Red Bull RB20: ATR e sviluppi inefficaci alla base della frenata tecnica

Il Gp di Miami segna il momento di svolta della stagione della Red Bull RB20 che da quel momento è stata agganciata per poi essere superata dalla McLaren MCL38

Red Bull è chiamata a dare una risposta. Partiti come gli assoluti favoriti nella corsa a entrambi i titoli iridati, gli uomini di Milton Keynes si sono lentamente smarriti per strada tra sviluppi inefficaci e una situazione interna al team non proprio serena, a causa degli strascichi dell’Horner-Gate e delle partenze illustri che ne sono probabilmente scaturite, come quelle di Adrian Newey e Jonathan Wheatley.

Zandvoort è il GP di casa di Max Verstappen. Il campione del mondo vuole ben figurare, ma per farlo ha bisogno di un mezzo in grado di offrire un livello prestazionale più elevato rispetto a quanto osservato negli ultimi tempi.

Nell’avvicinamento alla gara olandese, Max ha espresso il suo consueto affetto per il pubblico, palesando la speranza di tornare alla vittoria. Tuttavia, perché questo possa accadere, è necessario interrompere una tendenza che si è palesata dal Gran Premio di Miami in poi.

Red Bull RB20: una frenata progressiva

La battuta d’arresto della Red Bull RB20 si nota osservando i passi gara nella fase iniziale del campionato del mondo 2024. La monoposto austriaca era mediamente la più veloce sul race pace. Nelle prime gare dell’anno, la Ferrari era il competitor più vicino alla monoposto blu, che rappresentava il benchmark della categoria. La SF-24, un mezzo che ha parimenti conosciuto un forte rallentamento in termini di prestazioni, accusava un distacco medio di circa quattro decimi di secondo.

Il primo concreto ridimensionamento sul passo gara della Red Bull si manifesta in occasione del Gran Premio di Miami, quando la McLaren introduce un massiccio pacchetto di aggiornamenti che farà la fortuna del team inglese. In quella circostanza, la Ferrari aveva dato l’impressione di colmare ulteriormente il gap, visto che nella Sprint Race il distacco medio si aggirava intorno ai due decimi.

In gara, la vettura di Verstappen subisce un danno al fondo, cosa che permette alla monoposto color papaya di avvicinarsi sul passo e di vincere il GP, anche grazie a una decisione poco efficace della direzione gara, che aveva mal gestito la Safety Car. Quello è stato un campanello d’allarme per gli uomini di Milton Keynes e nel prosieguo della stagione i fatti hanno confermato che Woking si era messa in una posizione migliore.

Nelle tappe successive, soprattutto a Imola e in Canada, si è verificato un grande assembramento al vertice, con la Red Bull che ha potuto vincere soprattutto per gli errori strategici commessi dalla McLaren. In questa fase, la vettura inglese è risultata mediamente di tre centesimi più veloce rispetto alla concorrente austriaca, ma nonostante questo, non è riuscita a capitalizzare questo esiguo vantaggio. La notizia, però, è un’altra: la Red Bull non era più la vettura dominante. Il vantaggio visto nella fase iniziale della stagione era sparito, almeno rispetto alla McLaren.

Da questo momento in poi, un altro soggetto ha iniziato a risalire: la Mercedes, che dal Gran Premio di Montecarlo è diventata una presenza stabile sul podio. La Ferrari, invece, è lentamente scivolata verso la quarta posizione nella scala dei valori della Formula 1 2024, persa tra aggiornamenti inefficaci e troppo tempo per risolvere i problemi emersi.

Questa fase di compattamento si è manifestata anche a Montmeló e a Spielberg, dove la Red Bull RB20 ha leggermente ripreso quota rispetto alla McLaren MCL38, mostrando in media circa cinque centesimi in più di velocità sul passo.

Il cofano motore introdotto sulla Red Bull RB20 in occasione del Gp d’Ungheria 2024

Red Bull RB20: la frenata brusca arriva a Silverstone

Con il Gran Premio di Gran Bretagna, che sulla carta avrebbe dovuto favorire una vettura efficiente come la RB20, è avvenuto il sorpasso della concorrenza. Tra Silverstone, Budapest e Spa-Francorchamps, il divario medio tra la RB20 e chi ha vinto le gare è stato di circa due decimi.

La Red Bull, quindi, è passata dall’essere la vettura che dava quattro decimi alla prima concorrente a inizio anno, a diventare quella che ne prende due in questo passaggio storico. È evidente che gli ingegneri di Milton Keynes non abbiano centrato gli aggiornamenti introdotti nel corso della stagione, mentre le concorrenti dirette, McLaren e Mercedes, lo hanno fatto in maniera efficiente.

La vettura affidata alle cure di Pierre Waché si è dimostrata poco adattabile, poiché nelle ultime gare, quando si è palesato il controsorpasso della concorrenza, le condizioni non sono state lineari. Questo è un fatto inedito, perché in passato le macchine austriache riuscivano perfettamente ad adattarsi alle mutevoli condizioni della pista e del meteo.

Chiaramente, in questo rinnovato e non auspicato contesto, la Red Bull ha pagato per l’allocazione ATR, che dal 2022 la vede con meno ore di lavoro rispetto alla concorrenza, essendo stabilmente in testa alla classifica costruttori. A lungo andare, questa situazione, che si pensava fosse gestibile, si è fatta sentire in maniera netta. Tuttavia, ciò non può essere una giustificazione, perché è evidente che gli uomini di Milton Keynes non abbiano centrato gli obiettivi prefissati con gli sviluppi pianificati.

Le prossime dieci gare, quindi, diranno se gli anglo-austriaci sono stati in grado di invertire la rotta. Se la tendenza statistica dovesse confermarsi dal GP d’Olanda in poi, per Red Bull sarebbero guai seri, poiché la forbice potrebbe ulteriormente allargarsi, visto che Mercedes e McLaren avranno sicuramente maggiori possibilità di sviluppo, dato che nelle precedenti 14 gare sono stati più parsimoniose con gli aggiornamenti.

Il tema tecnico di quest’ultimo scorcio di mondiale sarà proprio questo: Red Bull sarà in grado di reagire con pochissime ore di sviluppo e avendo già investito molti capitali sulla crescita della RB20?


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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