Sull’asfalto bollente di Monza si annunciava una domenica difficile per la Red Bull visto che la McLaren, nelle giornate calde, è un avversario che non concede tregua. Laurent Mekies non lo nascondeva alla vigilia del Gp d’Italia: si aspettava una gara di sofferenza, fatta di difesa strenua. E invece, quando il semaforo si è spento, la realtà ha preso una piega inattesa.
Max Verstappen, dalla pole position, ha gestito l’unico momento di vera tensione già alla prima curva, quando ha dovuto restituire il comando a Lando Norris dopo un’escursione alla chicane. Un colpo al cuore per il box Red Bull, consapevole che cedere il passo a una McLaren tanto competitiva poteva significare dire addio a ogni ambizione di vittoria. Ma il campione olandese ha trasformato quella rinuncia in una mossa di astuzia: rimanere nella scia, attendere il momento giusto, e poi colpire. Il sorpasso che lo ha riportato al comando ha spazzato via ogni dubbio. Da lì in avanti, la sua corsa è stata un monologo.

Mekies, a fine gara, non ha risparmiato elogi: “Un weekend perfetto, senza la minima sbavatura. Pensavamo di doverci difendere, invece abbiamo scoperto di avere un passo superiore. Max ha fatto qualcosa di straordinario”.
Il contrasto con il passato è evidente. Solo un anno fa, la Red Bull aveva vissuto a Monza uno dei punti più bassi della stagione, con un sesto posto per Max e l’ottavo di Sergio Pérez. Durante le ultime settimane, ingegneri e aerodinamici hanno rivoltato la RB per cucirle addosso un assetto specifico per il Tempio della Velocità. Stavolta, la scommessa ha pagato oltre ogni aspettativa. “Nel 2024 eravamo in difficoltà estrema – ha ricordato Mekies – ma il lavoro svolto ci ha permesso di arrivare qui con soluzioni mirate. Direi che abbiamo persino superato il target iniziale”.

La chiave tecnica è stata la possibilità di abbassare ulteriormente la monoposto, una scelta delicata che rischiava di compromettere il bilanciamento. Verstappen non solo ha accettato la sfida, ma ha spinto il team a insistere su quella strada. In cambio, ha trovato un’auto capace di restituirgli la fiducia necessaria per guidare al limite. “Il posteriore lavorava alla perfezione – ha raccontato l’ex Ferrari e VCARB – e nonostante le difficoltà nelle libere, Max ci ha chiesto di proseguire. È stato lui a indicarci la direzione e noi abbiamo trovato il modo di adattare la macchina”.
Quando la bandiera a scacchi è calata, i numeri hanno raccontato la storia meglio di qualsiasi parola: 19 secondi di vantaggio sul primo inseguitore. Per Mekies, la prima vittoria da capo squadra; per Verstappen, la terza affermazione stagionale, quella che ha avuto il sapore della supremazia assoluta.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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