Pochi dubbi: la McLaren è – per ora – la vettura generalmente più performante del lotto anche se non gode di quei distacchi che vengono esaltati da certa stampa in un sensazionalismo narrativo che non aiuta a fotografare i fatti. Restano comunque sul tavolo le quattro vittorie nelle prime cinque tappe del mondiale 2025. E questo è un fattore che non possiamo non considerare.
Tanti gli elementi che rendono la MCL39 il benchmark della categoria, ma ce n’è uno che spicca su tutti: la capacità di gestire gli pneumatici come nessun’altra vettura. Cosa che si traduce in performance costanti su ogni tipo di tracciato, con temperature variabili e in qualsiasi condizione dell’asfalto.
La monoposto inglese si sta rivelando eccezionalmente efficiente nell’attivazione e nella gestione della temperatura delle gomme. È questa la chiave tecnica che consente a Lando Norris e Oscar Piastri di sfruttare al massimo il potenziale delle mescole sia sul giro secco del sabato, sia sulla lunga distanza in gara.

In qualifica, l’auto britannica garantisce un’aderenza immediata, riducendo al minimo il tempo necessario per portare le coperture Pirelli, quest’anno generalmente più morbide rispetto a dodici mesi fa, nella finestra di esercizio ideale. Lo dimostrano i riscontri cronometrici registrati a Miami: nel primo settore Max Verstappen ha ancora un leggero margine, ma nel secondo e terzo la McLaren risponde con autorità e tutto sommato in scioltezza.
È gara che il vantaggio si amplifica. Una volta acquisita la posizione, i piloti di Woking riescono ad amministrare il ritmo con apparente facilità, senza mai dare la sensazione di essere realmente sotto pressione. Emblematico il comportamento di Oscar Piastri a Jeddah, dove l’australiano ha scelto di segnare il proprio miglior giro solo nel finale, quasi a voler ribadire il pieno controllo della situazione.
Red Bull scruta la McLaren MCL39
In una Formula 1 in cui è difficile celare segreti, i rivali si interrogano sulle prestazioni della McLaren. Il punto nodale riguarda la capacità della vettura di mantenere temperature degli pneumatici così stabili, anche nelle condizioni più estreme. Red Bull, sostiene l’autorevole Auto Motor Und Sport, sta investendo risorse per comprendere dove risieda il vantaggio.
Durante i pit stop, si legge sul portale tedesco, i tecnici della scuderia campione in carica utilizzano termocamere per monitorare la temperatura attorno ai condotti dei freni della monoposto concorrente, da cui si può indirettamente dedurre lo stato termico delle gomme.
Ne avevamo parlato in un focus tecnico specifico: uno dei punti forti risiede nel disegno dei condotti dell’aria dei freni: leggi qui. Ma se in questa circostanza la lente d’ingrandimento l’avevamo posata sulla parte anteriore, è ora il retrotreno l’oggetto delle attenzioni delle squadre concorrenti.

È l’asse posteriore quello più soggetto a surriscaldamento. Ed è la che McLaren sta facendo la differenza. I dati termici raccolti in Bahrain e Arabia Saudita parlano chiaro: mentre le immagini delle telecamere termiche mostrano colori caldi (giallo e arancione) nella zona dei freni posteriori della maggioranza delle vetture in griglia, la McLaren si distingue per ampie aree blu, segno di temperature nettamente più basse.
In Red Bull si fa fatica a capacitarsi. A Milton Keynes si chiede come sia possibile ottenere un simile raffreddamento solo con l’aria. Non ci sono accuse formali, ma i rumors, nel solito meccanismo votato al sospetto, si fanno sempre più insistenti.
Dal quartier generale di Woking la risposta, altrettanto sussurrata, è diplomatica: tutto si spiegherebbe con una combinazione di elevato carico aerodinamico, equilibrio complessivo della vettura e soluzioni tecniche innovative. Insomma, è il pacchetto MCL39 che permette di gestire in quella maniera le temperature al posteriore. Si ipotizza un uso singolare dei flussi d’aria interni alle prese dei freni, materiali capaci di isolare termicamente l’ambiente o accorgimenti ancora ignoti ma che i tecnici della McLaren ritengono essere nella cornice normativa vigente.
Nel frattempo, la FIA è stata sollecitata affinché Woking chiarisca la legalità del sistema. Finora, tuttavia, non è emersa alcuna irregolarità. L’organo regolatore ha intensificato le verifiche, ma ogni indagine si è conclusa senza riscontri di infrazioni. I rivali, a partire dalla Red Bull, si mettano l’anima in pace: nessun divieto arriverà. Per colmare il gap c’è solo da mettersi sotto col lavoro.
Crediti foto: McLaren F1
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