Red Bull: non è un pesce d’aprile. Purtroppo

L'Horner-Gate si arricchisce di particolari che non mettono il TP e il suo "protettore" Yoovidhya in una posizione "nobile". La Ford e altri soggetti di spicco della Red Bull sono alla finestra

Primo aprile. Giornata di scherzi in cui ė necessario fare lo slalom tra notizie concrete e burle create ad arte. Quella di cui vi diamo conto è reale, purtroppo. Ricordate l’indagine interna condotta dalla Red Bull in seguito alla denuncia a carico di Christian Horner che ha scaglionato il team principale di Leamington Spa?

Bene, anzi male, sarebbe stata diretta e condotta dall’avvocato della famiglia Yoovidhya, titolare dell’ala Thailandese della Red Bull.

Business F1 Magazine, la stessa testata che aveva creato dal nulla il Mercedes-Gate, ha dato conto dei dettagli di questa storia. Bisogna quindi andarci coi piedi di piombo, ma non è detto che ogni ricostruzione di quella redazione sia fallata perché una non è venuta bene.

Nel caso di Toto Wolff e Susie Stoddart fioccarono le smentite da parte dei protagonisti e ne nacquero ricorsi che si resero necessari per via dell’intervento della FIA che acquisì quell’inchiesta come elemento probatorio rivelatosi poi debole. 

Christian Horner - Team Principal Oracle Red Bull Racing
Christian Horner – Team Principal Oracle Red Bull Racing

Red Bull: indagine interna piena di punti oscuri

L’indagine interna della Red Bull si poggerebbe su un terreno argilloso poiché l’avvocato non sarebbe stato indipendente e avrebbe eseguito istruzioni precise: trovare gli elementi per rendere forte la posizione di Horner nei confronti della parte lesa.  

Il professionista in questione, si legge su Business Manager F1, sarebbe il rappresentante legale e l’avvocato londinese della famiglia Yoovidhya, proprietaria al 51% della Red Bull. Lo studio per il quale opera non fa mistero di lavorare per il magnate asiatico. Viene da sè che l’indipendenza è da considerarsi minata e che il processo prenda i connotati della farsa.

Tutta questa faccenda è nota alle figure di spicco della scuderia di Milton Keynes, dai CEO Watzlawick, Kirchmayr e Mintzlaff per passare al “clan” Verstappen e finire a Helmut Marko (che di Horner è stato non proprio un amico negli ultimi tempi) e Adrian Newey che ogni giorno viene associato a un team diverso. Personaggi, questi, che hanno le mani legate perché, beffa delle beffe, Yoovidhya è colui il quale a fine mese fa il bonifico dello stipendio.

Ė normale che l’accusatrice, a fronte di questa situazione legalmente poco trasparente, abbia fatto ricorso alla FIA. Il rapporto creato dal legale e presentato a Yoovidhya non ha praticamente tenuto conto delle istanze della parte lesa evidenziando solo le ragioni di Horner.

La palla, dopo l’appello, è passata a Place de la Concorde che, in silenzio, sta muovendo i suoi passi evitando di creare caos come fatto nella vicenda che toccava i coniugi Wolff. Dalle mosse del gruppo guidato da Mohammed Ben Sulayem passano i destini della Red Bull che potrebbe vivere una scissione interna se le responsabilità del team principal inglese venissero confermate.

O, peggio ancora, potrebbe avviarsi una fuga di personaggi di spicco come Max Verstappen e Adrian Newey.

Jim Farley, CEO di Ford

Red Bull: Ford è alla finestra 

Ma c’è un altro soggetto che s’è messo in attesa interessata chiudendosi in un silenzio quasi tombale: la Ford. Prima Mark Rushbrook, direttore di Ford Motorsport, poi il CEO del gruppo, Jim Farley, avevano chiesto e preteso trasparenza nelle indagini e che la condotta di Horner fosse chiarita una volta e per tutte. 

In ballo c’era addirittura l’intesa tecnica che potrebbe essere rescissa nel caso di mancato rispetto di clausole etiche introdotte nel contratto.

Se la ricostruzione della testata inglese fossero comprovabili il documento potrebbe essere de-sottoscritto dal motorista americano lasciando il reparto powertrains orfano di un partner strategico chiave, sia da un punto di vista commerciale che tecnico visto che Ford è molto avanti nelle conoscenze relative all’ibrido e ai sistemi di stoccaggio dell’energia. 

Sviluppi sono attesi nei prossimi tempi in una questione che è tutt’altro che tramontata anche se i protagonisti si tengono alla larga dal parlarne ancora pubblicamente. La classica quiete prima della tempesta? Vedremo.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Ford Motorsport

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