Red Bull alza il muro

Red Bull è sotto l'attacco delle scuderie rivali che intendono strappare i suoi tecnici migliori. Ma la scuderia non ha intenzione di smobilitare in vista del cambio regolamentare del 2026

11 Aprile, anno domini 2024. Messere Adrian Newey è ancora un fedele cavaliere del clan dei tori che caricano. Strano, verrebbe da sottolineare, visto che il prode specialista è stato praticamente affibbiato ad ogni team, con la Ferrari che, a parere di qualche ardimentoso insider, lo avrebbe già incontrato diverse volte.

La Formula Uno non è un racconto di Ian Fleming, certe storie sono meno misteriose e romanzate di quello che in realtà sono. I protagonisti del motorsport stanno a braccetto per duecento giorni all’anno nei paddock di mezzo mondo, se l’abboccamento c’è stato scordatevi sortite notturne nella provincia modenese. Quella è roba per vendere giornali o per far facili click. Tanto vi dovevo.

Red Bull è il fulcro del mercato? È ovvio, succede così quando sei il più bravo della classe. Accadeva ai tempi della Ferrari di Todt, Brawn e Schumacher, succedeva nel regno Mercedes, si verifica oggi. Cosa ci sarebbe da meravigliarsi se i concorrenti fanno offerte ai dominatori? Di anomalo ci sono solo i ricami di contorno.

Red Bull
Il momento della Red Bull: Chris Horner (l’ala thailandese), Helmut Marko (quella austriaca) e Max Verstappen (il pacificatore)

Red Bull si difende

Un conto è lanciarsi in proposte più o meno indecenti, un altro è cedere alle lusinghe. Red Bull fa quadrato e costruisce bastioni a protezione della città. Ha iniziato Christian Horner qualche giorno fa quando ha tolto, di fatto, Max Verstappen dal mercato, un pilota che troppo frettolosamente era stato messo su un treno per Brackley.

Stessa operazione è stata fatta con Newey, il geniale tecnico che è il prima artefice dei successi di un team che ha riscritto molti record della Formula Uno. “Adrian è una parte importante e a lungo termine della nostra squadra . È un elemento della scuderia. Sicuramente ci sarà sempre interesse di altri team per lui”.  L’interesse è una cosa, la cessione un’altra. 

Red Bull è abituata a respingere gli assalti. Già Helmut Marko, in occasione del Gp del Giappone, aveva sottolineato che l’ingegnere inglese è molto ricercato tra le squadre concorrenti. Alludendo all’offerta arrivata dalla Aston Martin, l’ottantenne manager ha ha fatto notare che non è stata la prima richiesta arrivata sul tavolo dei dirigenti della squadra. E che non sarà l’ultima. 

In questa campagna difensiva che Red Bull conduce in pista e in azienda c’è un’altra figura da proteggere: quella di Pierre Waché. Il braccio destro di Newey è corteggiato dalla Mercedes e, ancora lei, dalla Ferrari. Da Milton Keynes hanno subito liquidato la faccenda: il rinnovo del tecnico è fresco e non se ne parla di lasciarlo partire.

Red Bull – Pierre Waché e Adrian Newey

Gli anglo-austriaci non vogliono toccare la line-up progettuali in vista del mutamento normativo a cui si va incontro. Red Bull deve già affrontare l’addio di Honda e non intende introdurre nell’equazione una variabile così grande rappresentata dall’addio della coppia Newey-Waché.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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