Red Bull RB20: l’obiettivo è tamponare più che progredire

Christian Horner ha ammesso che la Red Bull in questa fase gioca sulla difensiva. I problemi emersi sono stati valutati ma non tutti possono essere corretti. Basterà per arrivare in fondo continuando a comandare in entrambe le classifiche?

In questa fase, in Red Bull forse si fa prima a contare le cose che funzionano piuttosto che quelle che non vanno, vista la mole di problemi che il team sta affrontando, sia dal punto di vista organizzativo, sul versante tecnico, con una RB20 in crisi, sia sul fronte sportivo.

Si vedono ancora chiaramente gli effetti dell’onda lunga dell’Horner-gate, che ha generato un rimescolamento delle carte interne, culminato con l’uscita di Adrian Newey. Il riassetto dell’organigramma ingegneristico si è riflesso sulle prestazioni della RB20, una vettura che sta faticando a uscire da un momento di crisi che sembra essere irreversibile.

Il margine accumulato a inizio campionato si sta piano piano erodendo. Già a Baku (QUI il programma completo) ci aspettiamo che la McLaren agganci e superi i campioni del mondo nella classifica costruttori. Nella classifica piloti, il margine è ancora abbastanza ampio – 62 punti separano Verstappen da Norris – ma la tendenza non è incoraggiante. Con otto gare alla fine, incluse tre Sprint Race, la realizzazione di ogni scenario resta ancora plausibile.

Red Bull
Lo sguardo penetrante e pensieroso di Max Verstappen che sembra interrogarsi sul futuro della Red Bull

Red Bull RB20: si cerca di mettere una toppa

Chiaramente, la Red Bull non se ne sta con le mani in mano e sta cercando di invertire la rotta, ma non senza difficoltà. Christian Horner, uno dei responsabili dello status quo, non si nasconde, ammettendo che la squadra si trova in una situazione decisamente complessa. Il manager ha spiegato che da qui alla fine dell’anno cercheranno almeno di porre un argine ai problemi emersi durante l’estate, che di fatto non consentono alla RB20 di vincere una gara dal Gran Premio di Spagna. Sembra essere passato un secolo…

Mettere una toppa in questa fase significa essenzialmente provare a mantenere il margine di vantaggio fin qui accumulato, giocando sulla difensiva nel momento in cui non si può aggredire. Il calendario potrebbe venire in soccorso degli uomini di Milton Keynes, visto che nelle otto gare restanti ci sono solo due “back-to-back” (uno dei quali è quello imminente tra Baku e Singapore, ndr).

Questo significa che ci sarà più tempo in fabbrica per ragionare, analizzare e trovare correttivi per una vettura recalcitrante a progredire, dal momento che non ha mai accettato del tutto gli aggiornamenti introdotti.

Ovviamente, questa situazione deve fare i conti con la realtà: la stagione volge al termine, e il meccanismo dell’Aerodynamic Testing Regulation non permette molti margini di manovra a un team che ha meno ore a disposizione rispetto alla concorrenza, essendo in testa alla classifica da ormai tre anni. Inoltre, anche il budget è stato quasi del tutto speso tra sviluppi e riparazioni delle vetture, soprattutto a causa dell’imperizia di Sergio Perez, che ha provocato diversi danni importanti in questo 2024.

Horner ha spiegato che la cosa importante in questa fase è capire quali siano i problemi e cercare di risolverli, se non nella loro interezza, almeno in buona parte. Questo concetto esprime come il team debba accontentarsi e provare a gestire il margine su una concorrenza agguerrita. Il team principal ha lasciato intendere che a Baku e Singapore si cercherà di resistere, per poi operare nel periodo di pausa che separa la Formula 1 dalla gara di Austin. Quello sarà un momento cruciale, secondo il manager inglese.

Horner ha ammesso che i problemi emersi in questa fase erano in realtà presenti già a inizio campionato e che non sono stati risolti con gli aggiornamenti, che anzi hanno contribuito a sbilanciare la vettura: l’aumento di deportanza ottenuto con il nuovo fondo e altre parti aerodinamiche ha di fatto scollegato l’anteriore dal posteriore, come abbiamo spiegato in un focus dedicato. Contraddizioni aerodinamiche che non erano emerse nella galleria del vento.

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E qui si arriva a un altro dei problemi che sta vivendo la Red Bull: l’impianto di Bedford, ormai vetusto, che non riesce più a supportare adeguatamente l’azione di un team che avrebbe bisogno di strumenti migliori e di risultati più rapidi. Non è un caso che si stia costruendo una nuova galleria del vento, che dovrà essere pronta per il 2026 e sulla quale il team punta molto per uscire dalle difficoltà.

A Baku vedremo se queste prime “toppe” applicate alla malandata situazione della Red Bull avranno dato qualche risultato, mentre il team dovrà giocare in difesa, sperando di non essere superato ancora una volta non solo dalla McLaren, ma anche da Mercedes e Ferrari. E questo sarebbe un duro colpo nell’economia della stagione 2024.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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