I test al simulatore di Milton Keynes hanno restituito un dato sorprendente: la RB17, Hypercar firmata Adrian Newey e sviluppata dalla Red Bull Advanced Technologies, ha girato a Spa-Francorchamps due secondi più veloce rispetto al tempo che poche settimane fa era valso la pole position di Lando Norris durante il GP di Formula 1. A rivelarlo è stato Rob Gray, direttore tecnico della divisione tecnologica della squadra austriaca, che ha sottolineato come la vettura rappresenti un progetto fuori dagli schemi per il gruppo.
La genesi della RB17 affonda le radici nel 2021, quando la pandemia costrinse Red Bull a riorganizzare i programmi e a rinunciare a utilizzare quel nome per la monoposto di Formula 1, sostituita all’ultimo dalla RB16B. Da quell’occasione nacque l’idea di trasformare “RB17” in qualcosa di completamente diverso: una vettura estrema, libera da regolamenti sportivi e concepita per mostrare senza vincoli la visione tecnica di Newey.

Red Bull RB17: una vettura da record
Il debutto ufficiale è avvenuto al Festival of Speed di Goodwood nel 2023, dove il bolide a ruote coperte ha mostrato le sue proporzioni radicali e le specifiche da primato. Spinta da un V10 aspirato da 4,5 litri capace di erogare 1.200 cavalli, l’auto riprende idealmente il filo conduttore con la prima Red Bull di Formula 1, la RB1 del 2005, anch’essa equipaggiata con un V10 Cosworth. “È una connessione che ci piace molto”, ha spiegato Gray nel podcast ufficiale del team, Talking Bull.
I numeri generati al simulatore, si legge su SoyMotor, confermano l’orientamento estremo del progetto: oltre alla potenza, la RB17 si distingue per l’efficienza aerodinamica e per l’impiego di sistemi attivi che hanno reso necessario fissare un limite allo sviluppo del carico per evitare di compromettere la gestione degli pneumatici. Non è un caso che già lo scorso anno Newey, al momento della presentazione, avesse anticipato che la vettura sarebbe stata più rapida della pole position di una Formula 1 a Silverstone.
Dietro a questi risultati si cela anche un contesto particolare: la RB17 è l’ultimo progetto ideato dal geniale ingegnere britannico in qualità di chief technical officer della Red Bull, prima del suo addio. “Abbiamo tutte le superfici aerodinamiche e di design definite da Adrian prima della sua partenza. La sfida era trasformare quelle idee in un’auto reale, con ogni singolo componente progettato e prodotto nei minimi dettagli”, ha aggiunto Gray.
Il direttore tecnico ha raccontato anche un aneddoto legato a Goodwood: “Stava per salire sulla sua Lotus per la scalata della collina quando mi ha preso per il collo per discutere dei prossimi passi. È stato un incontro improvvisato ma utile per chiarire le sfide future”.
Con la RB17, Red Bull non ha soltanto dato vita a un progetto simbolico, ma ha anche mostrato cosa può nascere quando i vincoli regolamentari vengono rimossi: un’auto capace di andare oltre i limiti della Formula 1.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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