Red Bull cova vendetta. Ferrari permettendo

Helmut Marko ha parlato di Suzuka come scenario del riscatto per la Red Bull. La RB20 dovrebbe adattarsi al tracciato nipponico. Ma attenzione alla Ferrari che si è esaltata nei cambi di direzione ad alta velocità

Red Bull cova vendetta. Sportiva s’intenda. Dopo l’inattesa batosta australiana per mano di una strabiliante Ferrari, il clan di Milton Keynes serra i ranghi alla ricerca di risposte. Le domande sono essenzialmente due. Qual è la natura del problema tecnico che ha appiedato Max Verstappen? E poi la più importante: Suzuka sarà il Gran Premio del riscatto?

Non abbiamo le risposte al primo quesito, va affermato immediatamente. La natura del difetto che ha portato al ritiro del campione del mondo è stata indagata ma, nel classico stile riservato di una F1 dai mille segreti di Pulcinella, non è stata fornita una versione ufficiale. Rimarremo per sempre col dubbio: colpa di Brembo o responsabilità del team? Onestamente ce ne frega meno di zero.

Al secondo punto interrogativo prova invece a rispondere Helmut Marko che un po’ meno spavaldo è apparso dopo il trionfo di Carlos Sainz. Ma la spocchia, se ce l’hai, prima o poi ritorna prorompente. E ne è passato poco di tempo per riaccendere il senso di superiorità che pervade il vegliardo dirigente di Graz.

Helmut Marko - Oracle Red Bull Racing
Helmut Marko, consulente Oracle Red Bull Racing

Red Bull: Helmut Marko passa all’attacco

Ora non mi chiederete più se saremo in grado di vincere tutte le gare dell’anno, è finita. Dobbiamo scoprire perché quei maledetti freni si sono guastati. Probabilmente abbiamo avuto problemi anche per via del tipo di tracciato“, ha detto Marko a De Telegraaf

E fin qua nulla da evidenziare. Fino a che se n’è uscito con la seguente dichiarazione di guerra: “Mi aspetto che Max possa dominare nuovamente a Suzuka tra quindici giorni”. Il pensiero cade immediatamente al povero Sergio Perez che nessuno si fila di striscio. Verstappen è la stella e i dirigenti non fanno altro che ribadirlo. Se Sainz legge queste parole ci pensa mille volte ad ascoltare gli ammalianti canti che arrivano dall’Inghilterra.

Tornando ai propositi per Suzuka, lo aveva detto anche Frédéric Vasseur che il tracciato nipponico sarà il vero banco di prova per pesare la consistenza delle vetture di Formula 1 2024. Considerazione alla quale si era adeguato anche Toto Wolff che sta provando a tenere insieme i pezzi di un team che si guarda allo specchio e non si riconosce più.

Curve come le Esse, la Dunlop, la Degner, l’iconica a Spoon e la 130R saranno uno stress test di portata enorme e chi lo vincerà uscirà con molte certezze. L’Albert Park ha detto che la Red Bull può subire il peso della pressione e commettere topiche fatali. Suzuka è la prova d’appello.

Se la RB20 supera lo scoglio avrà la sicurezza di essere ancora il punto di riferimento anche se potrà incorrere in altre giornate senza trionfi. Effetti della convergenza prestazionale.

Se, di converso, la Ferrari SF-24 si confermerà al top, allora, signore e signori, sì che il campionato del mondo 2024 potrebbe essere la casa dell’incertezza. Se lo augura Liberty Media, se lo augurano i tifosi della Rossa, ce lo auguriamo noi che raccontiamo il motorsport e che siamo stanchi di dire ed esprimere sempre gli stessi concetti. 

E poi, diciamolo con un pizzico di ironia, vedere quelli della Red Bull, a partire da Helmut Marko, calare un po’ le ali, non guasterebbe.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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