Per Ralf Schumacher, la crisi tecnica che sta attraversando la Red Bull ha un’origine precisa: l’assenza di Adrian Newey. Intervenuto ai microfoni di Sky Deutschland, l’ex pilota di Formula 1 non ha usato mezzi termini per sottolineare quanto il contributo dell’ingegnere britannico fosse insostituibile, gettando ombre sulla leadership tecnica attuale. “Pierre Waché non è Adrian Newey”, ha dichiarato Schumacher, lasciando intendere come le competenze del direttore tecnico francese non siano all’altezza dell’ingegnere che ha plasmato alcune delle monoposto più vincenti della storia della categoria.
La situazione, secondo il tedesco, affonda le radici anche nelle scelte gestionali di Christian Horner. Schumacher accusa il team principal di non aver fatto abbastanza per trattenere Newey all’interno del gruppo di Milton Keynes, compromettendo gli equilibri interni. “Horner ha costruito la squadra insieme a Helmut Marko, ma avrebbe dovuto capire che Newey non si poteva perdere. Ha sottovalutato il peso di quell’addio”, ha affermato con convinzione.

Il giudizio di Schumacher va oltre l’aspetto tecnico, toccando anche quello umano e manageriale. “Horner sembra voler costantemente dimostrare di essere indispensabile, ma questo atteggiamento non è sempre positivo. Ha oltrepassato il proprio ruolo e ora si trova a gestire le conseguenze”, ha concluso. Un atto d’accusa pesante, che getta nuova luce sulle tensioni interne al box Red Bull in un momento di evidente turbolenza che potrebbe avere effetti anche sulla permanenza di Max Verstappen.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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