La Commissione Europea ha avviato un’indagine formale contro Red Bull GmbH per presunto abuso di posizione dominante nel mercato europeo delle bevande energetiche. L’inchiesta, condotta in base all’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, mira a verificare se l’azienda abbia adottato pratiche capaci di alterare la concorrenza nel settore.
L’azione è scaturita da segnalazioni e analisi preliminari della Commissione, che ha individuato segnali di comportamenti scorretti da parte di Red Bull, leader di mercato con una quota superiore al 40 % in vari Paesi europei.
Il gigante delle bibite energetiche imporrebbe ai distributori e ai rivenditori condizioni che vietano la vendita di prodotti di marchi rivali, limitando l’accesso al mercato per altre imprese e riducendo le opzioni per i consumatori. L’azienda userebbe sistemi di ribassi retroattivi riservati ai clienti più fedeli, creando ostacoli all’ingresso di nuovi operatori e consolidando la propria supremazia.
L’indagine valuterà anche gli accordi con fornitori e gestori della logistica, che potrebbero essere strutturati in modo da escludere i concorrenti. Secondo la Commissione, tali pratiche potrebbero violare le norme europee sulla concorrenza, con effetti negativi sui prezzi al consumo e sull’innovazione in un settore che genera miliardi di euro l’anno in Europa.
L’indagine è stata aperta ufficialmente ieri, con perquisizioni nelle sedi dell’azienda in Austria e in altri Stati membri. La Commissione può richiedere documenti, svolgere audizioni e comminare sanzioni fino al 10 % del fatturato mondiale dell’azienda. Il procedimento potrebbe protrarsi fino a 18 mesi, con eventuali proroghe. Red Bull è tenuta a collaborare, qualsiasi resistenza aggraverebbe le conseguenze. Saranno inviati questionari a concorrenti (come Monster Energy e Rockstar), distributori e associazioni di categoria per raccogliere ulteriori prove.

Le reazioni della Commissione Europea e Red Bull
La responsabile della Concorrenza della Commissione Europea ha affermato che “essere leader non è un reato, ma sfruttarne la forza per danneggiare la concorrenza sì. Tuteleremo i consumatori europei da pratiche che soffocano l’innovazione e la libera competizione”. L’obiettivo è garantire un mercato equilibrato, soprattutto in un comparto in espansione tra giovani e sportivi.
L’azienda ha diffuso una nota in cui nega ogni irregolarità, ribadisce il pieno rispetto delle norme europee e sottolinea il proprio contributo attraverso sponsorizzazioni sportive (come per la F1) e attività di promozione che giovano all’intero settore. Ha promesso collaborazione totale per chiarire i fatti.
Le associazioni dei consumatori, come il BEUC (Ufficio Europeo delle Associazioni dei Consumatori) hanno accolto con favore l’indagine, segnalando prezzi elevati (tra 2 e 3 euro a lattina in alcuni mercati) legati al dominio di Red Bull. I concorrenti hanno espresso sostegno; gli analisti prevedono che un esito sfavorevole obbligherebbe l’azienda a rivedere i contratti di fornitura.
In caso di conferma delle accuse, l’azienda rischierebbe multe ingenti, l’ordine di cessare le pratiche incriminate e l’obbligo di aprire il mercato a terzi. Il caso si inserisce nella linea europea di contrasto ai monopoli, accanto a procedimenti contro grandi gruppi tecnologici e multinazionali. Sul piano settoriale, potrebbe favorire una maggiore pluralità di marchi, con opportunità per operatori emergenti e una possibile riduzione dei prezzi al dettaglio. Red Bull, con un giro d’affari annuo oltre i 10 miliardi di euro, dispone comunque delle risorse per ricorrere fino alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
L’indagine è ancora in fase iniziale, la Commissione precisa che l’avvio non implica una colpevolezza presunta, ma serve a verificare in modo approfondito la tutela della concorrenza. Il comparto F1 non è implicato per ora, ma no si possono escludere ripercussioni a macchia d’olio.
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Crediti foto: Imago/Zuma Wire





