Il Gp del Bahrain ha determinato uno spietato contrappasso per la Red Bull. Dopo la vittoria clamorosa del Gp del Giappone era difficile confermarsi, ma nessuno, a partire dagli uomini di Milton Keynes, si attendevano una tale sofferenza tra i cordoli di Sakhir.
Il sesto posto di Max Verstappen ha imposto una riunione d’emergenza ai vertici della Red Bull. Il campione del mondo in carica, partito settimo, non è mai riuscito a risalire davvero la classifica, penalizzato da una vettura poco competitiva, da problemi di bilanciamento e un ritmo insoddisfacente con le gomme dure. Una scommessa persa sin dall’inizio, da quando gli strateghi hanno deciso di puntare forte su questo tipo do compound preservandone addirittura due treni.
La situazione si è ulteriormente complicata durante la corsa. Verstappen è stato superato dal debuttante della Mercedes, Andrea Kimi Antonelli, e da Lewis Hamilton – al volante di una Ferrari che in Bahrain ha sopravanzato in performance la Red Bull – scivolando fino al nono posto. Solo dopo aver montato le gomme medie usate è riuscito a recuperare qualche posizione, chiudendo sesto.
Il compagno di squadra Yuki Tsunoda ha concluso al nono posto ottenendo i primi punti con la seconda vettura. Bottino magrissimo per un team che in meno di due anni ha dilapidato un vantaggio tecnico siderale e che ora annaspa in difficoltà apparentemente in irrisolvibili.
Il distacco di 34 secondi dal vincitore Oscar Piastri accumulato nonostante la safety car che aveva azzerato i delta, unito a pit stop infarciti di ogni sorta di problema, hanno spinto la squadra a convocare una riunione d’urgenza con il management tecnico e sportivo. Presenti, tra gli altri, il team principal Christian Horner, il consulente Helmut Marko, il direttore tecnico Pierre Wache e l’ingegnere capo Paul Monaghan. Insomma, gli uomini forti chiamati a dare risposte immediate
“È stata una giornata molto difficile per la Red Bull, questo è ovvio per tutti noi“, ha dichiarato Helmut Marko ai microfoni dei giornalisti presenti. “Dobbiamo riavere le prestazioni in macchina il prima possibile e anche gli standard come il pit stop devono funzionare. La macchina non è la più veloce e quindi i pit stop non funzionano. Questo non è accettabile“.

Red Bull: Helmut Marko non nega le difficoltà
Alla domanda su quanto sia seria la situazione, Marko non ha usato giri di parole: “Molto allarmante. Sappiamo di non essere competitivi e ci saranno parti in arrivo nelle prossime gare. Speriamo che portino miglioramenti. Abbiamo un sacco di problemi. Il problema principale è l’equilibrio, ma an che l’aderenza. Da lì derivano anche i problemi con i freni. E poi la procedura normale come un pit stop non funziona, quindi un problema tira l’altro“.
Verstappen ha confermato il clima di difficoltà all’interno del team: “È andato tutto storto e poteva andare storto. Il ritmo era pessimo. Abbiamo i nostri problemi, e anche se vinci una gara non se ne vanno, quindi continuiamo a discutere e continuiamo a cercare di migliorare“.
Jeddah, pista liscia, poco abrasiva e in cui conterà la capacità di produrre elevate velocità di punta, è l’occasione per un’immediata prova d’appello che Red Bull deve vincere se vuole rimanere aggrappata alle McLaren mattatrici. Ad ora i segnali che arrivano dalla pista non sono incoraggianti, la stagione potrebbe davvero decretare l’abdicazione totale dopo quella parziale dell’anno scorso.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing