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Home Approfondimenti

Red Bull sta perdendo la guerra in galleria del vento

Alla lunga, lavorare in un impianto obsoleto sta costando alla Red Bull che rischia di perdere lo scettro tecnico in favore della McLaren che, non a caso, può contare su una galleria del vento all'avanguardia

Diego Catalano by Diego Catalano
26 Luglio 2024
in Approfondimenti, F1, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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Red Bull galleria del vento

La galleria del vento della Red Bull a Bedford

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Per primeggiare in Formula 1 non servono solo soldi, uomini e idee. Sono necessarie anche le strutture. I primi tre elementi possono bastare fino a un certo punto, poi subentra la  bontà del materiale che consente di mettere in atto determinati concetti e di garantirsi un vantaggio sulla concorrenza che magari, su questo fronte, è più arretrata. Red Bull è un esempio lampante di questo concetto.

Una scuderia ricca, dotata di grandi professionalità e con uno staff in grado di produrre idee che hanno rivoluzionato la categoria. Ciò fatto in un contesto infrastrutturale non proprio all’avanguardia, specie se andiamo ad osservare la galleria del vento. 

La Scuderia anglo-austriaca si affida all’impianto di Bedford, un sito che per molti anni è stato il principale istituto di ricerca per le prove di volo nel Regno Unito. Una struttura attiva dal lontano 1944, in piena era bellica.

La struttura negli anni ha subito dei necessari adeguamenti al progresso tecnico  finché di Dietrich Mateschitz, quando rilevò la Jaguar Racing, ci mise gli occhi addosso acquistandola. La DERA, questo il nome dell’impianto di Bedford, fu acquisita nel 2003 dal team Jaguar e trasformata in 18 mesi nell’impianto nel quale la R7 prese vita.

Negli anni successivi sono stati effettuati ammodernamenti all’impianto. Tuttavia la struttura è arrivata al limite fisiologico di sviluppo. Per tale ragione Mateschitz, prima della sua scomparsa, aveva stanziato fondi e dato l’ok per la costruzione del nuovo wind tunnel.

Newey Red Bull
Adrian Newey e Dietrich Mateschitz: un binomio che ha riscritto la storia della Formula 1

Red Bull F1: l’uso confermativo della galleria del vento non basta più

Anche per sopperire al deficit che emerge a causa di un impianto non al passo con quelli più nuovi, la Red Bull riusciva  a superare certi limiti usandolo non solo come  uno strumento di ricerca, ma una sorta di mezzo di controllo qualità di un concetto teorizzato altrove. 

Grazie alla sagacia degli ingegneri, Red Bull porta in galleria pezzi già molto efficaci e “sgrossati” da un punto di vista aerodinamico. Ma oggi questo modello sembra essere in crisi. Gli ultimi aggiornamenti introdotti sulla RB20 non hanno funzionato. Il pacchetto visto in Ungheria che sconfessava quello precedente basato sul “cannoni” dietro la testa del pilota, è stato smontato per Spa-Francorchamps.

Max Verstappen non fa che lamentarsi dei difetti del modello 2024 che non ha saputo correggere alcune piccole crepe che s’erano viste sulla RB19, una vettura vincitrice seriale anche per le deficienze di una concorrenza smarrita che oggi sta invece serrando le fila.

Woking – Sede McLaren

McLaren: la galleria del vento è uno dei segreti della rimonta

Chi si è fatto sotto in maniera prorompente è la McLaren. E non è un caso che il team inglese possa contare su una galleria del vento fresca di pacca, come si suol dire. Woking vince con le idee, con i fondi investiti ma anche grazie all’impianto che ha sostituito quello di Colonia di proprietà della Toyota nel quale nascevano i progetti precedenti. 

Un wind tunnel all’avanguardia che sorge a pochi metri dagli uffici di progettazione e ricerca. Un vantaggio strategico dato dall’interconnessione e dalla rapidità d’esecuzione, cose di fondamentale importanza quando la Formula Uno è condizionata dal contingentamento delle ore di lavoro. Anche così si spiega il mega recupero della McLaren che ha tagliato, da un anno all’altro, preziosi decimi di secondo.

La Red Bull non potrà contare sul nuovo impianto prima della nuova era regolamentare e ciò può rappresentare un problema piuttosto serio nell’immediato. L’uso confermativo del wind tunnel, quindi, potrebbe non bastare più in un quadro in cui la concorrenza si sta dotando di strutture all’avanguardia.

Oltre alla McLaren, infatti, anche la Aston Martin che prenderà proprio i motori che oggi equipaggiano le vetture anglo-austriache, è prossima al primo run del nuovo impianto del vento. Un competitor in più che potrebbe presto annunciare anche Adrian Newey.


Crediti foto: McLaren F1, Red Bull

Tags: F1Gp Belgio 2024McLarenNewsRed Bullslider
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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