Red Bull – Visa Cash App: la F1 tollererà ancora la monoproprietà?

Due team per una sola proprietà. La F1 per ora tollera ma all'orizzonte si profilano restrizioni che potrebbero penalizzare la Red Bull

In Formula Uno c’è un elemento che cozza col modello elitario basato sulle dieci squadre che FOM e team stessi stanno provando a proteggere in ogni modo. Ne sa qualcosa il gruppo Andretti che, pur superando l’esame della FIA, si è visto sbattere le porte in faccia da chi detiene i diritti commerciali della serie.

Una partita non ancora chiusa perché Michael va avanti e poiché altri soggetti, leggasi il Congresso degli Stati Uniti d’America, sono entrati in ballo con la possibilità di modificare verdetti ormai non più scontati.

In uno schema così rigido l’anomalia, finora tollerata, è quella di un gruppo che possiede due franchigie. Ovviamente il riferimento è a Red Bull GmbH, il colosso proprietario dell’omonimo gruppo di Milton Keynes e della Visa Cash App con sede a Faenza (anche se negli ultimi tempi molti comparti sono stati spostati nel campus inglese, a conferma di un legame sempre più forte).

Liberty Media non ha eccepito su questa particolarità ma ieri Stefano Domenicali qualche dubbio lo ha sollevato. “Il tema della doppia proprietà del gruppo Red Bull è emerso già da qualche mese, ma voglio subito sottolineare che non dobbiamo dimenticare i benefit garantiti dalla Red Bull alla Formula Uno grazie all’acquisto e alla gestione di una seconda squadra. Non ci sono dei dubbi, la Red Bull resterà proprietaria di due squadre, poi saranno loro eventualmente a decidere se mantenere la proprietà di entrambi i team“. 

La carezza prima dello schiaffetto: “Sul fronte delle scelte che saranno fatte in futuro è un’altra storia, in questo caso non è detto che non vengano messi dei paletti. Sappiamo che più si cresce e più il valore della franchigia di ogni squadra aumenta, così come siamo coscienti che una concentrazione di proprietà di squadre, e di conseguenza di voti nella F1 Commission, può essere oggetto di discussioni e vincoli“.

Christian Horner (Oracle Red Bull Racing) e Stefano Domenicali (CEO F1)
Christian Horner (Oracle Red Bull Racing) e Stefano Domenicali (CEO F1)

Domenicali è un politico scafato oltre a essere un manager capace. Alludendo a ipotetici (e irrealizzabili) scenari in cui un soggetto possegga due squadre lancia un segnale chiaro ai naviganti: la multiproprietà non piace a quelli di Liberty Media. 

Il ragionamento prosegue con altre allusioni che stavolta, va detto, non coinvolgono solo Red Bull ma anche i soggetti che vendono parti delle auto ad altre scuderie. “C’è sul tavolo anche il tema delle parti comuni, ovvero le componenti tecniche che oggi le squadre possono vendere e acquistare”. 

Credo che sia un aspetto da affrontare con prudenza – ha spiegato il CEO – perché l’equilibrio trovato oggi non è male. Non ci sono segnali, in questo senso, che fanno pensare a degli stravolgimenti dei regolamenti attuali”.

In chiusura, Domenicali si muove tra il detto e in non detto, tra il chiaro e l’allusione e lascia intendere che in futuro possano cambiare alcuni elementi per favorire un passaggio di mano ed evitare che un gruppo possa raddoppiare i benefici di un business solido e in costante crescita.


Crediti foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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