In ricordo di Jules Bianchi

Al GP del Giappone sono legati molti ricordi. Tanti stupendi, altri tragici. A Suzuka l'incidente che ci portò via Jules Bianchi

Se pensiamo al Gran Premio del Giappone sicuramente i ricordi che ci verranno alla mente sono le battaglie per le assegnazioni dei titoli mondiali.

Ricordiamo il 1976 che assegnò la vittoria a James Hunt a causa del ritiro di Niki Lauda che tornava a gareggiare dopo un gravissimo incidente al Nurburgring. Il 1987 con la lotta tra i due piloti della Williams, Nigel Mansell e Piquet. Il 1989 con un duello epocale tra Senna e Prost e tante altre fino ad arrivare ai giorni nostri.

Ma il Gran Premio del Giappone nell’era moderna reca anche la firma di una brutta pagina del motorsport.

Le condizioni meteo nel paese del Sol Levante durante i Gran Premi non sono mai ottimali: in varie occasioni, difatti, le qualifiche si sono svolte poche ore prima della gara. Il 5 Ottobre del 2014 il tempo come sempre non era dei migliori.

Sul tracciato di Suzuka si era abbattuto un fortissimo temporale e la visibilità in pista era ridotta ai minimi termini. Nel 43esimo giro il pilota della Force India, Adrian Sutil perde il controllo della sua vettura finendo contro le barriere. Per recuperare la monoposto è necessario l’intervento di una gru mobile.

Nel giro successivo una Marussia si schianta violentemente contro il mezzo di soccorso, il pilota era Jules Bianchi. Un impatto violento che, di fatto, metterà  fine alla vita del 25enne francese.

Jules Bianchi
I concitati attimi che seguirono il tragico incidente di Jules Bianchi a Suzuka, Gp Giappone 2014

Trasportato immediatamente in ospedale con un gravissimo trauma cranico, gli occhi di Jules non si sono mai più riaperti. Nonostante i due interventi subiti nella notte dell’incidente, il suo calvario è durato 9 lunghissimi mesi. Il 17 Luglio 2015 a Nizza il suo cuore ha messo di battere.


Jules Bianchi: l’incidente si poteva evitare? Di chi è stata la colpa?

Sono tante le domande che ancora oggi ci si pone. Quattro ore prima del via di quel Gran Premio la Federazione aveva deciso di dare bandiera rossa e non far iniziare la gara. C’è chi dice che invece la colpa fosse  di Jules che non ha decelerato. L’unica cosa certe è che c’è stata parecchia negligenza nella situazione che si era creata.

Perchè quella gru era in una parte di circuito dove non doveva esserci? Perchè non è arrivato un ordine di farla rientrare e toglierla da quel punto? Purtroppo a queste domande non ci sono mai state risposte concrete e le indagini sono sempre state fumose.

Non è dato neanche sapere con certezza le dinamiche dell’incidente, le immagini tv per ovvi motivi non sono mai state diffuse e Adrian Sutil non ha mai rilasciato dichiarazioni specifiche.

Il sogno di Jules era quello di correre in Ferrari, non a caso Sebastian Vettel, nella vittoria del Gran Premio di Ungheria del 2015 ha espresso parole per lo sfortunato collega. “Jules, questa vittoria è per te. Sappiamo tutti che, prima o poi, avresti fatto parte di questa squadra“.

E’ stato proprio il talento di Jules Bianchi che ha spinto Maranello a fondare la “Ferrari Driver Academy” di cui lui faceva parte. Un ragazzo amato da tutti con qualità impressionanti da pilota, così era descritto da chiunque abbia incrociato il suo cammino.

Possiamo solamente immaginare come sarebbe stato il suo futuro, sicuramente lo avremo visto correre per la scuderia di Maranello, magari proprio insieme al suo grande amico Charles Leclerc.

L’unica cosa certa è che da ormai 10 anni sul Gran Premio del Giappone c’è sempre un velo di malinconia in ricordo di quel tragico incidente. Ciao Jules, il nostro pensiero è sempre rivolto a te.


Crediti foto: F1

Exit mobile version