Con la recente decisione di promuovere Liam Lawson piuttosto che Yuki Tsunoda, Helmut Marko è tornato a far parlare di sé. Molti tifosi, infatti, hanno storto il naso quando i canali ufficiali della Red Bull hanno annunciato il pilota neozelandese come sostituto di Sergio Perez, criticando la scelta della squadra di Milton Keynes ritenendo il pilota giapponese più meritevole di quel posto.
Non sono state criticate le qualità di Lawson, bensì la mancanza di esperienza in F1. Dopotutto, il ventiduenne non ha ancora disputato una stagione completa nella massima categoria. Tuttavia, bisogna aggiungere che nei pochi appuntamenti avuti a disposizione, non ha di certo sfigurato. Con Checo Perez, per esempio, si è reso protagonista di alcune splendide lotte da cui è uscito spesso vincitore anche se con auto diverse.
Malgrado ciò, tanti appassionati avrebbero voluto vedere Tsunoda in tuta Red Bull, grazie anche alle sue interessanti statistiche contro i propri compagni di squadra che lo hanno quasi sempre visto vincitore del duello, ma anche dopo aver assistito al suo processo di maturazione dopo l’uscita di Pierre Gasly dal programma Red Bull, in cui il giapponese ha preso le redini del team di Faenza.
In un’intervista rilasciata al quotidiano austriaco Kleine Zeitung, il consulente capo della Red Bull ha spiegato le motivazioni della compagine di Milton Keynes nel promuovere Lawson piuttosto che Tsunoda.
Helmut Marko: “La forza mentale di Lawson cruciale nella scelta”
Secondo Helmut Marko, la forza mentale di Liam Lawson è stata fondamentale nella decisione presa. In effetti, Max Verstappen non è di certo il miglior compagno di squadra con cui competere, quindi, è essenziale avere il giusto mindset per affrontare il 4 volte campione del mondo.
Liam Lawson è forte mentalmente? Sì, i suoi numeri lo dimostrano. Non è assolutamente facile per un driver non guidare per quasi un anno, con l’attesa di una tanto desiderata chiamata, per poi entrare dentro l’abitacolo e fare bene sin dall’inizio. Proprio nel Gran Premio di Austin, weekend che ha visto il ritorno del neozelandese, quest’ultimo ha dimostrato di meritarsi il sedile. Nonostante fosse partito dal fondo, è riuscito a risalire la china e ad entrare in zona buona, conquistando due preziosi punti iridati per VCARB.

Grazie alla sua forza mentale, Lawson è colui che probabilmente può reggere meglio il confronto con Max, perché al momento è veramente imbattibile. A causa della sua limitata esperienza nei Gran Premi, pensiamo che possa avere un maggiore potenziale di sviluppo. Sarà stato sicuramente deludente per Tsunoda. Nessuno mette in dubbio la sua velocità, ma manca di costanza e poi è un pilota emotivo. Nel complesso, la decisione verteva più sul pacchetto Lawson. Però, Tsunoda resta la punta di diamante dei Racing Bulls.
Nonostante nell’ultima stagione Yuki abbia dimostrato grande maturità, i suoi team radio a inizio carriera in F1, lo hanno messo sotto una cattiva luce. Resta da chiederci se Tsunoda rimarrà per sempre descritto come pilota troppo emotivo, o se in futuro, avrà la possibilità di far ricredere i vertici della Red Bull.
Una cosa è certa: il sodalizio Honda-Red Bull si interromperà a partire dal 2026, e ciò ha influito sicuramente nella decisione del board dirigenziale. Tsunoda, infatti, è un prodotto del vivaio Honda, entrato poi nel programma Red Bull una volta che nel 2018 cominciò la collaborazione con la casa motoristica giapponese.
Come ben sappiamo, Honda si sposterà a Silverstone con Aston Martin. Chissà se il ventiquattrenne non riuscirà proprio a rilanciarsi con il team “verdone”.
Crediti foto: Visa Cash App RB, Oracle Red Bull Racing