47 punti in 14 gare: questo è lo score di Sergio Perez da quando le sue prestazioni hanno iniziato a crollare. Riavvolgiamo le lancette fino al Gran Premio di Imola, quello che rappresenta una tappa spartiacque nella stagione del messicano e, in generale, per la Red Bull. Dopo il round emiliano, in cui la RB20 è stata aggiornata con un pacchetto abbastanza grosso, il team ha vinto solo due gare (Canada e Spagna) per poi entrare in un tunnel da cui solo Verstappen è riuscito occasionalmente a uscire.
Perez è stato letteralmente avvolto dal buio, offrendo prestazioni sempre più scadenti e partendo spesso dalla metà del gruppo, nonostante avesse a disposizione una macchina veloce, sebbene imperfetta. Questa situazione ha portato a mettere in discussione la sua posizione: prima dell’estate sembrava quasi certo un addio in favore di Daniel Ricciardo, ma poi i vertici del team hanno optato per altre strade, favorendo il licenziamento dell’australiano e promuovendo Lawson nella controllata VCARB.
Red Bull: Sergio Perez è un comodo capro espiatorio
Perez è stato considerato in parte responsabile della perdita della testa della classifica costruttori, anche se non può essere l’unico imputato: lo staff tecnico ha la sua parte di colpe e la stessa dirigenza – nella figura di Christian Horner – ha una significativa responsabilità in questo mezzo disastro sportivo che rappresenta la stagione 2024 per il team di Milton Keynes.
Dare tutta la colpa a Perez non sarebbe corretto e non rifletterebbe pienamente l’andamento dei fatti. Max Verstappen lo ha detto chiaramente dopo il Gran Premio del Messico, affermando che la flessione di Perez non è il problema principale della Red Bull. “Dobbiamo migliorare la nostra macchina, perché se lo facciamo crescerà anche Checo”, ha dichiarato il tre volte campione del mondo.
C’è però un problema che frena le ambizioni degli uomini della Red Bull: il tempo. Con quattro gare rimaste e risorse tecniche e finanziarie ormai allocate, non sarà possibile sviluppare ulteriormente la RB20, che potrà essere al massimo ottimizzata per queste ultime tappe.
Guardando alle 20 gare già disputate, non c’è molto ottimismo: lo staff guidato da Pierre Waché ha provato di tutto per risolvere le difficoltà, ma con esiti negativi. Verstappen ha troppo a lungo coperto le lacune della macchina progettata dagli ingegneri anglo-austriaci, ma ciò non è bastato per mantenere il team in vetta nel campionato costruttori.

Non resta che chiudere questo mondiale cercando di mantenere la leadership nella classifica piloti fino all’ultima gara. Poi si inizierà a lavorare sul 2025, anno in cui verrà prodotta la prima monoposto totalmente senza il supporto di Adrian Newey, il cui addio era stato annunciato da tempo.
Red Bull chiuderà probabilmente il campionato del mondo in terza posizione, il che, in ottica 2025, rappresenterà un piccolo vantaggio con un aumento delle ore in galleria del vento e dei gettoni CFD a disposizione; una situazione che il team di Milton Keynes non provava da diversi anni.
Quindi, non tutti i mali verranno per nuocere. Probabilmente, Sergio Perez, uno dei coprotagonisti di questa fase nera per la scuderia, non sarà nemmeno più a bordo, poiché è difficile immaginare che faccia salvo il sedile dopo una stagione così deludente. Ma forse pagherà per colpe non tutte sue.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing