È diffusa la convinzione che Christian Horner sia stato allontanato dalla Red Bull anche per le pressioni del “clan Verstappen”. Sono note le frizioni tra papà Jos e il dirigente di Leamington-Spa e secondo alcune ricostruzioni sarebbe stato lui uno dei fautori delle decisioni prese dal board dirigenziale di Red Bull GmbH che ha trovato nuova compattezza nello scagliarsi contro l’ex team principal.
Oggi è come se il team fosse al servizio esclusivo di Max Verstappen. Ma cosa trova a Milton Keynes il quattro volte iridato che sta per cedere lo scettro da campione del mondo? Macerie e forse qualche seme che potrebbe germogliare tra le fessure del calcestruzzo dilaniato dai terremoti che si sono abbattuti sul gruppo austriaco facendo emergere una nuova e non del tutto delineata morfologia.

Red Bull: un team da ridisegnare
La Red Bull, dopo anni in cui ha dettato legge sul fronte tecnico, s’è smarrita. Cerca se stessa ma fa fatica a ritrovarsi. L’addio di Adrian Newey non è stato mai assorbito e lo evidenziano le difficoltà in cui sono incorsi i progetti RB20 e RB21. Pierre Waché, per ora, non ha saputo far splendere l’eredità lasciata dalla stella della progettazione che si è accasata in Aston Martin per scrivere altre pagine di storia sportiva.
Il presente è grigio, il futuro potrebbe addirittura essere più fosco. Il comparto powertrains da poco nato dovrà fornire propulsori all’altezza di una concorrenza agguerrita e affamata. La Ford, che proverà a dare una mano, rientra nel Circus dopo troppi anni e potrebbe pagare lo scotto del noviziato.
Il rischio è che il gruppo fondato da Dietrich Mateschitz potrebbe dover impiegare anni per risalire la china. E Max questo tempo non ce l’ha. Per tale motivo oggi l’olandese è un re senza terra, un generale senza esercito. Un uomo forte che può contare su un manipolo di fedeli che devono muovere guerra a schiere assortite e assetate di sangue. Un’impresa titanica che potrebbe vedere soccombere anche un monolite come Verstappen.
Verstappen: un re senza corona
La vittoria del clan dell’olandese rischia di essere effimera. La testa di Horner è uno scalpo inglorioso. Un macabro pezzo da museo che non aggiunge potere. Per questo motivo l’idea di vedere il pilota di Hasselt lontano da Milton Keynes resta in piedi. Dall’olanda continuano ad affermare che nella pausa estiva qualcosa di grosso potrebbe accadere. E se ciò si verificasse l’unica vera beffata sarebbe la Red Bull che avrebbe fatto da passivo campo di battaglia in una lotta di potere che avrebbe lasciato molte salme sul selciato.
La ricostruzione, che si preannuncia lunga, potrebbe essere molto più dolorosa se Verstappen decidesse di accomiatarsi per abbracciare la causa Mercedes o quella Aston Martin. Il futuro della Red Bull è legato al destino di Max che dovrebbe accettare di vivere anni di transizione in attesa di una nuova resurrezione. Prevarrà la fedeltà alla difficile causa o le ambizioni di vittoria immediata?
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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