Renault dice addio alla F1 ma traccia il futuro dell’automotive

Il gruppo Renault, che detiene il marchio Alpine, è pronto a dismettere la produzione di power unit per la F1. Risorse che si liberano per affrontare le nuove sfide tecniche e politiche dell'automotive del futuro

Il 2035 si avvicina. Questa è la data in cui l’Europa ha deciso di vietare la produzione di auto basate su motori endotermici, con l’elettrico come unica via. Una politica che non convince i costruttori, e che la Formula 1 potrebbe far rivalutare grazie allo studio degli ecocarburanti, che entro il 2030 si prevede possano produrre emissioni zero allo scarico.

È una partita importantissima quella che gioca la classe regina del Motorsport, e che potrebbe contribuire a far cambiare decisioni prese dai politici comunitari, aprendo il futuro a una pluralità di soluzioni propulsive. Non solo l’elettrico, ma anche l’ibrido e, perché no, l’endotermico puro, alimentato da carburanti pienamente sostenibili sia nella creazione che nelle emissioni.

La Renault, che probabilmente, in veste di motorista, dirà addio alla Formula 1 nel 2026, gioca una partita importante in questo senso. Ne ha parlato Luca De Meo, l’amministratore delegato del gruppo. La Losanga ha acquisito grandi competenze nel settore elettrico, ma anche in quello ibrido, esperienza maturata proprio nella massima serie, visto che i motogeneratori elettrici abbinati ai motori endotermici si vedono dal 2009, quando il KERS fu introdotto nel regolamento tecnico.

Nel 2014, poi, i propulsori sono diventati veri e propri ibridi, che contano su un motore a scoppio abbinato a due motogeneratori. Questo modello, come ormai noto, verrà rivisto in chiave 2026, quando vi sarà una semplificazione delle Power Unit, che però porterà all’aumento della quota elettrica nel computo totale.

Sembra quindi paradossale che Renault possa dire addio alla Formula 1, pur avendo operato in un regime che prevede una buona quota elettrica per 15 anni, acquisendo competenze che potrebbero essere ulteriormente affinate. Ma evidentemente la politica industriale mette al centro altre necessità, e si preferisce allocare quelle competenze nella creazione di motori di serie.

Flavio Briatore e Luca De meo, Alpine F1 Team. Crediti foto: XPB Images

Come affronterà Renault il problema dell’elettrificazione imposta dall’Europa? Risponde De Meo alla Gazzetta dello Sport. A seguire il testo tratto dalla rosea odierna. ”Non ce la caveremo con date di scadenza e multe. Abbiamo bisogno di una strategia industriale a livello europeo in cui l’automobile possa giocare un ruolo”. 

De Meo, che è anche presidente dei costruttori europei riuniti in Acea, riassume così le preoccupazioni delle case automobilistiche sulle scelte politiche internazionali. Non è solo il divieto di vendere auto termiche nuove dal 2035 nell’Unione Europea: entrano in gioco anche tagli sempre più corposi alle emissioni dei motori a combustione fin dal 2025, sia in Europa che negli Stati Uniti.

Come reagisce la Renault a questi problemi?

«Molti progetti sull’auto elettrica non stanno andando alla velocità necessaria. Ma io credo che alla Renault siamo in una posizione relativamente più comoda, perché abbiamo puntato molto presto sulla parte elettrica; vendiamo vetture piccole, dall’impatto ambientale più limitato. E la tecnologia dell’ibrido conta per il 60-70% del mix. Però il problema è di tutta l’industria e vorrei sottolineare che è molto più urgente parlare del 2025 che non del 2035″.

E l’Euro 7?

Intanto avremo da introdurre quello che chiamano Euro 6 e-bis, che arriverà fondamentalmente già nel 2026. L’Euro 7 avrà una logica un po’ diversa da quella iniziale. Quindi il lavoro sull’emissione dei motori a combustione continuerà e bisognerà capire i dettagli tecnici e temporali. Ma ci adatteremo”.

I costruttori cinesi in Europa puntano su benzina e ibrido, più che sull’elettrico, insidiando Dacia (gruppo Renault). Le contromisure?

Noi siamo abituati alla competizione. Credo che siamo abbastanza armati, in particolare su tutto il mondo delle vetture a combustione, nel proporre dei prodotti attraenti per il cliente. I costruttori europei hanno sicuramente un savoir-faire molto importante, quindi ce la giocheremo come abbiamo sempre fatto in Europa”.

Pensa che la Renault 4 elettrica, in arrivo al Salone di Parigi, possa replicare le fortune del modello storico in fatto di economicità e praticità?

Abbiamo cercato di essere fedeli al concetto iniziale, perché volevamo ritornare a quello spirito pratico e tuttofare della R4 storica. È chiaro che non stiamo parlando della stessa vettura, ma di un’auto sofisticata tecnologicamente”. 

Avremo a disposizione autonomie oltre i 400 km, per cui credo che avremo una delle proposte più interessanti nel mercato. Sarà una replica del successo degli anni che furono? Non credo, perché abbiamo venduto più di otto milioni della R4 classica in trent’anni; il mercato è cambiato, le cose vanno molto più velocemente”.


Crediti foto: Alpine F1, Renault

Foto Copertina: Motorsport Images

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