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Home News

Christian Horner è rafforzato, la Red Bull indebolita

La chiusura (?) dell’Horner-Gate lascia un team con un bel po’ di macerie da rimuovere. Compito al quale è deputato Christian Horner a cui, forse, bisognerebbe anche chiedere scusa

Diego Catalano by Diego Catalano
9 Agosto 2024
in Editoriali, F1, News
Tempo di lettura: 4 minuti
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Horner Red Bull

Christian Horner, team principal Oracle Red Bull Racing

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Il titolo di questo scritto è una sintetica fotografia di quanto accaduto in Red Bull negli ultimi mesi, da quando è esploso il cosiddetto “Horner-Gate“, la vicenda che ha posto al centro delle attenzioni mediatiche, e non solo, il team principal della scuderia austriaca. Secondo le accuse della dipendente denunciante, Horner si sarebbe macchiato di comportamenti licenziosi, abusando della sua posizione di potere.

Ieri, con una nota ufficiale, la scuderia ha reso noto che una seconda indagine interna, condotta da un avvocato indipendente, non ha trovato elementi probatori tali da giustificare un’accusa formale contro Horner, processo che avrebbe potuto portare alla sua rimozione o addirittura al suo licenziamento. 

È chiaro che si tratta di procedimenti disciplinari interni e, quindi, senza voler entrare in complesse disamine giuridiche (non è questo lo scopo dell’articolo), per la squadra il caso si archivia senza la necessità di risarcire la denunciante né di pulire l’accusato.  È evidente che, per ottenere giustizia e rimborsi qualora ci fosse stato un comportamento illecito, la questione sarebbe dovuta finire dinanzi a un tribunale ordinario, non risolta attraverso un’indagine disciplinare interna.

Ma affinché ciò accada, è necessario che la parte presunta lesa faccia ricorso alla giustizia ordinaria, cosa che, almeno pubblicamente, non risulta essere stata fatta. L’ultimo atto di cui si ha memoria è un ricorso alla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA).

Ma ormai non siamo nemmeno più in grado di confermarlo, visto che sono passati diversi mesi e da Place de la Concorde non è arrivata risposta. In queste vicende, il confine tra notizia e ricostruzione giornalistica è molto sgranato, anche perché la questione, al di là delle fughe di notizie, doveva essere avvolta dal massimo riserbo.

Christian Horner e Jos Verstappen
Christian Horner e Jos Verstappen parlano amabilmente. La quiete prima della tempesta?

L’Horner-Gate ha de-compattato la Red Bull

Questo è quanto accaduto; parliamo dunque di cronaca pura, ma tutta questa vicenda ha lasciato strascichi molto pesanti all’interno della scuderia di Milton Keynes. Il team non appare più solido come un tempo e una feroce lotta di potere tra l’ala austriaca e quella thailandese si è consumata. E probabilmente non è ancora del tutto chiusa. Ci sono state delle fughe dal team, e quelle più clamorose riguardano i nomi di Adrian Newey e Jonathan Wheatley.

Anche se i diretti interessati non hanno confermato nulla, è opinione diffusa che l’eco dell’Horner-Gate abbia influenzato le decisioni di questi due importanti esponenti della Red Bull. Ma non solo: questa vicenda ha di fatto generato una frattura con i rappresentanti di Max Verstappen.

Papà Jos si è letteralmente scagliato contro Horner, accusandolo pubblicamente di aver danneggiato il team a causa di questa faccenda. Il tre volte campione del mondo ha provato a tenersi fuori dalle roventi polemiche, ma chiaramente ne è stato condizionato, tanto che ha iniziato a guardarsi intorno, senza mai rifiutare definitivamente le lusinghe della Mercedes. Che proseguono in bassa frequenza.

Inoltre, il team ha conosciuto una evidente frenata tecnica: il passaggio di consegne tra Newey e Pierre Waché ha prodotto un’incertezza prestazionale che ha determinato un rallentamento nello sviluppo della RB20.

Red Bull
Chris Horner (l’ala thailandese), Helmut Marko (quella austriaca) e Max Verstappen (il pacificatore)

Red Bull, Horner: l’uomo forte in un team debole 

Con la chiusura di questa storia — ammesso che non ci siano ricorsi in altre sedi — Christian Horner esce rafforzato e riabilitato agli occhi dei media e dei membri dello staff Red Bull. Ne emerge più solida anche l’ala thailandese che è sempre stata accanto al manager di Leamington-Spa, avendo creduto nella sua versione anche quando tutto sembrava raccontare il contrario.

Horner, quindi, può tenere salde le redini della scuderia e proseguire in una ristrutturazione che ormai si è resa necessaria. Infatti, se Christian non è più traballante, è la squadra a uscire indebolita da lunghi mesi di polemiche, accuse, insinuazioni e minacce di ricorsi. 

Si è creato un clima tossico che ha oggettivamente condizionato il naturale svolgimento della vita di un gruppo che aveva fatto della compattezza la sua virtù principale. Ora Horner, legittimato dall’esito positivo di una doppia indagine, ha il compito di ricreare le condizioni che avevano consentito alla Red Bull di diventare la realtà che conosciamo.

In questi mesi, il dirigente ha potuto capire chi era con lui e chi invece magari cavalcava la questione per un proprio tornaconto o per sedersi sullo scranno più alto della scuderia austriaca. E in questo contesto ci viene in mente il nome di Wheatley che aveva messo nel mirino l’ufficio del team principal.

La questione più importante da risolvere ora riguarda il futuro di Max Verstappen. Con il cambio regolamentare del 2026 alle porte e l’avvio della produzione dei motori nel reparto powertrains di Milton Keynes, la Red Bull si prepara a un futuro con poche certezze e molti dubbi.

Proprio per rafforzare i punti fermi a cui aggrapparsi, lo “Spice Boy” deve risolvere l’affaire Verstappen, magari cercando di capire se ci sono margini per ricomporre lo strappo con il padre, che ha sempre avuto un’influenza notevole sulle scelte del tre volte iridato.

Anche se la partita legale sembra essere chiusa, in Red Bull è necessario rimuovere le macerie e riedificare quelle fondamenta su cui costruire il team del futuro. E tutto questo dovrà essere fatto mentre si è invischiati in una lotta in pista molto serrata.

La scuderia intende ripartire dalle risorse interne, senza cercare competenze provenienti da altre squadre. Questo è il preciso manifesto operativo di Horner, che dimostra di avere ancora forza all’interno della franchigia e di essere riconosciuto come il leader indiscusso di un gruppo che vuole tornare a operare con serenità per ritornare a vincere stabilmente. 


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

Tags: Christian HornerF1Horner GateNewsRed Bullslider
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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