“Potrebbero esserci novità sul secondo posto in Red Bull in arrivo”. Bastano poche parole di Helmut Marko per accendere un fuoco che covava da mesi. Il consigliere del team austriaco, mai incline ai giri di parole, ha lasciato intendere che il 2026 – anno della rivoluzione aerodinamica e motoristica e del passaggio ufficiale dai propulsori Honda ai Red Bull Powertrains costruiti in collaborazione con Ford– potrebbe coincidere anche con un profondo rinnovamento interno.

Per Yuki Tsunoda, il sentiero sembra ormai tracciato. L’abbandono di Honda, principale sponsor tecnico e politico del pilota giapponese, toglie di colpo l’ombrello di protezione che ne aveva garantito la presenza in Formula 1 sin dal 2021. E se fino a pochi mesi fa la sua permanenza appariva una formalità, le prestazioni deludenti della stagione in corso hanno reso difficile difendere una conferma basata solo sul passato.
Il 2025 si chiuderà così come l’anno della transizione: la Red Bull, forte di una nuova filosofia motoristica e di una struttura interna più autonoma dopo l’uscita di Christian Horner, guarda avanti. E lo fa in modo coerente con la sua tradizione: valorizzare il talento della propria Academy.
Red Bull: è Isack Hadjar il prescelto
In questo scenario si fa sempre più concreta la candidatura di Isack Hadjar, il francese di origini algerine attualmente impegnato con la controllata VCARB in cui si sta facendo le ossa. E pure piuttosto in fretta. Hadjar rappresenta tutto ciò che Red Bull cerca: giovane, veloce, disciplinato e soprattutto privo di zavorre politiche. Niente pressioni esterne, niente legami di nazionalità o sponsor: solo performance.
Marko stesso, nei mesi scorsi, ne ha elogiato la crescita tecnica e mentale (dopo le bacchettate dell’avvio stagionale), sottolineando come “Hadjar sia tornato al centro della scena con la calma e la maturità di chi ha imparato dai propri errori”. Una frase che suona quasi profetica.
Con Honda ormai in rotta verso Aston Martin e Tsunoda sempre più isolato anche a causa delle sue prestazioni deludenti, la promozione di Hadjar appare la naturale prosecuzione del ciclo Red Bull: una scelta coerente, economica e funzionale, capace di assicurare una nuova spinta all’interno del progetto Powertrains.

In fondo, Marko non ha mai nascosto il suo credo: “Chi è dentro il programma junior deve dimostrare di meritare il salto, non di aspettarlo”. E Hadjar, a giudicare dai risultati e dalla costanza mostrata in questa stagione, è l’unico nome davvero “spendibile” per riportare la filiera Red Bull alla sua purezza originaria.
Il 2026, quindi, non sarà solo l’anno di una nuova era motoristica. Sarà anche il momento in cui la Red Bull dovrà decidere chi siederà accanto a Max Verstappen nella struttura satellite, ormai parte integrante del progetto di Milton Keynes. E tutto lascia pensare che quel sedile parlerà la lingua di Isack Hadjar.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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