Stravolgimenti, cambi di rotta repentini, inversioni a U? Tendenze che non si presenteranno in Red Bull. I più bravi della classe non devono recuperare terreno. Hanno invece l’obiettivo di provare a tenere la forbice prestazionale quanto più aperta è possibile. In questo tentativo (non è operazione da poco) si batterà la linea della continuità tecnica. La RB18, la prima vettura “next gen”, è stata una solida base, la RB19 la sua naturale e dominante evoluzione. La RB20 proseguirà sulla stessa scia concettuale.
Non ha altra soluzione Adrian Newey, specie quando il contesto normativo vigente sta per esaurirsi. Non avrebbe senso, oggi, esplorare altri sentieri. E non lo avrebbe, a maggior ragione, se si è quel gruppo che ha tracciato la via che tutti vorranno seguire per provare a ricompattare il gruppo. Convergenza prestazionale: questo il grande tema tecnico del 2024. Speranza per inseguitori e padroni della F1, incubo per chi vorrebbe ancora prodursi in una dolcissima fuga solitaria.
La questione sta tutta nella seguente domanda: quanto i progettisti di Milton Keynes, in termini di performance, si sono tenuti nel taschino, l’anno passato, con una vettura che è stata evoluta, complice il meccanismo dell’Aerodynamic Test Regulation e la penalità che limitava ulteriormente il monte ore di lavoro a disposizione, meno rispetto alla concorrenza? Scelta strategica o progetto arrivato al suo climax che offre quindi meno possibilità di progressione?
![Red Bull - Adrain Newey](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/01/Red-Bull-Adrain-Newey-1024x574.jpg)
Red Bull: Adrian Newey gioca a nascondersi?
Nel solito meccanismo atto a spostare la pressione nel campo avverso, il geniale progettista di Stratford-Upon-Avon teme che la seconda possibilità possa concretizzarsi proprio nell’anno in cui un po’ tutti mettono la Red Bull in cima alla lista delle pretendenti al titolo. A Talking Bulls, approfondimento mediatico del team, Newey ha riferito che la RB20 sarà la terza evoluzione di un progetto nato nel 2021 e concretizzatosi l’anno successivo nella RB18.
Il lavoro fatto tra il 2022 e il 2023, in termini di affinamento aerodinamico, miglioramento delle sospensioni e soprattutto di riduzione del peso, non sarà probabilmente replicabile oggi. Nel 2022 la macchina non era mai stata sotto i limiti di massa individuati dal regolamento. Cosa che invece è successa l’anno scorso con una RB19 che poteva essere zavorrata in punti strategici, a tutto vantaggio del bilanciamento. Il modello 2024 non potrà rappresentare lo stesso balzo in avanti e questo potrebbe non bastare per tenere a bada il ritorno dei rivali agguerriti. Almeno questa è la linea che fa passare Newey.
Pretattica? Forse. Ma l’ingegnere sembra sincero quando afferma che nel 2023, quindi nella seconda stagione con il vigente quadro regolamentare, non si aspettava un tale vantaggio. Era logico immaginare che il resto della griglia si approssimasse, invece ne è nata l’annata dei record. Replicabili? Difficile.
![Red Bull](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/02/Red-Bull-1.jpg)
In un passaggio chiave Newey ha affermato di aver capito che per il campionato nascente molti rivali hanno dato un’occhiata alla sua monoposto dello scorso anno. Il sospetto, piuttosto fondato, è di vedere un bel po’ di macchine che somiglieranno alla RB19. Se queste funzioneranno alla stessa maniera è un altro discorso.
In ogni caso, alla Red Bull non resta che procedere per la propria strada sviluppando quel che si ha. Anche perché la tagliola del budget cap non offre margini di manovra elevati. Un problema che al contempo può essere un vantaggio visto che la sua natura stringente limita anche le potenzialità di recupero delle avversarie. Su questo andamento che si fondano le speranze di fuga della franchigia austriaca che, pur attraversando una fase abbastanza tumultuosa della sua storia, non è affatto paga di vittorie.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Crediti foto: F1, Oracle Red Bull Racing