Limitandosi alla lettura del solo titolo, questo articolo potrebbe sembrare una stupida provocazione. È necessario fare questa precisazione, poiché non è raro che i lettori si fermino all’intestazione di uno scritto senza prendersi la briga di aprirlo e leggerne i contenuti fino all’ultima riga, cercando di capire cosa l’autore avesse in mente. In Red Bull non mancano di certo figure carismatiche, nonostante l’addio di Adrian Newey, la cui assenza si è innegabilmente fatta sentire per il mancato sviluppo della RB20.
Christian Horner è di certo un capogruppo che sa come guidare i suoi uomini e lo ha dimostrato nella sua lunga carriera, costellata di vittorie e soddisfazioni. Helmut Marko è un’altra figura dotata di spiccate doti di comando, e la sua presenza è un vero punto di riferimento per le donne e gli uomini di Milton Keynes.
Alle spalle di questi due ci sono tante altre figure che svolgono egregiamente il proprio lavoro, ma forse, negli ultimi tempi, è mancato chi manteneva le briglie di un cavallo che, a un certo punto, è andato fuori controllo, trasformando la grande velocità in un problema da gestire.
Poco meno di un anno fa stava per deflagrare una delle questioni più dibattute del 2024: l’Horner-gate, una vicenda dai contorni non proprio limpidi, nella quale il direttore della scuderia era stato accusato da una dipendente di pratiche molto gravi. È inutile ripercorrere le tappe di una questione che si è conclusa solo in un secondo momento e che ha visto Horner scagionato dalle accuse. Tuttavia, questa storia ha condizionato pesantemente il clima all’interno del team, rendendolo a volte irrespirabile.
Ne è scaturita una vera e propria guerra tra Jos Verstappen e lo “Spice Boy”, che ha seguito un’altra tensione intestina manifestatasi proprio tra quest’ultimo e Helmut Marko. Sul finire del 2023, infatti, l’ala austriaca del sodalizio, riferibile agli eredi di Mateschitz, era entrata in contrasto con quella thailandese, che detiene la maggioranza di Red Bull GmbH. Anche in questo caso Horner è uscito vincitore, con il ruolo di Marko decisamente ridimensionato rispetto al passato.

Red Bull ha pagato l’assenza di Dietrich Mateschitz?
Questo tipo di scontro ha sicuramente condizionato la sfera tecnica e sportiva di una scuderia che ha sentito la mancanza del suo fondatore, Dietrich Mateschitz. Una figura di riferimento, un leader apparentemente silente e molto più presente di quanto si possa pensare, è mancata in una fase delicata della vita della scuderia ex campione del mondo.
A fare allusione a questa dinamica è stato direttamente Max Verstappen, un pilota che ha dimostrato una grande maturità poiché non si è lasciato coinvolgere nella guerra tra suo padre e i vertici della squadra. A bocce ferme, però, l’olandese ha fatto qualche riferimento a quella situazione, alludendo all’assenza di chi più di ogni altro avrebbe potuto gestire il caos.
“Certo, non è stato bello”, ha detto Verstappen al Blick. “Ma io sostengo che la questione sarebbe stata risolta molto rapidamente con Dietrich Mateschitz“. Poche e calibrate parole che spiegano come in Red Bull si sia creato un vuoto di potere dopo la morte del magnate, un buco che forse non è stato ancora del tutto colmato.

Red Bull – Le incognite del futuro
Quanto accaduto nel 2024 e le prospettive per un 2026 ricco di incognite, a causa della perdita del partner Honda che sarà sostituito con un motore prodotto in casa in collaborazione con Ford, fanno ritenere che Max possa prendere in considerazione altre offerte. Magari quella di una Mercedes che non ha smesso di pressare l’olandese dopo aver alzato bandiera bianca in seguito al primo assalto.
“Sono contento di dove sono, e una delle mie condizioni è sempre la stessa: Helmut Marko deve restare“. Così ha risposto Verstappen quando gli è stato chiesto del suo futuro. Ma Helmut non è eterno – la sua età è veneranda – e il rinnovo del suo contratto è soltanto biennale. Quindi, anche in virtù della clausola rescissoria presente nel contratto del quattro volte iridato, non è da escludere che alla fine del 2025 qualcosa possa accadere.
C’è il rischio che in questa stagione si consumi una sorta di Hamilton-bis con un altro addio rumoroso? Difficile dirlo, anche se non è del tutto escludibile. Per ora, l’olandese ha altre premure: difendere il titolo conquistato, non senza fatica, l’anno passato, provando ad agguantare il quinto consecutivo.

“Non ho la sfera di cristallo, ma se riusciremo a correggere alcune debolezze in inverno, saremo di nuovo davanti. Tuttavia, non sto facendo previsioni. Cinque squadre dovrebbero competere per la vittoria, ma spesso abbiamo mancato l’equilibrio necessario [nel 2024] perché non siamo riusciti a entrare nella piccola finestra di lavoro in termini di temperatura“, ha chiuso Verstappen.
In attesa che il campionato 2025 inizi a scriversi, registriamo che Max ritiene che la Red Bull debba fare progressi da un punto di vista tecnico, ma anche pacificarsi al suo interno. Un processo che, va detto, è iniziato già nel corso del mondiale scorso, quando un certo senso di serenità ha cominciato a emergere, soprattutto dopo che la questione Horner si è conclusa positivamente. Resta da capire se questo rinnovato clima di fiducia possa bastare per confermarsi in una stagione che si preannuncia davvero combattutissima.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing