Il progetto più delicato – e sicuramente ambizioso – della nuova Formula 1 sta entrando nella sua fase finale. Dopo la stesura definitiva del regolamento 2026, Red Bull e Ford iniziano a intravedere segnali concreti di solidità nello sviluppo della power unit che sancirà una svolta epocale nella storia del team di Milton Keynes. Per la prima volta dalla sua nascita, infatti, il gruppo austriaco produrrà internamente il proprio motore attraverso Red Bull Powertrains, con il costruttore americano nel ruolo di partner tecnico con un focus sulla componente elettrica.
Una scelta che, soprattutto nei primi mesi, ha alimentato dubbi e interrogativi, amplificati dalla posizione di Max Verstappen. Il rischio di affrontare una stagione con un pacchetto non competitivo, proprio all’alba di un nuovo ciclo regolamentare, è stato a lungo uno dei temi più discussi nel paddock. Oggi, però, il quadro appare meno instabile e le parole di Mark Rushbrook, direttore globale di Ford Motorsport, contribuiscono a spiegare perché a Milton Keynes si respiri una rinnovata fiducia.

Red Bull – Ford: avanti con fiducia
“Le cose stanno andando secondo i piani e siamo dove dobbiamo essere, ma ovviamente nulla è davvero risolto finché la macchina non è in pista”, ha spiegato Rushbrook a Motorsport.com, indicando nel test a porte chiuse di Barcellona (leggi le date) il primo vero spartiacque del progetto. “Sarà un giorno importante e una settimana importante. Solo allora vedremo se tutto il lavoro degli ultimi tre anni darà i suoi frutti”.
Quel test rappresenterà il momento in cui simulazioni e dati emersi da banchi prova e modelli virtuali dovranno confrontarsi con la realtà dell’asfalto. Un passaggio che genera un nervosismo fisiologico, riconosciuto dallo stesso Rushbrook. “C’è sempre un po’ di tensione quando una nuova macchina o un nuovo motore scendono in pista per la prima volta. I nostri strumenti informatici sono fondamentali per progettare e i laboratori sono essenziali per sviluppare e calibrare l’hardware, ma non hai davvero visto tutto finché i componenti non lavorano insieme in pista”.
Nonostante questa cautela, il messaggio che arriva dal progetto Red Bull Powertrains-Ford è decisamente più incoraggiante rispetto al passato recente. Rushbrook ha confermato che gli obiettivi fissati all’inizio del programma di sviluppo sono stati raggiunti, un traguardo tutt’altro che scontato per una struttura che, di fatto, si è trovata a costruire competenze da zero. “Per quanto riguarda la tempistica e i traguardi che ci eravamo posti all’inizio, li abbiamo centrati. Negli ultimi mesi il lavoro si è concentrato soprattutto sulla guidabilità e sulla calibrazione”.

La guidabilità è uno dei concetti chiave delle power unit 2026, chiamate a gestire un equilibrio completamente nuovo tra parte endotermica ed elettrica. “Si tratta di potenza, prestazioni, affidabilità e poi di guidabilità”, ha spiegato Rushbrook. “Alcuni aspetti si sviluppano con modelli al computer, altri in laboratorio, altri ancora con i piloti al simulatore. È lì che oggi si concentra la nostra attenzione”.
Verstappen convinto dal progetto Red Bull-Ford
In questo contesto tecnico complesso, prende forma anche il discorso legato a Max Verstappen e al suo futuro. Negli ultimi mesi non sono mancate voci su un interesse concreto di Mercedes, attenzioni che lo stesso quattro volte campione del mondo ha confermato senza giri di parole, pur ridimensionandone la portata.
“Per me non si tratta solo di F1. Ci sono molte cose che devono coincidere perché io possa cambiare team, penso ai ruoli futuri per esempio”, ha dichiarato Verstappen alla BBC. “Un ipotetico cambiamento sarebbe importante per me, perché Red Bull è sicuramente come una seconda famiglia, e non è facile da replicare”.
Parole che introducono un concetto chiave: la scelta di Verstappen non è legata esclusivamente alla prestazione immediata. “Non cambio solo perché ho bisogno di una monoposto più veloce o di un ambiente diverso. Ci sono molte cose che riguardano la mia carriera in F1 e cose che faccio al di fuori della F1 che devono incastrarsi”, ha aggiunto. “Non mentirò. Di sicuro ci sono stati dei colloqui. Ma allo stesso tempo, è stato tutto molto amichevole e aperto. Niente di più”.

Crediti foto: Getty Images
Ed è proprio qui che il fattore motore assume un peso specifico rilevante, pur senza diventare il solo ago della bilancia. La nuova unità Red Bull Powertrains-Ford rappresenta una scommessa tecnica enorme, ma anche un progetto costruito attorno a una visione di lungo periodo, nella quale Verstappen non è soltanto il conducente di spicco, bensì una figura centrale dell’intero ecosistema sportivo Red Bull. La conferma che gli obiettivi iniziali siano stati raggiunti, unita alla crescente fiducia interna sullo sviluppo, ha contribuito a rafforzare l’idea che il 2026 non sarà un salto nel buio, ma una sfida calcolata.
Il regolamento 2026, del resto, rappresenta un terreno parzialmente inesplorato per tutti i costruttori. “Tutto parte dalle regole che tutti devono rispettare”, ha osservato Rushbrook. “Da lì puoi calcolare ciò che è teoricamente possibile. Credo che tutti i motoristi siano arrivati a stime simili, perché le leggi della fisica sono le stesse per tutti. La differenza sta in quanto efficientemente riesci ad arrivarci, incluso il modo in cui l’energia viene trasferita e gestita nella pratica”.
Red Bull, in conclusione, non appare più come un team che rincorre, ma come una struttura che ha accettato il rischio consapevolmente e che ora vede i primi riscontri positivi del proprio lavoro. Per Verstappen, il legame emotivo con la squadra resta un elemento centrale, ma la crescente credibilità del progetto motore sembra aver trasformato una potenziale fonte di incertezza in un fattore di stabilità.
Non è solo una questione di fedeltà o di famiglia sportiva. È la percezione che, dietro le quinte, Red Bull stia costruendo le basi tecniche per restare competitiva anche nell’era post-2025. E questo, per un campione che guarda al lungo periodo, pesa quanto più di una semplice promessa di prestazioni immediate.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Ford
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