La doppia vittoria di Max Verstappen ad Austin ha avuto l’effetto di un tonico rivitalizzante. La Red Bull ha confermato su una pista molto sfidante di aver ritrovato vigore tecnico e quella compattezza d’ambiente che da sempre ne contraddistingue i momenti migliori. E ora, a cinque gare e due Sprint dalla fine, il mondiale torna incredibilmente aperto: Verstappen è a soli 40 punti dal leader Oscar Piastri, con una monoposto finalmente in grado di esprimere tutto il suo potenziale. Roba impensabile poche gare fa quando Max accusava un ritardo di 104 punti. La maggior parte dell’abisso è stata colmata e ora si punta alla quinta stella. A Milton Keynes non ne fanno più mistero.
Helmut Marko, intervistato dall’emittente austriaca ORF, ha parlato di “vera atmosfera nel team”, una frase che riassume più di mille dati tecnici. Il consulente austriaco, dopo il weekend perfetto in Texas, ha riconosciuto quanto la Red Bull abbia saputo reagire nei momenti chiave, anche grazie alla leadership del suo pilota di punta: “Non c’è più una pista in cui non siamo stati competitivi, ma se lo siamo è perché Max fa la differenza”.

Una Red Bull trasformata dopo la pausa estiva
Il salto prestazionale della RB20 dopo la pausa estiva è stato evidente. A Milton Keynes hanno corretto le aree critiche che avevano limitato la monoposto nelle fasi centrali della stagione, soprattutto nella gestione del bilanciamento aerodinamico in curve medio-lente. Gli aggiornamenti introdotti nelle gare precedenti e perfezionati negli Stati Uniti con un setup perfetto hanno migliorato l’interazione tra fondo e diffusore, permettendo a Verstappen di sfruttare meglio il carico al posteriore senza penalizzare la trazione in uscita.
Il risultato è una vettura più prevedibile e stabile nei cambi di direzione, capace di rispondere meglio alle regolazioni sull’altezza da terra, uno dei punti dolenti nelle prime gare estive. Austin ha confermato come il pacchetto Red Bull sia tornato a essere completo: competitivo in qualifica, ma soprattutto costante sulla distanza, con una gestione gomme tornata ai livelli di eccellenza che avevano segnato la prima parte dell’anno.

McLaren in affanno, Marko punge Piastri
Se la Red Bull ha ritrovato fiducia, la McLaren sembra invece accusare il contraccolpo. Piastri, leader del mondiale, non sale sul podio da quattro gare. Marko non ha perso l’occasione per una stoccata: “Si vede che la McLaren non ha più la stessa leggerezza. Anche Piastri oggi ha avuto un momento difficile. Spero che rimanga così”. Una frecciata che sa di strategia psicologica, ma che trova riscontro anche nei numeri: la MCL39 ha mostrato un calo nella gestione delle gomme posteriori e una minore efficienza aerodinamica nelle piste più sconnesse.
Dietro le dichiarazioni di Marko si intravede un concetto chiaro: l’esperienza nel gestire la pressione può diventare l’arma decisiva. Red Bull sa come affrontare la fase finale di un campionato (il 2021 insegna), mentre McLaren, tornata a lottare per un titolo dopo anni, si trova a navigare in acque inesplorate.
Tsunoda cresce e la squadra guarda al futuro
Tra le note positive, Marko ha elogiato anche Yuki Tsunoda, sempre più solido nelle ultime gare e parte integrante del progetto tecnico. I suoi punti sono risultati preziosi nella rincorsa al secondo posto tra i costruttori, un obiettivo che sembrava impensabile a metà stagione. “Anche Tsunoda è diventato più forte – ha detto Marko – e questo ci aiuta a mantenere alto il livello complessivo della squadra”.
Il giapponese, dopo una prima parte di campionato incostante, ha beneficiato degli aggiornamenti portati che hanno conferito all’auto un retrotreno più stabile. Red Bull sta già lavorando con uno sguardo al 2026, mantenendo continuità tecnica e gestionale all’interno del gruppo. Anche se non è detto che Yuki farà parte del team. L’ombra di Hadjar si allunga su Milton Keynes come aveva lasciato intendere Marko primo del weekend texano: leggi qui.

Messico nel segno di Verstappen (e della pioggia?)
Il prossimo capitolo sarà il Gran Premio del Messico (leggi l’anteprima), una gara che Marko attende con ottimismo. Le previsioni meteo annunciano pioggia, condizione che – secondo lo stesso consulente – favorisce Verstappen: “Questo significa tempo assoluto di Max!”. E non è solo una battuta. Sulle piste a bassa aderenza, l’olandese ha spesso saputo fare la differenza con uno stile di guida che privilegia sensibilità e controllo, due qualità che emergono ancor di più in condizioni di grip variabile.
Marko, infine, ha lasciato intendere che la Red Bull non ha ancora giocato tutte le sue carte: “Abbiamo ancora qualcosa nella manica. Non so esattamente quando arriverà, ma potrà fare la differenza”. Parole che lasciano intravedere un ultimo aggiornamento tecnico, forse legato al fondo o al sistema di raffreddamento, da introdurre nel finale di stagione per dare il colpo decisivo nella lotta a tre per il titolo.
La sensazione è che, dopo Austin, la Red Bull abbia ritrovato il proprio DNA: competitiva, aggressiva e concentrata. E con Verstappen di nuovo al centro della scena, il “miracolo mondiale” non è più solo un’ipotesi suggestiva, ma una possibilità concreta.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, McLaren F1
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