Non è un’analisi tecnica, e la cosa va subito messa in chiaro per evitare confusioni. Non è il caso di approfondire l’aspetto ingegneristico della Red Bull RB21, poiché quelli di Milton Keynes non la raccontano giusta.
Tra pochi minuti le vetture scenderanno in pista e chissà che Pierre Waché e i suoi non mostrino una monoposto diversa rispetto a quella che ieri ha svolto il filming day, sempre sul tracciato di Sakhir.
Questo scritto è più che altro la valorizzazione concettuale di quello che ha fatto Red Bull, ammesso che la vettura che ieri ha girato con Max Verstappen sia davvero il modello che calcherà le piste a partire dal 14 marzo, data di inizio del campionato del mondo di Formula 1 2025, l’ultimo dell’attuale contesto normativo.
Questa sottolineatura è importante, poiché l’ultima nata della casa anglo-austriaca non ha sorpreso, nemmeno dopo un anno difficile chiuso in terza posizione, con Ferrari e McLaren prima a insidiare e poi a superare in prestazioni la RB20, con la quale Verstappen ha vinto il titolo piloti. Non senza fatica.
Red Bull Rb21: i maestri hanno esaurito la verve creativa?
“La RB21 visivamente sembra molto simile alla RB20, ma il diavolo è nei dettagli. Quasi ogni singola superficie, ogni singolo componente della vettura è stato cambiato, aggiornato, rifinito e migliorato“, ha detto Christian Horner al termine dei 200 km concessi dalla FIA.
Questa storia del demonio che si annida nei particolari l’abbiamo letta molte volte, soprattutto quando l’oggetto mostrato non lasciava a bocca aperta gli osservatori. Red Bull, negli anni precedenti, ha sempre introdotto novità che hanno fatto parlare di sé. A partire dalla RB18, il team, allora tecnicamente guidato da Adrian Newey, ha definito il benchmark per la categoria, tanto che tutte le squadre sono andate nella direzione impostata dal tecnico attualmente in forza all’Aston Martin.
Lo abbiamo raccontato in un lungo focus pubblicato sulle nostre pagine (leggi qui): con la SF-25, la Ferrari è arrivata a sposare totalmente quei principi che hanno funzionato nell’era Venturi. Oggi Red Bull sembra non avere più quella forza innovativa. Probabilmente questa generazione di auto è arrivata al suo massimo e poco altro è possibile fare con l’attuale contesto regolamentare.
Ragion per cui, dopo il 2024, in cui sono emerse parecchie difficoltà, a Milton Keynes hanno preferito lavorare per sistemare ciò che non funzionava, piuttosto che aggredire con una vettura rivoluzionata, in una stagione che potrebbe essere di transizione, visto che la nuova era della Formula 1 è prossima a essere impostata.

La RB21 ha deluso? Esteticamente, sicuramente sì. Ma una vettura di Formula 1 non deve piacere, deve funzionare, e gli ingegneri austriaci sperano di aver risolto tutte le difficoltà che l’anno scorso, a un certo punto, hanno pesantemente frenato il modello progenitore. Tra pochi minuti inizieremo a capire se Pierre Waché e il suo staff hanno centrato l’obiettivo.
Per ora si registra un’evidenza: Red Bull ha esaurito la sua vena creativa e ha puntato a un’ottimizzazione dei concetti che essa stessa ha introdotto ormai quattro anni fa. Basterà questo per permettere a Max Verstappen di vincere il quinto titolo e al team di riprendersi la leadership della classifica costruttori?
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing