Max Verstappen ha vinto il mondiale di F1 probabilmente senza avere la macchina migliore del lotto. Questo è vero, ma la cosa non fotografa del tutto la realtà dei fatti. Nel primo terzo di stagione, la Red Bull RB20 era il punto di riferimento tecnico della categoria, salvo poi incontrare difficoltà man mano che veniva sviluppata.
In questa fase non è emerso un vero competitor in grado di prendere il comando delle operazioni. Ferrari, McLaren e Mercedes si sono alternate al vertice, lasciando una sola vittoria — quella dirompente di Interlagos — alla RB20 dopo il Gran Premio di Barcellona.
Proprio questa alternanza, frutto della convergenza prestazionale finalmente realizzatasi, ha permesso al campione olandese, capace di gestire il grande vantaggio accumulato, di portare a casa il quarto titolo iridato, a scapito di una concorrenza incapace di mantenere la stessa costanza e sostanza.
Red Bull, però, rischia di perdere il mondiale costruttori. Questo accadrà a causa di aggiornamenti mai veramente incisivi e, soprattutto, per colpa di Sergio Perez, autore di una stagione decisamente negativa. Nelle ultime 14 gare, ossia dal Gran Premio di Monaco in poi, il messicano ha raccolto poco più di 40 punti, uno score degno di una scuderia di metà classifica, inaccettabile per un pilota di un top team.

F1 2025: La Red Bull alle prese con le proprie paure
Ciò che spaventa gli uomini della franchigia austriaca è la tendenza mostrata negli ultimi tempi: mentre gli altri team si ricompattavano e mettevano in pista mezzi sempre più performanti, la RB20 restava ferma, arretrando gara dopo gara e mostrando difetti che, in alcune circostanze, non solo non sono stati corretti ma si sono acutizzati con gli aggiornamenti.
In questo contesto e con un regolamento tecnico sostanzialmente congelato, si teme che la vettura — orfana di Adrian Newey — abbia già raggiunto il suo climax di sviluppo. Cambiare rotta nell’ultimo anno di questa era regolamentare sarebbe difficile, se non improduttivo. Per tale ragione, la stagione che inizierà a marzo inquieta chi guida il progetto.
Pierre Waché, direttore tecnico della Red Bull, ha espresso apertamente le sue preoccupazioni in vista del 2025. L’ingegnere francese, intervistato da Autosport, si è detto angustiato dalla velocità degli avversari, una situazione mai vista nel 2023. Waché attribuisce i successi di quella stagione al ritardo degli altri team, incapaci di far progredire le proprie vetture. Al contrario, nel 2024, gli avversari sono cresciuti in modo prorompente mentre Red Bull è rimasta quasi ferma, generando preoccupazioni per il futuro.

Le Speranze della Red Bull per il campionato di F1 2025
Waché sottolinea che, nonostante le difficoltà, il team ha compreso alcuni aspetti importanti durante il Gran Premio di Monza, permettendo piccoli progressi che hanno aiutato Verstappen a vincere il titolo. Tuttavia, in alcune circostanze, la RB20 è apparsa come terza o quarta forza del lotto, evidenziando che per il 2025 sarà necessario fare molto di più.
Le aree di miglioramento chiave riguardano la velocità di punta e le curve lente, dove la Ferrari SF-24 ha dimostrato di eccellere. Un piccolo aiuto arriverà dalla terza posizione nel costruttori: il regolamento sull’aerodinamica concederà a Red Bull più ore di lavoro in galleria del vento a partire da gennaio 2025. Inoltre, il team beneficerà del completamento di un nuovo impianto che sostituirà l’attuale struttura obsoleta di Bedford.
Non sarà facile per Red Bull tornare ai livelli del 2023, né forse raggiungere le prestazioni dell’inizio del 2024. Tuttavia, chi ha dominato l’era dell’effetto suolo non può permettersi di abdicare così facilmente, lasciando agli avversari il campo libero per il titolo.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing