Jacques Villeneuve lo aveva affermato durante l’inverno: i tumulti in seno alla Red Bull avrebbero condizionato la stagione 2024 e le prestazioni della RB20. Quando lo lessi, devo ammetterlo, sorrisi pensando all’ennesima provocazione di un pilota che spesso si lancia in giudizi taglienti. E invece l’ex campione del mondo ci aveva visto lungo.
Prima la tensione tra Helmut Marko e Christian Horner, poi le scabrose vicende che hanno coinvolto quest’ultimo e che hanno sconquassato Milton Keynes e, in ultimo, l’addio di Adrian Newey. Elementi, questi, che hanno destabilizzato il team e forse che hanno fatto perdere la bussola tecnica agli ingegneri.
L’anno scorso, in 22 gare, solo una volta la Red Bull aveva totalmente sbagliato l’assetto della RB19. Ci si riferisce ovviamente al Gp di Singapore vinto dalla Ferrari di Carlos Sainz. Quest’anno, in otto gare, la squadra austriaca è stata sconfitta tre volte. In due di queste circostanze (Monaco e Australia) non è stata in grado di risolvere i problemi emersi sin dal primo turno di libere.

Red Bull: Max Verstappen è preoccupato
Max Verstappen, per la prima volta, è sembrato incapace di superare i limiti della monoposto col suo talento. Ne è venuto fuori un gran premio anonimo, molle, senza mordente.
“Dal 2022 abbiamo problemi sui cordoli, prima avevamo un vantaggio a livello di prestazione e di vettura nelle altre curve e quindi riuscivamo a mascherare questo difetto. Ora che gli altri sono migliorati questo nostro punto debole sta venendo fuori. Se non si migliorano i propri punti deboli e gli altri invece lo fanno ecco che viene evidenziato cosa non funziona”. Con queste considerazioni l’olandese ha bacchettato i suoi tecnici.
Parole ferme ma oneste. La Ferrari ha lavorato sulle sue deficienze risolvendole in maniera brillante. la McLaren ha fatto la stessa cosa. Red Bull si è forse cullata su un vantaggio enorme pensando che la stabilità regolamentare e il budget cap riuscissero a tenerlo integro. Ma così non è stato e i subbugli interni hanno contribuito a perdere lucidità.
Fred Vasseur l’ha sempre detto: sotto pressione i rivali possono sbagliare. Lo stanno facendo visto che nelle ultime tre gare il gradino più alto del podio è stato centrato una sola volta e con una fatica inenarrabile.
Max è preoccupato e non lo nasconde. “Non riusciamo a capire come risolverlo. Forse bisognerà attendere l’anno prossimo per sistemare questo problema. Arriveranno delle piste più adatte a noi”.
Montreal lo sarà? La Formula Uno si sposterà su un tracciato “start and stop” caratterizzato da chicane che presentano cordoli di una certa importanza. Uno spauracchio per la RB20 che però non è da considerarsi improvvisamente una vettura da buttare.

Paul Monaghan, un paio di giorni fa, ha riferito che sviluppi stanno per arrivare (leggi qui). Alcuni di questi potrebbero servire proprio a limitare questo genere di difetto. Red Bull ha spesso dimostrato di sapersi chiamare fuori da situazioni difficili e di emergere alla distanza.
Bisognerà ora verificare se ci riuscirà anche in assenza del suo punto di riferimento tecnico, quell’Adrian Newey che nel weekend di Monaco si è rivisto aggirarsi tra i box per cercare di dare manforte a uno staff che forse si sente più orfano di quanto potesse immaginare.
Max cerca di non perdere la fiducia nei suoi e spera che le novità messe in cantiere possano risolvere il rebus: “Una gara storta non cambia la corsa al titolo. Per puntare a vincere il campionato bisogna essere costanti a livello di rendimento ed è quello che dobbiamo provare a fare perché ci saranno altre piste che non saranno semplici per noi alla luce della situazione”.
Red Bull deve riprogrammare se stessa
A Milton Keynes sono costretti a rimodulare la stagione. Helmut Marko, non più di due mesi fa, si esprimeva con una certa baldanza lasciando intendere che la campagna sportiva 2024 fosse relativamente semplice. Ora è lui il primo a rivedere concetti espressi forse con troppa superficialità.
Le ultime gare dicono che ormai là davanti è lotta a tre. Red Bull si trova in una situazione inedita dopo due anni di dominio. Ancora, Verstappen rischia di essere solo in questa tenzone considerando che Sergio Perez, al netto dell’incidente al via per il quale non gli sono ascrivibili colpe, sembra essere entrato in una fase di catatonia sportiva non nuova nella sua carriera.
I campioni del mondo hanno bisogno di riprendere lo slancio. Le due settimane che ci dividono dal Gp del Canada saranno molto importanti perché Verstappen vuole ritornare ad imporre presto la sua legge. E il team deve metterlo in condizione di farlo: sarà in grado?
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing