Red Bull RB20: i problemi sono vecchi, radicati e forse inestirpabili

Procedendo a ritroso tra le tante biforcazioni nello sviluppo della RB20 e dei modelli che l'hanno preceduta, Red Bull pensa di aver capito dove nascono i problemi. Ma sono risolvibili?

È difficile che, in una struttura rodata e collaudata, i problemi possano deflagrare all’improvviso. Quello che vediamo in Red Bull dal Gran Premio di Barcellona in poi, ossia da quando Max Verstappen ha vinto per l’ultima volta, ha radici molto più profonde di quanto si possa immaginare.

Il team ha sicuramente risentito degli effetti dei regolamenti che limitano l’azione di chi è stato più bravo degli altri, attraverso un Balance of Performance che si manifesta nel meccanismo dell’Aerodynamic Testing Regulation. Prima o poi, la limitazione di ore in galleria del vento e di operazioni al CFD doveva influire sui risultati sportivi del campionato del mondo.

Ma a Milton Keynes hanno contribuito anche fattori interni, con tensioni sorte alla fine del 2023 e acuitesi a causa dell’Horner-gate, risolto, ma che ha lasciato parecchie macerie alle sue spalle. Tuttavia, questi non sono gli unici elementi che hanno determinato la condizione attuale del team, sia da un punto di vista sportivo che tecnico.

Bisogna tornare ancora più indietro nella stagione passata per capire dove le biforcazioni sistemiche si siano avviate, conducendo una scuderia che sembrava un orologio svizzero in una sorta di baratro tecnico dal quale fatica a uscire.

Red Bull
Max Verstappen a bordo della red Bull RB20 – Gp Azerbaijan 2024. Crediti foto: AMuS

Red Bull RB20: la catena degli errori parte da lontano

Per capire dove la Red Bull ha iniziato questa catena nefasta, bisogna tornare a Barcellona 2023. Secondo Christian Horner, è lì che la squadra ha preso la direzione sbagliata. In quell’occasione fu introdotto un nuovo fondo, che all’inizio cominciò a creare problemi a Sergio Perez, che non riusciva più a interpretare al meglio il materiale a disposizione. Il team principal ritiene che fu un errore non cogliere i segnali d’allarme che il messicano lanciava, coperti dalla straordinaria cavalcata di Max Verstappen verso il suo terzo titolo mondiale.

Senza entrare in tecnicismi – non è questo lo scopo dell’articolo – Red Bull si è lasciata trasportare da una sorta di “effetto Verstappen“, che ha coperto quelle piccole criticità che poi si sono manifestate chiaramente a Singapore. All’epoca si pensava che quella gara fosse un unicum, causato da errori grossolani nella ricerca dell’assetto.

In realtà, si trattava della lunga onda dei problemi introdotti dal nuovo fondo a Barcellona, un elemento che inizialmente funzionava, ma che ha delineato una via di sviluppo che è stata poi seguita nel 2024, con i risultati che ora vediamo.

Christian Horner, team principal Oracle Red Bull Racing

Red Bull RB20 inefficace? “Colpa” di una concorrenza debole nel 2023

Il vero problema della Red Bull è stato non aver avuto una concorrenza forte, in grado di metterla seriamente in difficoltà. Il team godeva di un vantaggio prestazionale così grande da nascondere i difetti che, poco a poco, stavano emergendo e corrodendo un progetto nato vincente, ma sviluppatosi lungo una strada sbagliata.

Le limitazioni regolamentari allo sviluppo, insieme a una galleria del vento ormai obsoleta, hanno fatto il resto. Mercedes, Ferrari e McLaren, che ha inaugurato una nuova galleria nell’autunno dell’anno scorso, hanno capitalizzato su questa materia.

Le parole di Horner rappresentano anche un atto d’accusa nei confronti di chi non c’è più, come Adrian Newey. L’ingegnere, passato all’Aston Martin, aveva già detto a inizio anno che c’erano problemi irrisolti sulla RB20, di cui avrebbe parlato alla fine della stagione. Tuttavia, questo non sarà più possibile, dato il cambio di casacca. Probabilmente si riferiva proprio a questa linea di sviluppo inefficace intrapresa nel cuore del 2023.

Chiaramente, queste sono ricostruzioni non supportate da elementi concreti, poichè i team custodiscono gelosamente i propri dati. Tuttavia, le parole dei protagonisti, se lette con attenzione, iniziano a delineare un quadro abbastanza chiaro.

Alle considerazioni di Horner e Newey si aggiungono anche quelle di Helmut Marko, secondo cui un altro dei problemi della RB20 è stato determinato dall’introduzione del pacchetto Imola 2024. Gli aggiornamenti, nei fatti, hanno sbilanciato una vettura che già stava incontrando difficoltà su piste con asfalti non perfettamente lisci. Senza contare i cordoli alti, da sempre indigesti alla creatura oggi gestita da Pierre Waché.

Insomma, la situazione in Red Bull non è delle più felici e rischia di compromettere la corsa a entrambi i titoli nelle sette gare che ci separano dall’ultima bandiera a scacchi. Chris Horner ha parlato di un atteggiamento aggressivo dopo che McLaren ha superato Red Bull in classifica, ma con il materiale a disposizione e con il poco tempo e le scarse risorse su cui poter contare, sembra difficile che il team di Milton Keynes riesca a raddrizzare la stagione.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

Illustrazione copertina: Chiara Avanzo

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