Nei giorni scorsi è stata annunciata la fine del rapporto tra la FIA e Johnny Herbert, un’altra decisione firmata da Mohammed Ben Sulayem, sempre più attivo nel processo di ristrutturazione interna dell’ente che guida da quattro anni. Ma dietro questa scelta c’è forse l’influenza di qualcuno in particolare? Uno degli indiziati si chiama fuori con parole chiare.
Christian Horner ha dichiarato che Max Verstappen non ha “assolutamente nulla a che fare” con la rimozione di Johnny Herbert dal ruolo di commissario FIA. L’ex pilota, che in carriera ha corso anche con la Benetton, è stato sollevato dall’incarico di volontario dopo che la Federazione ha ritenuto il suo lavoro di opinionista “incompatibile” con i requisiti del ruolo di steward.
Il team principal della Red Bull ha appoggiato questa decisione, facendo un parallelo con la Premier League per rafforzare il suo punto di vista. Secondo Horner, non è possibile avere “un piede in due scarpe” tra arbitraggio e media.
A innescare la polemica sarebbero stati i commenti di Herbert sulla condotta in pista di Verstappen durante il Gran Premio di Città del Messico, che hanno portato Jos Verstappen a replicare con dure critiche all’ex pilota Benetton e Stewart attraverso la stampa.

La vicenda si inserisce in un dibattito più ampio sullo stewarding, con sempre più voci che chiedono alla FIA di introdurre commissari a tempo pieno anziché affidarsi a volontari. L’obiettivo sarebbe ridurre il rischio di conflitti di interesse ed evitare che chi ricopre questo ruolo debba cercare altri impieghi, come nel caso di Herbert.
Per Horner, l’attuale sistema è “totalmente inappropriato”. “Innanzitutto – ha spiegato il team principal della Red Bull a Sky Sports – questa vicenda non ha nulla a che fare con Max, ma è senza dubbio la decisione giusta. Non si possono avere steward che lavorano anche nei media“.
“Non succede in Premier League né in nessun’altra disciplina sportiva professionistica. O sei dalla parte della regolamentazione sportiva o sei dalla parte dei media. Non si può avere un piede in due scarpe“.
Una presa di posizione netta, ma non richiesta. Excusatio non petita, accusatio manifesta? Lasciateci essere un po’ cattivi…
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, FIA