Red Bull RB20, che succede? Questo è il quesito che ci poniamo un po’ tutti. Dov’è finito il vantaggio che gli austriaci avevano nel 2023? E dov’è finito quel gap, seppur non clamorosamente ampio, che si era manifestato nella prima fase della stagione in corso?
La RB20, a Monaco, si è sciolta tra cordoli alti e muretti minacciosi. “La Ferrari volava sui cordoli”, ha spiegato Helmut Marko a Speedweek. “Per noi era fuori portata perché abbiamo avuto più problemi a passare sui cordoli. La nostra auto saltava come un canguro”, ha detto l’austriaco mutuando l’espressione usata da Max Verstappen in un team radio del venerdì.
Eliminando il ritiro dal Gran Premio d’Australia, quella di Verstappen è stata la gara peggiore di tutto il mondiale 2024. Per Red Bull è andata addirittura peggio di Melbourne visto che Perez in quella circostanza aveva chiuso in quinta piazza.
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Red Bull: manca la correlazione?
Cosa sta mancando, quindi, ai campioni del mondo? Correlazione. Quello che era un punto forte si sta trasformando in una limitante debolezza. Non si trova più la continuità tra quanto si fa al simulatore e come risponde la vettura in pista. Quello che sorprende è che la cosa si verifica senza preavviso e a fasi intermittenti.
“Siamo ottimisti sul fatto che riusciremo a scoprire almeno una volta perché il simulatore produce dati che non corrispondono alla realtà. Ma anche Montreal potrebbe essere un weekend difficile per noi”. Con queste parole Marko ha ammesso che esiste un problema e che si pensa possa essere risolto.
Christian Horner ha parimenti ammesso che dopo Monaco saranno necessarie profonde analisi. Il Gran Premio del Principato, per certi versi, ha ricordato Singapore 2023, quando il team si perse nella definizione dell’assetto. Cosa dalla quale scaturì un weekend amaro.
Horner ritiene che, come accaduto l’anno passato, ci sia una tale quantità di dati da cui attingere che è possibile capire cosa sia davvero andato storto. Monaco si vince al sabato, ha osservato il manager, e bisogna capire perché ne è venuto fuori un turno di qualifiche così deludente.
“Abbiamo visto la stessa debolezza di Singapore dell’anno scorso, quindi ne abbiamo avuto un altro esempio. Sappiamo che è un’area della vettura su cui dobbiamo lavorare. È stata una gara molto statica, i primi dieci sono finiti dove erano partiti. La bandiera rossa ha effettivamente ucciso la gara, ma abbiamo alcune lezioni da trarre da questo fine settimana e da cui imparare“, ha spiegato Horner.
![Red Bull Monaghan](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/05/Red-Bull-7-jpg.webp)
Red Bull: difendersi in Canada per aggredire in Europa
In Canada la RB20 dovrà nuovamente vedersela con cordoli ostici. Sia Marko che Horner hanno sottolineato quanto questa cosa possa incidere sulle prestazioni dei piloti. C’è quasi la sensazione che si vada a Montreal per difendersi in attesa di spostarsi a Barcellona, al Red Bull Ring e a Silverstone, piste “piatte” che di certo saranno più gradite alla creatura di Milton Keynes.
“Ci aspettiamo che quelle piste si adattino alla macchina“, ha detto con grande onestà Horner. “La nostra vettura ha vinto cinque gare e ha ottenuto un secondo posto a Miami e ha vinto due gare Sprint, quindi non è che sia passata dall’essere una buona macchina a una cattiva macchina”.
La RB20 non è semplicemente una vettura iper-adattiva. Per sprigionare il suo potenziale ha bisogno di condizioni specifiche che non coincidono con le peculiarità monegasche. E chissà se si sposano con quelle canadesi.
Per superare queste problematiche Red Bull potrebbe ricalibrare i piani operativi. Il piano di aggiornamenti della RB20 per il resto della stagione potrebbe essere adattato al superamento di certe difficoltà per rendere la monoposto più versatile.
“L’attenzione cambia a seconda di quali sono le tue debolezze. La macchina funziona con le sospensioni dell’anno scorso quando non aveva questi problemi. Quindi dobbiamo capire se è qualcosa che abbiamo introdotto“.
L’aver spinto sul fronte aerodinamico per provare a tenere il gap aperto ha forse determinato il sorgere di inattese problematiche. Ancora, pensando che il comparto sospensivo fosse già al top, si è immaginato di non dover toccare nulla. E invece certe problematiche, che nel 2023 si erano intraviste, sono emerse quando la concorrenza si è fatta più minacciosa.
Questo, in sintesi, è il pensiero che Max Verstappen ha espresso alla fine del Gran Premio di Monaco. Con Ferrari e McLaren che hanno in cantiere altre novità, Red Bull deve reagire con rapidità se intende allargare nuovamente la forbice.
In Canada si punterà alla sola ottimizzazione del pacchetto esistente, ma già in Spagna potrebbero arrivare delle novità tecniche che servono per evitare che, da un punto di vista sportivo, l’estate diventi bollente.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing