Da qualche mese, la Red Bull ha avviato una fase di riassestamento interno dopo alcune importanti defezioni in ambiti chiave del team. Diversi membri hanno lasciato Milton Keynes, con il caso più eclatante rappresentato da Adrian Newey, recentemente passato all’Aston Martin. Tuttavia, come è noto, potrà assumere il suo nuovo ruolo solo a marzo. Un’altra figura di rilievo è Jonathan Wheatley, che si è unito alla Sauber-Audi, all’interno di una struttura dirigenziale a due teste, dove collaborerà strettamente con Mattia Binotto.
Oltre a queste personalità, si è assistito alla partenza di una serie di ingegneri meno noti, ma non meno importanti, che hanno preso la via di Ferrari, Mercedes e McLaren, in quella che sembra una vera e propria campagna acquisti a danno dei campioni del mondo in carica.
Il team di Woking si è recentemente assicurato le prestazioni di Will Courtenay, ex capo delle strategie della Red Bull. Figura di riferimento sin dai tempi della Jaguar, Courtenay aveva scalato le gerarchie fino a diventare capo stratega, coordinando anche Hannah Schmitz, che si è distinta per tattiche di gara audaci, ma efficaci. Proprio il nome di Schmitz è ora in lizza per sostituire Courtenay.
Helmut Marko, stranamente rassegnato, ha dichiarato che perdere una figura di rilievo come Courtenay è naturale per un team che opera ad alti livelli. Il contratto del suddetto sarebbe scaduto nel 2026, ma la corte serrata della McLaren lo ha convinto a lasciare anticipatamente, con la Red Bull costretta a concedere la liberatoria, aprendo il consueto periodo di gardening, la cui durata non è stata comunicata.

Red Bull sta replicando il modello Lambiase con Hanna Schmitz
“C’è qualcuno all’interno del team in grado di assumere questa posizione, e questa persona è Hanna Schmitz“, ha dichiarato Helmut Marko, confermando il passaggio di competenze. È una scelta naturale, sia perché la Schmitz conosce bene le dinamiche del team, sia perché ha dimostrato il proprio valore al muretto box, guadagnandosi la fama e la promozione a un ruolo ancora più importante.
Red Bull ripete quindi quanto fatto con Giampiero Lambiase, che dopo la partenza di Wheatley è diventato head of racing pur mantenendo il ruolo di ingegnere di pista di Max Verstappen, a dimostrazione di quanto l’olandese sia centrale nelle strategie del team anglo-austriaco.
Schmitz si troverà a gestire un comparto che negli ultimi anni è stato uno dei fiori all’occhiello della Red Bull, un ingranaggio perfetto in un meccanismo altrettanto efficiente. Tuttavia, le strategie della squadra hanno recentemente mostrato qualche incertezza, segno che, senza una macchina iper-performante come la RB19, è più difficile dominare.
Nel campionato 2024, nonostante una Red Bull ancora competitiva nelle strategie di gara, sono emerse alcune crepe, specialmente quando Max Verstappen è stato costretto a partire dalle retrovie, senza riuscire a rimontare come succedeva l’anno scorso.
È evidente che il confine tra la responsabilità degli strateghi e quella dei progettisti sia molto sottile: senza una vettura dominante e perfetta nella gestione delle gomme è difficile imporsi su una concorrenza che ha ridotto il gap, con la RB20 ormai superata in prestazioni dalla McLaren MCL38.

In ogni caso, Hanna Schmitz sembra essere la persona più adatta per ricoprire questo ruolo delicatissimo. Negli ultimi anni ha dimostrato grande affidabilità e una naturale inclinazione a letture tattiche brillanti, contribuendo alla lunga lista di successi della Red Bull.
È una fase di assestamento per la scuderia guidata da Christian Horner, che vuole provare a vincere entrambi i titoli anche se è in piena fase recessiva, tecnicamente parlando. La compagine di Milton Keynes se la deve vedere con una McLaren letteralmente scatenata e avvantaggiata per il titolo costruttori ma con un occhio attento anche alla classifica piloti che vede Lando Norris in lenta ma costante ascesa.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing