Red Bull si lecca le ferite

Red Bull non sa più vincere. Anche se Verstappen limita ancora una volta i danni, la McLaren sembra ormai essere scappata. La RB20 è incatenata da sviluppi inefficaci e da un Pérez impresentabile

22.896. Non sono le coordinate che individuano il tesoro, ma il distacco che la Red Bull RB20 accusa dalla McLaren MCL38 di Lando Norris alla fine del Gran Premio d’Olanda 2024. L’anno scorso, il gap tra il vincitore Max Verstappen e il secondo arrivato, Fernando Alonso, non raggiungeva i quattro secondi. Quella gara, condizionata dal meteo, aveva comunque espresso valori che sembrano provenire da un’era geologica lontana.

Per trovare la prima McLaren, quella di Norris, bisognava scorrere la graduatoria fino al settimo posto. Piastri era addirittura nono. Ieri, la scuderia di Woking ha impartito una lezione clamorosa alla Red Bull, una batosta sancita dal giro veloce ottenuto dal pilota di Bristol all’ultimo passaggio con gomme che avevano già percorso oltre 40 tornate. Un atto di forza che ricorda quelli a cui ci aveva abituato il tre volte campione del mondo, che per la prima volta da quando la Formula 1 è tornata tra i saliscendi di Zandvoort non è riuscito a vincere.

Max Verstappen ci ha provato e riprovato durante il Gran Premio d’Olanda, ma non c’è stato nulla da fare. Il leone olandese era scatatto bene, superando Lando Norris, autore dell’ennesima partenza fallimentare. Tuttavia, già nei giri successivi si è capito che la RB20 non aveva margine. Il massimo gap aperto è stato di circa un secondo e sette decimi, una distanza che non spaventava Norris, che gestiva le sue gomme e il fatale surriscaldamento.

Gp Olanda McLaren Norris
La MCL38 in pista a Zandvoort

A un certo punto, il pilota di Bristol ha deciso di cambiare passo. Al giro numero 16 si è portato in zona DRS, ha provato un sorpasso, giusto per capire la capacità difensiva della vettura che lo precedeva e, al passaggio successivo, ha letteralmente sverniciato la monoposto anglo-austriaca a metà rettilineo.

Da quel momento non c’è stata più storia né partita: Norris si è lanciato verso la vittoria, gestendo alla perfezione il tentativo di undercut dell’amico-rivale e conquistando quel giro veloce finale che ha tutto il sapore di un irridente atto di forza.

Verstappen, tolto il casco dopo una gara durissima, ha ammesso che sarà molto difficile mantenere la testa delle classifiche fino alla fine delle operazioni. Il margine su Norris è comunque ancora ampio, visto che sono 70 le lunghezze che dividono i due protagonisti di questo campionato.

Diverso è il discorso nella Coppa Costruttori, dove la McLaren incalza la Red Bull a soli 30 punti. Con un Sergio Pérez in crisi sempre più nera e un Verstappen che non vince dal Gran Premio di Spagna, è immaginabile che nel giro di un paio di gare, quindi in Azerbaigian, si possa consumare il sorpasso iridato.

Il vincitore del Gp d’Olanda: Lando Norris

La Red Bull è in confusione

La differenza tra McLaren e Red Bull sta tutta nella capacità dei primi di progredire e nell’incapacità dei secondi di fare lo stesso. Sulla vettura papaya sono stati introdotti tre pacchetti di aggiornamenti: uno a Miami, di grande portata; un altro in Austria, che consisteva in un’ala anteriore rivista, capace di dare grande equilibrio a una monoposto già ben progettata; e il terzo package, somministrato proprio in terra olandese. Una serie di provvedimenti che hanno letteralmente messo le ali alla monoposto inglese.

È evidente che a Woking hanno centrato la giusta correlazione tra sistemi simulativi e pista, iniziando a godere dei vantaggi di una galleria del vento nuova e all’avanguardia. Cosa che non si può dire della Red Bull, che si affida ancora al vecchissimo impianto di Bedford, che verrà sostituito solo nel 2026 dalla nuova struttura in fase di realizzazione.

Ma non è solo questo: la confusione che si vive nel team di Milton Keynes dopo l’abbandono di Adrian Newey si manifesta nell’incapacità di introdurre novità efficaci. La cifra di questa difficoltà si evince da quanto fatto a Zandvoort.

Dopo il venerdì, infatti, è stato smontato l’ultimo fondo per usare la versione iniziale del Bahrain. Questa parte nevralgica di una vettura di Formula 1 è stata abbinata al nuovo pacchetto a bassa efficienza e alto smaltimento termico (illustrazione in basso), che era stato testato con scarsi risultati in Ungheria e riproposto proprio in Olanda. Anche stavolta non si sono visti effetti significativi.

Cofano motore della Red Bull RB20 versione Gp Ungheria 2024

L’unica cosa che si nota dall’esterno è una generale confusione. Red Bull, dopo anni di dominio, procede a tentoni e sembra non avere uno schema chiaro. In questa fase della stagione, l’inerzia è evidente: la Red Bull è in piena involuzione, mentre la controparte britannica sembra essere mossa dagli effetti di una bacchetta magica.

Se Norris corregge le partenze, spezzando la striscia iper-negativa che ha caratterizzato la stagione fino a questo momento, e Oscar Piastri riesce a stare più vicino al suo compagno di squadra, per Red Bull si mette molto male. Le prossime due gare, Monza e Baku, presenteranno sfide del tutto diverse, dato che si correrà su tracciati in cui conta la massima efficienza aerodinamica data la presenza di lunghissimi tratti a pieno gas. 

Se la McLaren dovesse primeggiare anche su teatri del genere, il mondiale si incanalerebbe pesantemente verso Woking. È il caso di dire, riferendosi alla confusa Red Bull, “È facile essere veloci, è più difficile rimanere tali”…


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, McLaren F1

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