Helmut Marko, sempre lui. Quando c’è da alimentare polemiche o fare uscite caustiche, tipiche di chi ama puntare il dito, il veterano dirigente austriaco non si tira mai indietro. Stavolta, l’oggetto delle sue disquisizioni è la gestione del parco piloti. Ma non quello della Red Bull, sarebbe troppo facile: il riferimento è a quello degli altri. E non solo.
Red Bull ha sempre adottato una strategia che punta alla valorizzazione dei piloti provenienti dalla propria academy. Sebastian Vettel e Max Verstappen ne sono gli esempi più illustri, ma ce ne sono molti altri che hanno sviluppato il proprio talento all’interno di un programma che si è dimostrato molto efficace.
È evidente che non sia semplice sfornare costantemente potenziali campioni del mondo, ma l’intento della Red Bull è quello di “costruirsi” i piloti in casa per evitare di dover ricorrere al mercato e ritrovarsi con conducenti che non rendono come sperato. Si veda ad esempio il caso di Sergio Perez, che da anni occupa un sedile importante senza offrire prestazioni all’altezza. Una specie di fardello che appesantisce il team.
Proprio l’esperienza con il messicano ha portato la Red Bull a tornare al vecchio paradigma: il prossimo compagno di Max Verstappen sarà probabilmente un pilota proveniente dal vivaio. Il nome di Liam Lawson è tra i più quotati, soprattutto se riuscirà a ben figurare nelle ultime sei gare, durante le quali sostituirà Daniel Ricciardo.
Marko osserva che il vento sta cambiando. La promozione di Oliver Bearman in Haas, quella di Andrea Kimi Antonelli in Mercedes, così come il recente debutto di Franco Colapinto con la Williams, dimostrano che le scuderie hanno iniziato a puntare forte sui propri programmi piloti. Ma secondo il manager di Graz, questo non basta: rivendica il ruolo di pioniere in un ambito che ora viene battuto anche dalla concorrenza.

Helmut Marko: “La F1 deve fare di più per i giovani piloti“
Marko ritiene che sia necessario fare di più a livello regolamentare per dare una possibilità ai giovani talenti, i cui progressi sono ostacolati dai costi esorbitanti delle corse. Bisogna agire già dal mondo del karting.
Il dirigente ha dichiarato di aver chiesto alla FIA di svolgere un ruolo di primo piano nel rendere il motorsport più accessibile: “Bisogna dare una possibilità ai giovani di mettersi alla prova su una vettura di GP dopo aver scalato la piramide delle categorie junior. Questo sistema funziona, ma purtroppo è troppo costoso. Si comincia dal karting e si sale in tutte le classi superiori. La FIA dovrebbe intervenire fin da lì e cercare di controllare i costi“.
Nuovo ruolo all’orizzonte per Helmut Marko? Difficile dirlo, ma è chiaro che, nonostante l’età, l’austriaco sia ancora un vulcano di idee e che non abbia alcuna intenzione di ritirarsi in una comoda pensione.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing