Il Gran Premio d’Austria ha rappresentato un banco di prova amarissimo per la seconda monoposto di casa Red Bull. Con Max Verstappen fuori dai giochi in seguito a un contatto con Andrea Kimi Antonelli, mossa per la quale il bolognese ha fatto ammenda, ogni speranza di portare a casa punti è rimasta appesa alle prestazioni di Yuki Tsunoda. Ma il giapponese ha chiuso il weekend in ultima posizione, al termine di una domenica definita senza mezzi termini da Christian Horner come “orribile”. In effetti era difficile trovare termini diversi.
La frustrazione del team principal Red Bull è emersa con toni misurati, ma inequivocabili. Si tratta di un campanello d’allarme che mette il giapponese in una posizione molto scomoda. “L’auto non è tra le più semplici da guidare”, ha dichiarato il manager di Leamington-Spa, “ma nemmeno così complicata”. Un giudizio che, pur mitigato dalla volontà di supportare il pilota, lascia trasparire un crescente nervosismo all’interno della struttura anglo-austriaca.

Tsunoda aveva mostrato segnali incoraggianti nelle sessioni libere del venerdì, ma in qualifica tutto è crollato: 18° posto in griglia, mai in lotta per accedere alla Q2. La gara, poi, ha preso una piega ancor più negativa. Coinvolto in una bagarre con Franco Colapinto, il driver nipponico ha rimediato una penalità di dieci secondi che ha reso impossibile qualsiasi rimonta. A complicare ulteriormente le cose, anche un episodio al limite con Lance Stroll.
Il risultato è un doppio zero pesantissimo per la Red Bull, che lascia Spielberg – uno dei GP più sentiti per la scuderia, essendo a pochi chilometri dalla sede europea del brand – senza alcun punto, vedendo consolidata la quarta posizione nella classifica Costruttori. Un colpo che brucia, in una stagione in cui la concorrenza è sempre più agguerrita e ogni occasione mancata rischia di costare cara.
Il rendimento altalenante della seconda vettura Red Bull è un tema ricorrente ormai da oltre un anno. Dopo i problemi di adattamento di Sergio Perez (che in settimana ha lanciato bordate incandescenti, leggi qui), e le difficoltà incontrate sia da Liam Lawson sia da Tsunoda, la squadra di Milton Keynes sembra incapace di trovare stabilità e continuità oltre Verstappen. E se le performance del quattro volte campione del mondo spesso riescono a coprire le crepe, giornate come quella austriaca mettono in piena luce le lacune della line-up.

Horner ha comunque voluto ribadire la volontà di lavorare al fianco del proprio pilota per cercare una via d’uscita. “Dobbiamo capire cosa è andato storto. Yuki sembrava competitivo nelle prove libere, ma poi è tutto precipitato. Quando ti ritrovi in fondo al gruppo, senza fiducia nella vettura, diventa difficile emergere. Cercheremo di aiutarlo a ricostruire”. Parole non troppo convincenti visto che sanno di già sentito. Un ritornello stanco.
L’attenzione ora si sposta su Silverstone, teatro del prossimo appuntamento del Mondiale (leggi il programma). La speranza del team è che un cambio di scenario possa servire da scossa per Tsunoda, finito in un loop negativo da cui sembra sempre più difficile uscire. Il messaggio che arriva dai vertici, però, è chiaro: la pazienza non è infinita. La sensazione è che il rapporto tra le parti sia ai titoli di coda e che il resto del 2025 sarà uno stanco tollerarsi reciproco.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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