Red Bull – Horner: nota stonata

Nello sconquassato - ma sempre vincente - mondo Red Bull ora entra pure la musica degli U2. Ricostruzione surreale o c'è un fondo di verità?

Nella vicenda Red Bull ci mancavano solo gli U2. Ieri, alcuni media tedeschi, avevano riferito che l’asse Marko-Mintzlaff, l’ormai famosa ala austriaca dell’azienda delle bibite energetiche, aveva serrato i ranghi ottenendo il licenziamento di Christian Horner che, nella ricostruzione di F1-insider, avrebbe perso di colpo il sostegno della famiglia thailandese Yoovidhya.

Inutile ripercorrere le tappe del dissidio, quel che conta è introdurre l’ultimo pomo della discordia che porterebbe in Irlanda, terra degli U2. Sì, proprio la famosa rock band. Che c’entrano Bono e compagni, direte voi? Ci arriviamo. Questione di legami familiari. F1-Insider informa del fatto che il fratello della dipendente che ha accusato Horner è il genero di The Edge, chitarrista della band che, per supportare la causa della parente acquisita, starebbe approntando un brano dal titolo “Don’t be horny, be Christian”. 

Se permettete, cari amici, un po’ siamo stati precursori perché il nome “Horny” l’avete già letto su queste colonne: cliccare per credere. La vicenda sembra essere piuttosto strampalata, surreale, ma in questo mondo nulla deve sorprendere. Ciò che invece preoccupa concretamente Red Bull GmbH è il possibile boicottaggio delle bibite energetiche nel mercato americano che fa riferimento a un popolo molto sensibile a certe vicende. 

Christian Horny

E qui si incastra il ruolo di Ford che, anche se s’è chiusa in un silenzio riflessivo, attende ancora la conclusione della faccenda per dire la sua. Che non è cosa da poco visto che deve far sapere se rompere o meno l’accordo tecnico-commerciale con i campioni del mondo in carica. La prospettiva dello stop sì che sarebbe una mazzata per il team e per il reparto powertrains in via di completamento in quel di Milton Keynes.


Red Bull – Horner: speculazioni al potere

Al di là di certe speculazioni più o meno credibili, sembra che Horner sia ancora saldamente al suo posto e che i thailandesi, più fedeli di un cucciolo di cane, non lo abbiano affatto mollato. Il giornalista olandese del De Telegraaf Erik van Haren, ieri sera, ha riportato in un tweet la replica del portavoce di Red Bull Racing che smentisce il commiato del manager di Leamington Spa: “Come ha detto Christian lui è grato per il pieno sostegno degli azionisti e la situazione rimane così”. 

Pietra tombale sulla vicenda? Scordatevelo! Al weekend del Gran Premio d’Australia mancano undici giorni. Una settimana e mezza senza motori, il contesto ideale per far germogliare chiacchiere e, nel caso, per scrivere canzoncine pop da tre minuti con ritornelli martellanti, titoli ammiccanti e assoli annoianti. Il clima nel quale – e lo diciamo da parte in causa – la stampa alimenta le congetture per riempire pagine di giornali e siti internet. Quindi no, la faccenda non è affatto chiusa. E la cosa “suona” male.


Crediti foto: Red Bull, Mauro Mondiello

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