Quattro settimane di stop tra una gara e l’altra in un calendario da 24 Gran Premi, e per giunta all’inizio dell’autunno, sono un’anomalia che i team in difficoltà possono sfruttare per provare a risollevarsi e chiudere in bellezza la stagione. È strano a dirsi, ma quando si pensa a una squadra che sta annaspando, dobbiamo gioco forza riferirci alla Red Bull campione del mondo in carica.
La RB20, dopo un avvio incoraggiante, è entrata in una fase di catatonia tecnica, in virtù della quale non riesce a vincere addirittura dal Gran Premio di Spagna. Da quel momento sono arrivati diversi podi, che non sono però bastati ad arginare il ritorno di una McLaren che ha sicuramente capitalizzato meno del grande potenziale espresso in pista.
Se in classifica Costruttori il sorpasso è compiuto, ci sono ancora margini nella graduatoria piloti con un Lando Norris che però si sta facendo pian piano sotto e che, con ancora sei gare e tre sprint a disposizione, può chiudere la distanza e laurearsi clamorosamente campione del mondo, impresa che a marzo di quest’anno era esclusa anche dal più ottimista degli analisti.

Red Bull RB20: trovata la chiave. Dubbi sul tempismo
Red Bull non ha molte ore di lavoro su cui poter contare, né ha un budget ancora grosso da poter sfruttare, ma nonostante questo proverà a rimettere in sesto un progetto che non si è sviluppato come si credeva. Tre settimane sembrano tante, ma in realtà sono poche, visto ciò che dovrebbe sistemare lo staff guidato da Pierre Waché. Tuttavia, è chiaro che qualcosa bisogna fare, perché la politica del giocare sulla difensiva, fino a questo momento, non ha pagato.
È necessario essere aggressivi, cosa che rispecchia molto lo stile di Helmut Marko, trovando il pieno appoggio di Christian Horner, che ha capito che serve qualcosa in più della semplice conservazione del vantaggio accumulato nella classifica piloti.
La ripresa dopo la pausa estiva è stata molto dura per la Red Bull, con una serie di prestazioni addirittura inferiori rispetto ai trend visti dopo il GP di Spagna. Si è dovuto attendere Singapore, una pista che l’anno scorso era rimasta indigesta alla RB19, per vedere qualche piccolo barlume di ripresa, anche se i distacchi accumulati nei confronti della McLaren MCL38 numero 4 sono stati abissali e quindi preoccupanti.
Nonostante questa fase delicata, Christian Horner ritiene che qualche segnale di inversione di tendenza stia cominciando ad emergere. Il team principal di Leamington-Spa ha confermato che alcuni problemi sono stati compresi e che si è trovata la via per risolverli. Horner osserva una piccola parabola di crescita a partire da Monza, dato che sia a Baku sia, soprattutto, a Singapore la vettura è leggermente progredita in termini di performance e risultati.
La vettura, in pratica, ha reagito agli stimoli somministrati dagli ingegneri, che hanno riscontrato una buona correlazione tra quanto provato in simulazione e quanto verificatosi in pista. Questo ritorno alla positiva correlazione potrebbe essere la base su cui tentare di mantenere entrambe le corone iridate a Milton Keynes.
Secondo Horner, Monza è stato il punto più basso della stagione, il circuito che ha messo in luce tutte le carenze principali del progetto RB20. Questo, nei fatti, ha consentito ai tecnici di individuare una traccia su cui lavorare per sistemare le cose.
Bisogna però andarci cauti con l’ottimismo, poiché mancano poche gare alla fine e, come dicevamo in precedenza, le risorse sono ormai limitatissime. Anche se lo staff tecnico ha capito dove intervenire, dopo lunghi mesi di smarrimento e di introduzione di componenti che non hanno funzionato, il tempo a disposizione è limitato e questo potrebbe pesare gravemente sulle velleità di conferma iridata della Red Bull.

Ancora, la scuderia anglo-austriaca non opera in un contesto solitario, ma deve vedersela con avversari che non stanno con le mani in mano. Ferrari, tramite Fred Vasseur, ha confermato che ad Austin porterà altre novità, anche se non è stato specificato in quale ambito. Mercedes, sempre che non smentisca ancora una volta se stessa, dovrebbe parimenti introdurre degli aggiornamenti sulla W15.
McLaren, che gode di un vantaggio tecnico abbastanza evidente, continuerà nel suo sviluppo, che progressivamente ha portato la MCL38 a essere il punto di riferimento del Circus. Insomma, per chiudere, il rischio è che Red Bull si sia svegliata un po’ troppo tardi per modificare dinamiche che la vedono in una posizione non molto favorevole.
Austin sarà un vero e proprio momento chiave della stagione, perché se i problemi continueranno a persistere, allora sarà molto difficile venirne a capo e non cedere il passo a una concorrenza che sicuramente ha lavorato meglio dei campioni del mondo.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
Illustrazione copertina: Chiara Avanzo