Il 2024, dal punto di vista del mercato piloti, ha visto come unico grande movimento l’approdo di Lewis Hamilton in Ferrari. Un annuncio totalmente inaspettato, perché nessuno credeva che il pilota inglese, a fine carriera, si lanciasse in un’avventura così complessa come quella di vincere il mondiale con la scuderia più prestigiosa- e allo stesso tempo più ostica – della Formula 1. Per anni ha preferito, giustamente, rimanere in Mercedes e sfruttarne la competitività.
Ma la situazione di Max Verstappen è ben diversa da quella di Lewis Hamilton
Il pilota inglese ha voluto realizzare un “sogno”, dopo una carriera che l’ha portato a conquistare il record assoluto di vittorie e titoli mondiali. La vera scelta della vita l’aveva fatta nel 2012, lasciando la plurititolata McLaren per l’incognita Mercedes. La scelta Ferrari è arrivata solo come una sfida, quando ormai non aveva più nulla da perdere.
Nel caso del campione del mondo in carica, invece, parliamo di un pilota all’apice della carriera, con ancora tanti anni davanti, che ha sempre corso per la stessa scuderia e che ora si trova nella necessità di cambiare. Perché? Perché sa che i motori RB Powertrains avranno un gap di competitività rispetto alla concorrenza, difficile da colmare con le sole virtù della parte telaistica – ammesso che si riesca a produrre un progetto vincente, con un reparto tecnico sulla carta depotenziato dalla partenza di figure apicali.
Max Verstappen si sta quindi, giustamente, guardando intorno. Dopo aver detto di no a Toto Wolff lo scorso anno, adesso ci sta pensando seriamente. E, dando per scontato che non ci saranno sedili liberi in Ferrari, gli unici due team potenzialmente competitivi dove potrebbe esprimersi sono la Mercedes e l’Aston Martin.

Si parla tanto della trattativa con la Mercedes, ma è davvero l’unica?
Sulla carta, infatti, l’opzione Aston Martin appare più promettente. Nonostante la situazione tecnica attuale non sia rosea, il team potrà contare dal prossimo anno sulla fornitura ufficiale dei motori Honda – forse la power unit migliore dello schieramento. Un motore che Verstappen conosce benissimo, avendone plasmato le caratteristiche sul proprio stile di guida. Inoltre, il progetto Aston Martin nasce sotto l’egida del genio di Stratford (Adrian Newey), il che potrebbe portare soluzioni vincenti. Da non sottovalutare poi gli ingenti investimenti infrastrutturali in corso nella factory di Silverstone, che porteranno addirittura a un raddoppio della superficie.
Alla corte di Lawrence Stroll, Max troverebbe un ambiente simile a quello di Red Bull: un team in espansione, con grandi risorse economiche, e lo status di primo pilota incontrastato. Un compagno di squadra come Lance Stroll, infatti, non può impensierirlo. Da un punto di vista razionale, questa sembra la pista più concreta. E il fatto che non se ne parli affatto, per esperienza, rappresenta un grande indizio.

L’opzione Mercedes è concreta, ma ricca di controindicazioni
Quella Mercedes è la soluzione data per certa da molti media, ma appare controversa. In primis perché la casa di Brackley ha sotto contratto due piloti giovani e di sicuro talento: in particolare George Russell, che ha un curriculum nettamente migliore rispetto a quello di Verstappen nelle formule minori, ed è sempre stato molto veloce anche in F1. Chi ci dice, fino a prova contraria, che sulla stessa monoposto il campione del mondo in carica sia davvero più performante del giovane inglese?
Nessuno mette in dubbio le doti velocistiche e tecniche del campione di Hasselt, ma correre fuori dalla comfort zone della Red Bull potrebbe riservare sorprese. Fare un grande investimento per un pilota che, forse, non è così superiore a quello già in casa, e che costa infinitamente meno, potrebbe rivelarsi una pesante cantonata.
In più, per la prima volta in carriera, Max dovrebbe confrontarsi con un compagno di squadra di sicuro talento, che non parte da una posizione di svantaggio né tecnico né ambientale. Una situazione inedita e potenzialmente pericolosa, soprattutto considerando che le sue difficoltà caratteriali emergono nei momenti di frustrazione.
Christian Horner, nel corso degli anni, ha imparato a gestire magistralmente il difficile carattere dell’olandese, diventando una sorta di “coperta di Linus”, capace di proteggerlo dall’inferno mediatico che si scatena a ogni sua intemperanza. Per questo sarebbe giusto riflettere a fondo: la scelta del team per il 2026 condizionerà pesantemente la sua carriera futura.

Il contratto con Red Bull è davvero così aggirabile?
Christian Horner ha voluto smorzare gli entusiasmi confermando la volontà di Red Bull di trattenere a tutti i costi il suo principale asset, ribadendo l’esistenza di una clausola legata alle performance del team. Ma non è detto che tale clausola sia automatica: se Max Verstappen dovesse classificarsi tra i primi tre nel mondiale, potrebbe non scattare. A quel punto, rompere il contratto diventerebbe molto oneroso.
Una cifra che non spaventerebbe Lawrence Stroll – visti i ponti d’oro offerti ad Adrian Newey – ma che potrebbe rappresentare un problema per le casse di Mercedes, che storicamente non ama le follie sul mercato.
La situazione è quindi molto complessa, e non è escluso che riservi sorprese. Tutti pensano alla bomba mediatica dell’accordo con Mercedes, ma questa bomba potrebbe anche non scoppiare mai.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP – Oracle Red Bull Racing
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