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Home F1

F1, Riccardo Paletti: un ragazzo

In occasione del Gran Premio del Canada raccontiamo la storia di Riccardo Paletti che nella terra degli aceri perse la vita.

Giovanni Tito by Giovanni Tito
6 Giugno 2024
in F1, News, Profili
Tempo di lettura: 5 minuti
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Riccardo Paletti

Riccardo Paletti

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Riccardo Paletti nasce a Milano il 15 giugno del 1958. Figlio di Arietto, imprenditore di successo nel campo immobiliare, e di Gianna Paletti.

Lui, rispetto a tanti altri suoi colleghi, non ha la passione per i motori, ma si dedica agli sport di contatto come il karate in cui si laureò, a 13 anni, campione juniores e agli sport di montagna, come lo sci alpino. La scintilla col mondo del motorsport scatta soltanto a 19 anni dopo la maggiore età.

Riccardo Paletti: la carriera nelle categorie propedeutiche

Nel 1978 fece il suo esordio nella Formula Super Ford. In questa serie riuscì a portarsi molto spesso in testa ma non vinse alcuna gara. Fu in grado di conquistare 3 podi, due secondi posti ed un terzo piazzamento concludendo al 3° posto nella classifica piloti.

Sul finire del 1978 debuttò anche nella F3, a Misano, con la March 792 con motore BMW. Esperienza che si concluse con un ritiro.

Nel 1979 si concentrò completamente nella F3 ma il campionato fu particolarmente negativo. I suoi migliori risultati furono due quinti posti. Prese parte ad alcune gare di F2, con Mike Earle nella sua scuderia omonima, da suo compagno di squadra. Il miglior risultato fu un ottavo posto, a Misano.

Nel 1981, Paletti partecipò alla F2 europea con la Onyx Racing, squadra con cui Mike Earle aveva stretto un accordo di sponsorizzazione.

Al debutto di Silverstone, partendo dalla 10° casella in griglia, riuscì ad issarsi fino alla 2° piazza. Al Gran Premio successivo, ad Hockenheim, a causa di noie al motore, fu costretto al ritiro. Ma segnò il giro più veloce in gara.

Ritornando di nuovo in Inghilterra, sul tracciato di Thruxton, riuscì a portarsi a casa il secondo ed il suo ultimo podio in tutta la sua carriera: un 3° posto.

Da lì in poi i ritiri si alternarono a risultati scadenti. Da menzionare un 6° ed un 10° posto nei gran premi casalinghi di Vallelunga e al Mugello e un 15° posto a Spa-Francorchamps, in Belgio.

Riccardo Paletti
Riccardo Paletti

Riccardo Paletti, l’approdo in Formula 1

Sul finire della stagione del 1981, la Pioneer convinse Paletti ad approdare in F1 per il campionato 1982. Il pilota italiano si dimostrò titubante a quell’offerta preferendo lavorare e maturare in F2. Ma alla fine accettò la proposta e debuttò nel Circus iridato nel 1982.

Riccardo Paletti così entra a far parte della scuderia Osella con l’esperto pilota francese, Jean-Pierre Jarier, come compagno di squadra.

Durante i test invernali Paletti dovette girare con la vettura dell’anno precedente, ma fu uno dei primi a lavorare con uno staff sanitario che monitorava le sue condizioni fisiche e cardiache tramite dei sensori attaccati al corpo. All’epoca quasi nessun pilota si preoccupava delle condizioni del proprio fisico durante i Gran Premi.

Al debutto in Formula 1 con la nuova monoposto, al Gran Premio del Sudafrica, in piena guerra FISA-FOCA, mancò la qualificazione alla gara. In Brasile e al successivo Gran Premio, quello degli Stati Uniti Ovest, a Long Beach, non riuscì a qualificarsi per il GP domenicali.

Al Gran Premio di Imola (qui la storia), anche grazie al boicottaggio delle scuderie britanniche, con appena 14 auto in pista riuscì a qualificarsi per la gara. Evento che purtroppo per lui durò solo 7 giri per un problema alla sospensione.

Ai Gran Premi successivi, in Belgio, quello in cui perì il ferrarista Gilles Villeneuve, e a Monte Carlo non si qualificò per la gara. I rapporti con la Osella per la scarsa competitività e con il compagno di squadra Jean-Pierre Jarier andarono via via deteriorandosi.

Al Gran Premio di Detroit Paletti riesce a qualificarsi per la gara, ma nel warm-up del mattino ha un’incidente. Il pilota italiano avrebbe potuto prendere parte alla gara ma l’estintore sull’altra Osella di Jarier esplose costringendo il team a dare il muletto al pilota francese. 

Jarier toccò subito uno dei muri del tracciato di Detroit ma riuscì a tornare ai box. Mentre la monoposto era nella fase finale di riparazione, appena prima che Paletti ci salisse a bordo, il team decide di affidare la vettura  messa a posto al francese. Paletti fu costretto per l’ennesima volta ad assistere alla gara dai box.

Riccardo Paletti
La vettura di Riccardo Paletti dopo il fatale incidente nel Gp del Canada 1982

Riccardo Paletti, la morte: Montreal ‘82

Al Gran Premio successivo, in Canada, il 13 giugno 1982, sulla pista di Montreal, per la prima ed ultima volta, Riccardo Paletti si qualificò per la gara. Partiva in ultima posizione. Pochi secondi prima dello spegnimento dei semafori la Ferrari del pilota francese Didier Pironi va in stallo.

Il ferrarista segnalò prontamente con le braccia che la sua vettura aveva un guasto, ma era troppo già tardi. Alcuni piloti, pur colpendo la Ferrari di Pironi, proseguirono la gara. Ma la Osella di Riccardo Paletti centrò in pieno la Rossa, a circa 180 km/h.

Paletti perse conoscenza. Pironi, uscito dalla sua monoposto senza conseguenze, si diresse a soccorrere il collega insieme al medico della F1, Sid Watkins. La vettura di Riccardo prese fuoco che fu subito spento dai soccorritori. Estratto dalla monoposto dopo 20 minuti, fu trasportato in ospedale e spirò poco dopo il ricovero. Le cause del decesso furono le fratture al torace e le inalazioni dei fumi degli estinguenti.

Due giorni dopo avrebbe compiuto 24 anni. Nel pubblico era presente anche la madre giunta all’impianto di Montreal all’insaputa del figlio. Proprio in quei giorni, Paletti discuteva con Mike Earle, per un suo ritorno in F2.

Riccardo Paletti fu il secondo pilota a perdere la vita in quell’annata. Un mese prima la stessa, triste, sorte era toccata a Gilles Villeneuve. Fu l’ultimo pilota a perire durante un Gran Premio di F1 prima del maledetto week end del Gran Premio di San Marino del 1994 in cui scomparvero Roland Ratzenberger, durante le qualifiche, e il tre volte campione del mondo Ayrton Senna, in gara.

Riccardo Paletti riposa nel Cimitero Maggiore di Milano. Numerosi sono i tributi a lui dedicati. La rivista Autosprint gli onorò il Premio Riccardo Paletti, che veniva assegnato ai piloti italiani di maggior successo. Un altro premio fu introdotto a suo nome per la squadra dei meccanici più efficienti durante i Gran Premi.

L’autodromo di Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, è intitolato a lui. Così come una sala della Scuola della Musica di Milano. Un altarino, nella chiesa di Santa Maria al Carriobiolo, nella cappella del Crocifisso di Monza, è intitolata a lui.

Riccardo Paletti, forse, non era ancora pronto per il grande salto in Formula 1. Un mondo che sa essere spietato e senza scrupoli verso i più deboli. La sua titubanza iniziale aveva basi fondate ma non possiamo negare che forse, nonostante tutto, la sua avventura non sia stata vana. Riccardo Paletti, uno di noi. 


Crediti foto: F1

Tags: F1NewsRiccardo Paletti
Giovanni Tito

Giovanni Tito

Non sono asociale. Amo le persone nei film e le serie TV... Anche negli anime 🎥🎬📽️📺

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