumento da corsa
Leggere le ultime dichiarazioni di Kubica, significa ascoltare un uomo che ha saputo integrare il dolore, l’esperienza e la passione in una dimensione superiore della competizione. In un campionato dove la resistenza fisica e mentale è fondamentale, in gare che durano 6, 12 o addirittura 24 ore, la capacità di restare lucidi, concentrati e costanti fa la differenza.
Il pilota polacco non è solo un esempio di recupero fisico, è il simbolo di come la mente, se ben allenata, possa spingere un atleta oltre i propri limiti. È anche per questo che le sue parole colpiscono tanto: “Non ci rendiamo conto di quanto siamo capaci finché non siamo messi davvero alla prova”. Una riflessione che va oltre l’automobilismo e che risuona con forza anche tra i fan.
Il prossimo impegno
La prossima gara sul tracciato texano sarà dunque una sfida che sa di crocevia. Non solo per i punti in palio, ma per il significato simbolico che porta con sé. Kubica vi arriva forte di una stagione finora brillante, con il morale altissimo e una macchina che ha dimostrato affidabilità e velocità. Ma più di tutto, ci arriva con una testa libera, lucida, consapevole.
Nel mondo delle corse, si dice spesso che la testa fa almeno metà del lavoro. Kubica ne è la dimostrazione vivente. E mentre gli appassionati si preparano a un’altra battaglia serrata, sanno già che ogni giro percorso dal pilota polacco al COTA sarà un tributo alla forza della mente e alla straordinaria capacità dell’uomo di superare ogni barriera.
In fondo, come ha detto lui stesso, “siamo in grado di fare cose incredibili”. E a giudicare da quello che ha fatto finora, Robert Kubica è lì per dimostrarcelo, curva dopo curva.
Foto Ferrari Media Centre
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