Red Bull: c’è ancora del margine nel taschino?

Helmut Marko, superconsulente della Red Bull, ha lasciato intendere che a Suzuka la RB20 poteva esprimere un potenziale maggiore

Red Bull non ha mostrato tutto il potenziale a Suzuka? Difficile dare una risposta affidabile, anche perché alla fine è giunta una doppietta mai stata in discussione per il 57 giri di gara. 

Per di più, per la prima volta nell’anno, le due RB20 si sono prese anche la prima fila completa. Ciò a dimostrazione che le monoposto anglo-austriache proprio col freno a mano tirato non sono andate tra i saliscendi nipponici. 

Il Gran Premio del Giappone è coinciso col primo aggiornamento di un certo calibro della Red Bull. Novità che potete riscontrare coi vostri occhi nei due documenti allegati in basso.

Red Bull: update GP Giappone

La Red Bull ha sottoperformato a Suzuka?

Novità importanti che hanno comportato un’attenzione maggiore nella definizione degli assetti? Sì, questo è il parere di Helmut Marko che ha anche sottolineato come la pioggia caduta nelle Fp2 abbia di fatto acuito le difficoltà che in pista si sono viste effettivamente poco

Il motivo per cui non eravamo al meglio con l’assetto è stato probabilmente l’importante aggiornamento tecnico portato in Giappone. Può succedere soprattutto se si perde una sessione di prove libere per la pioggia. Le previsioni meteo davano il venerdì sereno e il sabato piovoso. In realtà, è successo il contrario”, ha spiegato l’ex pilota di Graz a Speedweek

Helmut Marko, consulente Oracle Red Bull Racing

Marko ha poi dato conto di un piccolo particolare che ha fatto una grossa differenza. L’incidente che ha coinvolto Daniel Ricciardo e Alex Albon, dal quale è scaturita la bandiera rossa, ha permesso ai tecnici della Red Bull di modificare l’incidenza dell’ala anteriore della RB20 che ha così corretto parzialmente quel sottosterzo di cui s’era lamentato Verstappen nei turni di libere.

Un dettaglio che ha funzionato anche grazie a un mutato scenario termico. Le alte temperature, ha sottolineato Marko, consentono alla vettura di Adrian Newey di lavorare meglio, esaltando il driving dei due piloti. 

Resta il fatto che in Red Bull sono convinti che non sia stato espresso tutto il potenziale a causa della grande portata degli aggiornamenti e della seconda sessione di libere (nei fatti saltata) che solitamente è quella più indicata per trovare l’assetto efficace.  

Messa così la cosa fa un po’ paura perché i vantaggi evidenziati durante la gara, quasi mezzo secondo in media al giro in meno della Ferrari, è  già molto ampio. Un’ulteriore ottimizzazione del pacchetto potrebbe allargare la forbice e spezzare sul nascere i sogni di recupero della rossa e di qualsiasi altro competitor.

Aspettiamo la Cina per una sentenza d’appello e vediamo come reagiranno le altre squadre con le migliorie in cantiere per le proprie monoposto.


Crediti foto: FIA, Oracle Red Bull Racing

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