Un tribunale tedesco ha emesso le condanne nei confronti di tre uomini coinvolti in un tentativo di ricatto ai danni della famiglia di Michael Schumacher. Il gruppo aveva minacciato di pubblicare sul dark web immagini, video e referti medici riservati del sette volte campione del mondo di Formula 1, chiedendo l’assurda cifra di 15 milioni di euro.
Le condanne
Il tribunale distrettuale di Wuppertal, nella Germania occidentale, ha inflitto tre anni di carcere a uno dei principali responsabili del piano estorsivo. Un secondo imputato, accusato di favoreggiamento, ha ricevuto una condanna a sei mesi con sospensione condizionale della pena. Infine, un’ex guardia di sicurezza della residenza dell’ex pilota è stata condannata a due anni con sospensione della pena, nonostante abbia negato il proprio coinvolgimento nell’estorsione.
L’agenzia di stampa tedesca DPA ha riferito che il giudice Birgit Neubert ha ritenuto l’ex guardia di sicurezza particolarmente colpevole per aver tradito la fiducia della famiglia, violando il dovere di protezione a cui era tenuto. L’avvocato della famiglia Schumacher, Thilo Damm, ha annunciato l’intenzione di fare appello contro questa sentenza, chiedendo una pena detentiva più dura, di quattro anni.
La privacy di Michael Schumacher e il morboso interesse mediatico
Michael Schumacher, 56 anni, non appare in pubblico dal dicembre 2013, quando rimase vittima di un grave incidente sugli sci che gli causò una lesione cerebrale. Ritiratosi dalla Formula 1 nel 2012, fu dimesso dall’ospedale nel settembre 2014 e da allora viene assistito privatamente nella sua residenza in Svizzera.
La sua famiglia ha sempre chiesto il massimo rispetto per la privacy del campione, opponendosi a qualsiasi tentativo di divulgazione di informazioni riservate. L’estorsione tentata dal trio condannato rappresentava una minaccia diretta a questa riservatezza. Nonostante le autorità tedesche abbiano confiscato gran parte del materiale compromettente, risulta ancora disperso un secondo disco rigido contenente ulteriori dati.

Precedenti azioni legali
L’interesse mediatico sulle condizioni di Schumacher è stato costante negli anni, spesso sfociando in episodi controversi. Nel 2023, la famiglia Schumacher ha vinto una causa contro l’editore della rivista tedesca Die Aktuelle, che aveva pubblicato un’intervista generata dall’intelligenza artificiale spacciandola per autentica. La copertina del magazine recitava: “Michael Schumacher, la prima intervista!“, ingannando i lettori. La sentenza ha stabilito un risarcimento di 200.000 euro per la famiglia, mentre l’editore Funke Magazines ha licenziato il caporedattore della rivista e pubblicato scuse ufficiali.
L’episodio del tentato ricatto evidenzia ancora una volta le pressioni mediatiche e i rischi legati alla violazione della privacy di una delle più grandi leggende della Formula 1.